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Serbia, missione ecoturismo

In tempi di crisi economica l’ambiente rischia di essere minacciato e sacrificato sull’altare della produzione. Ma una giovane e molto attiva associazione in Serbia, Ecotourism, ha lanciato la sfida: sostenere l’economia del Paese attraverso la tutela ambientale. Una nostra intervista al suo direttore

02/11/2010, Risto Karajkov - Belgrado

Serbia-missione-ecoturismo

Nonostante sia un’organizzazione relativamente giovane, il lavoro di Ecotourism Serbia sta guadagnando sempre più visibilità. I loro programmi combinano la promozione del turismo, il rispetto dell’ambiente e la promozione del patrimonio storico-culturale. Lo scorso mese ha promosso a Novi Sad una conferenza sull’ecoturismo. Osservatorio Balcani e Caucaso ha intervistato Radomir Jovelić Višerov, presidente dell’organizzazione.

Come è nata Ecotourism Serbia? Quali sono i suoi obiettivi?

L’associazione nazionale (National Eco-Tourism Association – Ecotourism Serbia) è stata fondata nel 2008, in seguito alla costatazione della presenza di significativi tesori naturali sul territorio serbo, tesori che intendiamo promuovere. Se vogliamo che questo tentativo risulti vincente molte cose devono ancora essere fatte: vi deve essere un approccio costruttivo del governo nazionale, un ruolo attivo del governo locale, la costruzione delle infrastrutture necessarie all’ecoturismo, l’aumento della sensibilità ecologica della popolazione, l’adozione di standard internazionali etc…

Quali sono i vostri progetti al momento?

Dopo la pubblicazione della mappa eco-turistica del fiume Sava, stiamo preparando una mappa eco-turistica del fiume Drina. Stiamo inoltre preparando un documentario dal titolo, ancora provvisorio: “Ecotourism protegge i siti del patrimonio naturale in Vojovodina”. Prevediamo l’inizio delle riprese per il prossimo anno.

Recentemente, a Novi Sad, si è svolta la Terza conferenza internazionale sull’eco-turismo, da voi promossa. Ci racconti qualcosa di più su quest’incontro.

Il 29 settembre 2010, al Centro congressi “Master” abbiamo tenuto la nostra conferenza annuale sull’eco-turismo. Quest’anno il titolo era: “L’importanza dell’eco-turismo nell’offerta turistica serba”. L’obiettivo principale della conferenza è stato quello di creare un consenso sull’importanza dell’eco-turismo e dei suoi effetti sull’economia delle eco-aree interessate. Un secondo obiettivo è stato quello di promuovere l’eco-turismo come uno dei fattori chiave per caratterizzare la Serbia come una destinazione turistica di alta qualità

Infine altro obiettivo della conferenza è stato quello d’offrire un’occasione per raccogliere le precedenti esperienze scientifiche e tecniche e le sperimentazioni legate all’ecoturismo e realizzate a livello locale e di promuovere nuove iniziative.

L’evento è stato animato da chiunque fosse, direttamente o indirettamente, implicato con l’eco-turismo: a cominciare dai delegati della nostra associazione sul territorio, dai proprietari di agriturismi, dalle associazioni di categoria legate al turismo, da cooperative e Ong, dai governi locali.

All’inizio della conferenza è stato firmato uno statuto ufficiale che ha proclamato il fiume Sava come  "eco-percorso nazionale." Quando solitamente parliamo di aree turistiche in Serbia, normalmente si prendono in considerazione solo i parchi nazionali montani. Ciononostante ci sono pianure che hanno uno straordinario potenziale per l’eco-turismo, e che, fino ad ora, non sono state prese in considerazione né esplorate. Come ad esempio nell’area della Posavina. In quest’area si trova un grande fiume navigabile, con molti meandri e paludi e con una flora e fauna molto ricca. Il risultato è un ambiente naturale incredibile, che si trova vicino a Belgrado e all’autostrada, quindi facilmente raggiungibile.

In questo senso zone particolarmente importanti sono Ada Ciganlija, Obedska, Zasavica, Ribnjaca, le paludi di Orlaca, la foresta di Bosut-Morovic, etc… Questi ecosistemi unici sono l’habitat di uccelli di palude e di una flora e di una fauna di grande importanza in Europa. Queste aree sono connesse al fiume Sava, e ciò offre un’eccellente opportunità per combinare l’eco-turismo di tipo rurale e fluviale.

