SEEP e i tre moschettieri
Entro aprile 2012, il consorzio che controlla il giacimento azero di gas di Shah Deniz deciderà quale gasdotto trasporterà il suo gas in Europa. A contendersi l’onore sono tre concorrenti di prestigio e un outsider sostenuto dalla British Petroleum. Chi vincerà?
Chi non conosce la storia de “I tre moschettieri”? La trama del romanzo è conosciuta. Ma la storia che raccontiamo oggi non ha per protagonisti abili spadaccini, ma progetti di gasdotto che uniscono il Caspio all’Europa. SEEP sta per South East European Pipeline e i tre moschettieri sono i soliti sospetti: Nabucco , TAP (Trans Adriatic Pipeline ) e ITGI (Interconnector Turkey-Greece-Italy ). Se i moschettieri di Dumas avevano un acerrimo nemico nel Cardinale Richelieu, a tramare qui è la Russia che sponsorizza il progetto South Stream . A differenza che nel romanzo francese, però, i moschettieri non sono amici né intendono diventarlo, a meno che non vi siano grossi colpi di scena nei prossimi mesi.
South East European Pipeline contro tutti
L’improvvisa entrata in scena di Seep potrebbe cambiare radicalmente le prospettive future per il trasporto di gas dall’Azerbaijan all’Europa e ai suoi potenziali clienti. Questo dato è particolarmente importante in un momento in cui Baku e il consorzio Shah Deniz II stanno finalizzando la scelta degli itinerari più convenienti per il proprio gas. Se tutto andrà secondo i piani, ha rassicurato il ministro degli Esteri azero parlando a Bruxelles il 7 dicembre, la decisione arriverà all’inizio del 2012, ma l’Azerbaijan rimane interessato a valutare interessi e opportunità. Sempre secondo il ministro, il gas arriverà in Europa entro il 2018- 2019.
L’identità del vincitore rimane un mistero. Al momento Seep, con il sostegno di British Petroleum (che è anche operatore di Shah Deniz), rappresenta più un’idea – ritenuta da alcuni osservatori ragionevole dal punto di vista economico e attenta agli equilibri politici – che non un progetto strategico elaborato nei dettagli. Il progetto si preannuncia meno dispendioso del prestigioso rivale Nabucco, in quanto non richiede la costruzione integrale di un nuovo gasdotto, ma solo un’estensione di 1300 km di condotti esistenti, mentre Nabucco necessita di nuovi condotti per 3800 km. D’altra parte, non dispone della stessa capacità – 31 bcm (miliardi di metri cubi) di gas all’anno. I punti forti della sua offerta sono lo sviluppo di collegamenti già esistenti e l’opportunità di diversificazione offerta all’Europa, che cerca di diminuire la dipendenza dei paesi centro-orientali dalle risorse energetiche russe. “Ci interessa mantenere bassi i costi, e la capacità del gasdotto può essere estesa quando necessario”, ha spiegato la portavoce BP Tamam Bayatli.
In caso di successo, Seep porterà il gas azero al confine turco-bulgaro per poi attraversare Romania, Ungheria e Austria fino al resto dell’Europa centrale. L’idea è promettente, ma anche gli altri progetti hanno i propri punti di forza. ITGI (Interconnector Turkey-Greece- Italy) potrebbe operare già nel 2012 e portare il volume di gas da 12 a 20 bcm. Come Seep, sia Itgi che TAP intendono usare infrastrutture pre-esistenti.
È chiaro che tutti e tre i progetti rappresentano alternative strategiche. Nabucco, in passato molto popolare a Bruxelles, appare ora un progetto idealista, soprattutto alla luce dell’attuale crisi finanziaria. E, soprattutto, non è ancora chiaro come verranno raccolti i volumi necessari a riempire il condotto. Difficilmente il giacimento di Shah Deniz II basterà a fornire I volume previsti per il Nabucco.
Un altro fattore importante è proprio la produzione di Shah Deniz II: riuscirà a raggiungere e mantenere i livelli richiesti su base annuale? Le previsioni attuali ammontano a 25 bcm l’anno entro il 2017 e negli anni successivi, di cui 10 bcm per i mercati europei. Ma gli indicatori relativi ai primi 11 mesi del 2011 mostrano un declino nella produzione di petrolio e gas (-2.6%, per un totale di 23,7bcm).
Cosa accadrà?
In questo quadro, è difficile prevedere se Seep sia davvero in grado di uscire vincitore. Da un lato, questo potrebbe portare benefici all’Europa ed essere un punto di equilibrio fra le richieste e le preoccupazioni europee e gli interessi azeri (pluralità di clienti, nuovi mercati e così via). Dall’altro, è l’ultimo arrivato e non è ancora chiaro di quanto sostegno effettivamente goda.
A scegliere fra i contendenti sarà il consorzio Shah Deniz entro aprile 2012 . Ma un’altra questione rimane aperta: riusciranno i moschettieri a convivere con il Cardinale Richelieu/South Stream, se dovesse entrare in scena?
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