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Kosovo, un’idea di valore

Un ministero per il marketing? Perché no? Per promuovere l’immagine del paese. Ma intanto, in attesa della politica, a farlo ci sta già pensando una nuova generazione di musicisti, sportivi ed artisti

21/06/2012, Veton Kasapolli - Pristina

In Kosovo vi sarebbe bisogno di un ministro del marketing. L’idea è stata presentata a Pristina davanti ad una platea composta da un centinaio di esperti di marketing, tutti ad ascoltare Philip Kotler, uno dei più famosi guru di marketing a livello mondiale.

L’idea di Kotler ha subito riscontrato il plauso delle autorità kosovare che – agli occhi dei propri cittadini – non hanno in passato brillato in materia di marketing. Basti pensare al milione di euro speso – ma per molti detrattori buttato alle ortiche – con la campagna Kosovo Young Europeans.

Ma aspettando che la promozione dell’immagine del Kosovo divenga una priorità delle istituzioni vi è già chi si dà da fare. A partire dalle università.

Le idee di Philip Kotler vengono oggi studiate in tutte le facoltà del Kosovo che si occupano di marketing. Due università, in occasione della visita di queste settimane, hanno consegnato premi al noto professore e sono ora annoverate tra le centinaia di università nel mondo che utilizzano i suoi libri e i cui studenti hanno potuto incontrarlo di persona.

Fiducia in se stessi

Eventi come la conferenza con Philip Kotler contribuiscono innanzitutto ad accrescere la fiducia che il paese ha in se stesso, facendo sentire il Kosovo sempre più parte delle dinamiche globali. Ed eventi simili sono stati numerosi negli ultimi mesi.

Tra questi vi è lo Startup Weekend Pristina , un evento in cui in sole 54 ore nascono nuovi imprenditori. Un gruppo di giovani entusiasti lo ha organizzato in Kosovo, facendo rientrare il Paese nella lista delle altre 92 nazioni che hanno organizzato eventi simili nel mondo. Per un intero fine settimana illustri ospiti hanno dialogato e fornito consulenze ai partecipanti. Tra gli ospiti anche Peter Sunde, il co-fondatore del conosciuto “The Pirate Bay” che ha poi condiviso sui social-network le sue impressioni sul viaggio in Kosovo.

Un evento simile allo Startup Weekend è stato il TEDx Prishtina giunto alla sua seconda edizione. “Idee che diffondono valore” (è lo slogan ufficiale di TEDx) sono state condivise da diversi relatori tra cui, quest’anno, un artista di arte contemporanea, un consulente di genetica e uno studente di odontoiatria che ha ispirato centinaia di persone in Kosovo, in Turchia e in diverse parti del mondo raccogliendo e riciclando tappi di plastica di bottiglie per costruire sedie a rotelle.

Il pubblico ha inoltre avuto la possibilità di ascoltare Ahmed Naguib, l’attivista egiziano che nel 2011 è stato tra i protagonisti delle proteste di piazza Tahrir che hanno dato vita alla cosiddetta “Primavera Araba”. Interessante anche l’intervento di Elvis Hoxha. Considerato come il rappresentante di una nuova generazione di pensatori politici albanesi, Hoxha ha centrato il suo intervento sulle trasformazioni dei kosovari da "cittadini 1999" a "cittadini post-indipendenza".

Tra moda, sport e musica

Quest’aria di innovazione la troviamo anche nelle sfilate di moda organizzate a Pristina dal noto designer Krenare Rugova. Lo stilista ha scelto di organizzarle lungo le strade e gli spazi pubblici di Pristina. Una novità assoluta per la capitale del Kosovo.

Assieme a Krenare Rugova attualmente vi sono alcune centinaia di kosovari che si sentono davvero parte del mondo globalizzato. Ma non è certo facile esserlo.

Majlinda Kelmendi, originaria di Peja, è una judoka e forse l’atleta più importante del Kosovo. In questi anni ha focalizzato tutti i suoi sforzi sulle Olimpiadi di Londra. Dopo aver vinto per anni diverse medaglie in nome del suo Paese, la Kelmendi ha dovuto però fare i conti con la decisione del comitato olimpico che le ha impedito di competere per la bandiera del Kosovo. Una sensazione di sconforto l’ha pervasa.

Gli sforzi della Kelmendi per superare le barriere politiche poste dal mondo sportivo hanno attirato l’attenzione dei media negli ultimi mesi, in particolare della sezione sportiva della BBC “World Olympic Dreams”. Ma ormai sembra non vi siano più speranze: l’atleta di Judo aumenterà quindi le possibilità dell’Albania – e non del Kosovo – di vincere una medaglia olimpica.

Oltre al mondo dello sport vi sono altri giovani kosovari che stanno dando del loro meglio per spezzare l’isolamento del paese ed entrare nel mercato internazionale. Rona, una giovane cantante di Mitrovica, ha rappresentato l’Albania all’Eurovision Song Contest di Baku, in Azerbaijan. La ragazza ha letteralmente catturato il pubblico con un testo coraggioso ed ha ottenuto il quinto posto in una competizione canora che ha sempre sollevato anche grandi dibattiti di politica internazionale.

A dividere con lei il successo sulla scena musicale kosovara è la cantante di Pristina, Rita Ora. La cantante ha mantenuto le vette delle classifiche inglesi per una settimana con un pezzo inciso per la famosa casa discografica Rocnation. Rita non sta solo promuovendo un modello di musica più moderna tra i fans ma anche, e soprattutto, sta dando una nuova immagine del Kosovo al mondo.

Non solo turismo

L’idea del professor Philip Kotler sarà utile se parte di un’iniziativa di lungo periodo per presentare il “nuovo Kosovo” al mondo. Ma è necessario un ministero del marketing che non si interessi solo di turismo ma che, allo stesso tempo, sostenga coloro i quali aspirino ad arrivare oltre i confini nazionali.

E’ vero che il Kosovo è isolato e con un’economia in stagnazione, ma è anche chiaro che vi sono persone che stanno trovando vie alternative per coltivare il proprio talento e condividerlo con il mondo intero. Le loro idee apportano valore!

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