Inoltre nella Posavina serba vi sono numerosi siti archeologici (Sirmium, Gomolava, Debrc), monasteri e altri monumenti storico-culturali, che sono già delle destinazioni turistiche importanti. Tenendo ciò in considerazione, riteniamo che il fiume Sava e la sua area naturale debbano diventare una priorità fra le nuove destinazioni turistiche, che meriti una protezione ed un trattamento speciale. Alla conferenza è stato anche deciso che il giorno della firma dello statuto, sarà celebrato, a partire dal prossimo anno, come il “Giorno dell’Ecoturismo in Serbia”.

Allo stato attuale, quali sono le principali sfide per l’ecoturismo in Serbia e nella regione?

Per ciò che concerne la Serbia, la più grande sfida attuale è lanciare l’eco-turismo sul mercato attraverso le organizzazioni turistiche e le agenzie di viaggio. Queste ultime non riconoscono ancora l’eco-turismo come un settore redditizio, anche se oggi è il segmento dell’industria turistica che sta crescendo più velocemente ed è uno dei tipi di vacanza più popolari al mondo. Per ciò che riguarda la regione, nel futuro prossimo vogliamo promuovere alcune delle potenziali eco-destinazione attraverso la realizzazione di film promozionali.

All’inizio di quest’anno avete tenuto una conferenza sui castelli e sulle ville…

Abbiamo co-organizzato una conferenza il 28-29 maggio 2010 nel castello di Kaštel Ečka, 70 km a nord di Belgrado. La conferenza dal titolo “Il ruolo dei castelli nello sviluppo del turismo culturale” aveva l’obiettivo di aumentare l’attenzione verso il valore del patrimonio storico-culturale di castelli e ville in Vojvodina e in Serbia.

Oggigiorno molti di questi edifici non sono utilizzati, non hanno proprietari specifici e sono spesso in stato di decadenza. Lo scopo della conferenza è stato quello di trovare una via per rilanciarli sia dal punto di vista estetico che dal punto di vista economico, creando dei modelli e definendo delle strategie appropriate per la loro ristrutturazione.

A lungo temine, possiamo aspettarci delle ricadute positive sulle comunità locali solo attraverso gli investimenti e la promozione dei castelli, e la loro inclusione nell’offerta turista culturale. Il punto di partenza è la costatazione che il patrimonio storico-culturale, preservato e utilizzato in maniera esemplare, può avere un ruolo importante nello sviluppo di determinate aree.

Siamo consapevoli del fatto che i paesi ricchi in Europa e nel mondo dedicano molta attenzione a questo tipo di edifici storici e finanziamenti considerevoli vengono destinati al loro mantenimento. Col fine di velocizzare questo processo in Serbia abbiamo deciso di formare dei working group per preparare una proposta per un “Progetto nazionale per la ricostruzione e il rilancio dei castelli e delle ville di valore”. Il progetto è una risposta concreta al bisogno di preservare e migliorare le condizioni dei siti di patrimonio culturale, che rappresentano uno dei più importanti pilastri della nostra identità culturale a livello locale ed europeo.

Confidiamo che grazie al supporto di importanti istituzioni, di esperti locali ed internazionali, e di privati potremo presto avviare un progetto nazionale per la ricostruzione e il rilancio dei castelli e delle ville più importanti, ed iniziare così progetti per la creazione di percorsi culturali. Speriamo inoltre di poter avere accesso a fondi europei per realizzare questo obiettivo.

Quali sono i programmi dell’associazione per il prossimo futuro?

I nostri piani sono ambiziosi. Stiamo gettando le basi per la realizzazione di numerosi ed importanti progetti internazionali come “L’antica strada Sirmium – Bononia” nel network European Cultural and Tourist Roads; l’”Eko-ethno Village” delle regioni europee; stiamo lavorando inoltre alla realizzazione di un manuale per la certificazione delle eco-destinazioni.

Abbiamo anche creato il progetto “Sava Bicycle Road”, un percorso che parta dalla Slovenia per arrivare sino a Belgrado, tutto da fare in bicicletta. C’è ancora molto lavoro da fare. In tempi di scarse risorse, con l’economia che fatica a ripartire, c’è un inevitabile aumento delle minacce alla natura: noi, ad Ecotourism, dobbiamo cercare le migliori soluzioni possibili per primeggiare nella tutela ambientale e contemporaneamente contribuire all’economia del nostro Paese.

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