Serbia, la farsa del ministro silurato
Il premier serbo Aleksandar Vučić destituisce il ministro della Difesa per le offese sessiste rivolte a una giornalista. Benché giustificata, la decisione appare un mero marketing in vista di nuove elezioni
Il premier serbo Aleksandar Vučić ha fatto sapere lunedì scorso che destituirà il ministro della Difesa Bratislav Gašić. Il motivo della decisione è del tutto giustificato. Il ministro, il giorno prima, aveva offeso una giornalista della TV B92 che, per intervistare il ministro senza entrare nell’inquadratura della telecamera, gli si era inchinata di fronte. “Come amo le giornaliste che si inginocchiano così facilmente”, aveva commentato con un sorriso il ministro. La sua dichiarazione aveva fatto il giro di Youtube, ed era stata condannata dalle associazioni dei giornalisti e da parte del pubblico.
La decisione del premier di destituire il ministro non sarebbe straordinaria, se non fosse che Gašić è uno dei suoi più stretti collaboratori, con una biografia professionale alquanto dubbia. Le sue dimissioni a causa di una serie di “incidenti” erano state richieste varie volte da quando, nell’aprile 2014, era diventato ministro.
La carriera di Gašić
Bratislav Gašić è in un certo qual modo il paradigma del governo e dell’ambiente che circonda Aleksandar Vučić. Secondo i dati disponibili fino ad ora, Gašić ha costruito la sua carriera tramite il partito. Quando è diventato membro del Partito radicale serbo di Vojislav Šešelj, era un piastrellista. Presto, però, ha trovato un lavoro più redditizio dell’incollare piastrelle: negli anni Novanta, mentre la Serbia era sotto le sanzioni internazionali, aveva iniziato con l’importazione del caffè, poi ha fondato la ditta Santos che produce caffè e tè. È anche proprietario di due impianti di benzina e della tv Plus.
La sua carriera ha preso nuovo slancio quando una parte dei radicali ha fondato il Partito progressista serbo, il cui presidente è Vučić. È diventato vicepresidente del partito e presto anche sindaco della città natale, Kruševac. In quel periodo la sua televisione, secondo il rapporto del Consiglio per la lotta alla corruzione, ha ricevuto fondi dal bilancio comunale tramite una ditta privata di sua moglie.
Nemmeno il figlio è rimasto senza lavoro: è diventato il proprietario della tv Zona di Niš e della Tv sportiva di Kruševac. Con questo palese conflitto di interessi, Bratislav Gašić è stato premiato con una poltrona da ministro: l’ex piastrellista è così diventato ministro della Difesa del governo serbo.
Per il premier Vučić, non era importante sapere che scuole avesse fatto il ministro della Difesa né quando si fosse laureato alla facoltà di Economia di Niš. Sono informazioni che non sembrano interessare molto a questo governo. Dubbia è pure la laurea del presidente della Serbia, Tomislav Nikolić, mentre è stato provato che la tesi di dottorato del ministro dell’Interno, Nebojša Stefanović, è un plagio. E dato che non si sa quale sia il curriculum di molti altri ministri del governo in carica, così anche la laurea di Gašić è stata presto dimenticata.
Incompetenza
Tuttavia l’incompetenza di Gašić come ministro della Difesa è stata evidente sin dal primo giorno, a fronte di un’indiscutibile fedeltà a Vučić. Le sue dimissioni le aveva chieste per primo l’ombudsman serbo Saša Janković, quando aveva cercato di indagare su un incidente in cui il fratello del premier Vučić e il fratello del sindaco di Belgrado, scortati dai membri dell’unità speciale militare Kobra, si erano scontrati fisicamente con la Gendarmeria durante il Gay Pride del settembre 2014. Janković aveva chiesto perché dei membri della famiglia di funzionari dello stato avessero la scorta militare, e aveva chiesto inutilmente al ministro Gašić i documenti collegati all’incidente, per poi finire alla gogna mediatica sui tabloid vicini al governo come personaggio principale di scandali montati ad arte.
La più grossa protesta contro Gašić l’aveva sollevata la caduta dell’elicottero militare il 13 marzo scorso quando, durante il decollo, sette persone persero la vita. Parte dell’opinione pubblica aveva chiesto le sue dimissioni perché aveva abusato dei poteri ordinando all’elicottero, che doveva trasportare un bambino malato, di decollare con la nebbia fitta dall’aeroporto di Belgrado.
Erano state richieste anche le dimissioni del ministro della Salute Zlatibor Lončar, ma il premier aveva accusato i media di ordire una campagna “contro i ministri che avevano voluto salvare un bimbo”. Con ciò si è messa fine a qualsiasi possibilità di indagare sulla responsabilità dei membri del suo governo. Tutt’oggi non è stato accertato come sia caduto l’elicottero, e l’unica condanna è stata per i generali, ai quali è stato impedito di ottenere promozioni di carriera per i prossimi due anni.
Tragedia, conflitti di interesse, decisioni controverse, niente di tutto ciò è stato motivo sufficiente per destituire Gašić, mentre gli è stata fatale un’uscita volgare e sessista che ha fatto il giro di internet.
Farsa e sacrificio
La spiegazione del premier sul fatto che lo destituirà “perché dobbiamo difendere tutte le donne della Serbia”, e la promessa che “la Serbia diventerà un paese moderno, educato e normale” sarebbe stata molto più convincente se al governo, come ministro, non sedesse per esempio Velimir Ilić, noto per i suoi scontri fisici coi giornalisti e in particolare per le offese volgari contro le giornaliste.
Aleksandar Vučić non ha pensato “alla Serbia moderna ed educata” quando qualche giorno fa i suoi ministri della Giustizia, del Lavoro e della Difesa (ancora Gašić) con grandi onori e celebrazioni hanno atteso l’arrivo del generale Vladimir Lazarević, tornato in Serbia dopo aver scontato la condanna al carcere per crimini di guerra commessi in Kosovo.
Una reazione a questo non gli avrebbe portato le simpatie dell’elettorato che, fra qualche mese, dovrà votare alle elezioni locali e forse anche alle politiche. È venuto comodo che fosse stata offesa una giornalista, una donna, col che è stato inviato un messaggio ai critici della comunità internazionale che, alla vigilia dell’avvio dell’apertura dei capitoli negoziali sull’adesione della Serbia all’UE, a voce sempre più altra parlano di erosione della libertà dei media serbi.
In un discorso patetico con cui ha annunciato la destituzione di Gašić, il premier serbo ha lodato il lavoro e i risultati ottenuti dal ministro della Difesa, ha riconosciuto che gli è “molto difficile” destituirlo perché Gašić è uno dei suoi più stretti collaboratori nonché amico di lungo corso e che si “preoccupa per la sua vita”.
Con la decisione di “sacrificare” l’amico, Vučić ha mostrato la risolutezza del leader nel risolvere e difendere i deboli e allo stesso tempo ha amnistiato anche Gašić e il suo governo per tutti gli errori e le mancanze commesse in passato, molto più grandi di una stupida e lasciva dichiarazione.
Allo stesso tempo, dicendo che spera che “Gašić fra un anno o due possa ritornare alla vita pubblica, con più legittimità perché ha subito un sacrificio che gli altri non hanno fatto”, il premier Vučić ha dimostrato che l’intera vicenda non è che una classica farsa populistica.
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