Sarajevo: Va a fuoco un campo collettivo. 250 i senzatetto
Si incendia un albergo adibito a centro collettivo. A sette anni dalla fine della guerra, 250 persone non avevano ancora ottenuto una casa.
Sabato 7 settembre, verso le quattro del pomeriggio, è divampato un incendio presso l’Hotel Jahorina, situato nella parte serba della città (Srpsko Sarajevo), adibito a campo collettivo per 250 sfollati. L’incendio ha distrutto tutta la parte vecchia dell’Hotel e due piani della parte nuova aggiunta negli ultimi anni, provocando solo alcuni feriti tra gli addetti al soccorso. I vigili del fuoco di Srpsko Sarajevo sono stati raggiunti subito dopo l’allarme dai colleghi del Cantone di Sarajevo e da unità dello SFOR. L’incendio è divampato in pochissimo tempo, tanto che ben poco è stato salvato degli effetti delle famiglie che vi vivevano, ed è stato domato solo nel tardo pomeriggio di domenica.
Le 112 famiglie che vivevano nel campo da anni, sono sfollati di Vogosca (quartiere periferico di Sarajevo) a cui non è ancora stato risolto il problema della casa. Circa una metà ha trovato immediata accoglienza nel villaggio di Mokro presso la caserma dell’esercito e presso parenti, mentre 40 famiglie – le più povere – hanno passato la notte all’aperto.
L’accaduto ha colpito persone che già vivevano una situazione insopportabile. "Non siamo mica delle bestie! Tutti noi viviamo in un centro collettivo da sette anni, e sono tre anni che continuano a prometterci una sistemazione definitiva" ha dichiarato un’anziana signora per Nezavisne Novine, riferendosi ai 105 appartamenti in costruzione a Luka e 67 case a Mokro vicino a Pale, che da tempo immemorabile dovevano esser loro consegnate. Per finire gli appartamenti mancano 1.300.000 KM, mentre per le infrastrutture di Mokro il buco è di 225.000 KM tra rete elettrica, acquedotto e collettore fognario.
In odor di campagna elettorale, molti i politici accorsi sul posto che si sono dichiarati pronti ad aiutare i senzatetto. Il Ministro per i profughi e gli sfollati della RS Mico Micic ha promesso che entro 50 giorni verrà trovata una sistemazione definitiva a tutte le famiglie. Nel giro di due giorni sono state trasferite 40 persone di quelle rimaste all’aperto sabato notte, nella caserma "Rajska dolina", mentre ai restanti lo stesso Ministro ha promesso di pagare l’affitto delle camere presso altri alberghi. Non da meno il Ministro per l’Edilizia e quello per lo Sport e per le Politiche giovanili della RS – Nedo Duric e Zoran Tesanovic – i quali hanno subito promesso l’erogazione di 300.000 KM a sostegno degli sfollati.
Immediate le reazioni del Sindaco di Srpsko Sarajevo, Predrag Lasica, che ha indetto per il giorno dopo l’accaduto una seduta straordinaria del consiglio comunale. Assicurati la copertura del trasporto degli averi delle famiglie fino ai nuovi alloggi temporanei e la fornitura regolare di cibo.
Si è speso in dichiarazioni di disponibilità anche il capo della missione UNHCR in Bosnia Erzegovina e coordinatore regionale per il sud est Europa, promettendo di collaborare con gli organi locali per offrire tutto l’aiuto necessario ai colpiti dall’incendio (Oslobodjenje, 09.09.2002, Nezavisne Novine, 9 e 10.09.2002).
Dov’erano tutti, nei sette anni passati?
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