Sarajevo: la fine senza gloria di un “bandito patriota”
Un difensore della città, ma anche un noto criminale. Ramiz Delalic "Celo" è stato ucciso lo scorso 17 giugno a Sarajevo. L’ennesimo episodio violento che fa pensare ad un regolamento di conti in atto in seno alla criminalità sarajevese
Di R.I, 30 giugno 2007, Oslobodjenje
Traduzione e selezione a cura di Le Courrier des Balkans e Osservatorio sui Balcani
Lirim Bytyqi detto "Svrka" e un’altra persona, la cui identità è ancora sconosciuta, sono sospettati di aver ucciso Ramiz Delalic "Celo" a colpi d’arma da fuoco mercoledì sera, verso mezzanotte, in centro a Sarajevo. Il ministero degli Interni del Cantone di Sarajevo ha reso noto che la polizia è ancora alla ricerca dei due sospettati.
Identificazione parziale
L’inchiesta condotta dagli ispettori del ministero degli Interni del Cantone di Sarajevo e la direzione federale di polizia – il cui direttore Zlatko Miletic ha dichiarato di aver individuato alcune piste relative all’omicidio – ha portato all’identificazione di uno dei due sospettati dell’omicidio. L’identità del secondo sospettato non è stata svelata.
Lirim Bytyqi, nato nel 1978 a Prizren, residente a Suva Reka Smetiste, in Kosovo, cittadino serbo, è stato ricercato dalla polizia più volte. E’ sospettato del tentativo d’omicidio di Amir Pasic "Faco". Pasic è stato ferito lo scorso 12 giugno nei pressi del locale "Hacienda Cantina Mexicana", nel quartiere di Bascarsija, Sarajevo, e l’inchiesta della polizia avrebbe portato a Bytyqi. Testimoni hanno dichiarato che il sospettato avrebbe teso un’imboscata a Faco, aiutato da un complice la cui identità è rimasta sconosciuta. Tutto è accaduto molto rapidamente, con le stesse modalità della sera in cui Ramiz Delalic è stato ucciso. Il corpo di quest’ultimo è stato ritrovato nell’androne di casa sua, in via Odobasina.
Testimoni dell’omicidio di Ramiz Delalic Celo ci hanno confermato di aver sentito più colpi di pistola quella notte e l’autopsia ha rivelato che Celo è stato colpito da più proiettili.
Di solito Ramiz Delalic e Amir Pasic erano alleati durante i regolamenti di conti nelle vie di Sarajevo. Uno di questi incidenti ha avuto luogo a Kosevsko Brdo nel 2005 e in quest’occasione Abdulah Sahmanovic ha ferito Pasic, che si trovava vicino a Delalic.
Muhamed Usanovic "Vojvoda", proprietario del club "Boémi", era nell’ultimo periodo il collega, amico e collaboratore più vicino a Ramiz Delalic. E’ stato a sua volta obiettivo di alcuni attacchi.
In particolare, nell’aprile di quest’anno, sono scoppiate due bombe nel giro di due giorni, una davanti all’abitazione di Delalic a Grbavica e l’altra presso l’automobile di Usanovic a Kosevsko Brdo. Gli autori di questi atti violenti non sono stati ancora identificati e la polizia non ha individuato alcun legame tra gli attentati dinamitardi e l’uccisione di Delalic.
La vita di Delalic, nato nel 1963 a Priboj, è stata violentemente interrotta a 44 anni. Era arrivato nella capitale bosniaca attorno al 1985-1986 e ebbe a che fare con la giustizia fin dal suo arrivo a Sarajevo. Sino allo scoppio della guerra, era sospettato di alcuni atti criminali, ma non era mai stato condannato.
Una vita criminale
All’inizio della guerra Delalic è stato incarcerato e condannato a tre anni di prigione. Ma dopo sette mesi è uscito grazie ad un’amnistia e poco tempo dopo è stato arruolato nell’esercito. E’ diventato comandante della nona brigata dell’Armata della Bosnia Erzegovina. Due dei soldati di quest’unità, Mustafa Hota e Enes Sarak, sono stati condannati rispettivamente a 10 e 9 anni di reclusione per crimini di guerra commessi a Grbavica nel 1993 contro civili di nazionalità croata.
Dopo la guerra ha trascorso sette mesi nel carcere di Zenica per aver aggredito un agente di polizia. Un’altra sentenza di condanna, a sei mesi di carcere, è stata emessa nei suoi confronti in Turchia, dove si era rifugiato nel 2002. E’ in quel periodo che è iniziata un’inchiesta a suo carico sulla morte di un convitato ad un matrimonio serbo, Nikola Gardovic. Poco dopo è stato avviato anche un processo che però non si è mai concluso.
Il funerale di Delalic ha avuto luogo sabato 30 giugno presso il cimitero di Kovaci.
Una ripresa dei regolamenti di conti?
Se si considera il fatto che Bytyqy è uno dei sospettati per l’omicidio di Delalic e che avrebbe sparato anche sul suo amico Amir Pasic Faco, a sua volta attualmente in fuga perché accusato dalla polizia di aver ferito Kenan Katica la scorsa settimana, a Sarajevo, è lecito chiedersi se si sia ufficialmente aperto un regolamento di conti tra i criminali di questa città …
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