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Russi in Armenia, alla ricerca di una vita normale

Con lo scoppio della guerra russo-ucraina sono migliaia i russi che si sono trasferiti in Armenia. Si parla di una vera e propria emigrazione di imprenditori russi con le rispettive famiglie. La maggior parte di loro sceglie di vivere nella capitale Yerevan in cerca di tranquillità e stabilità

30/05/2022, Armine Avetisyan -

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L’aeroporto internazionale di Zvartnots, situato nella capitale dell’Armenia, Yerevan, è stato molto attivo negli ultimi mesi. Il numero di aerei in atterraggio è aumentato. Provengono principalmente da città russe. A causa della guerra russo-ucraina iniziata nel febbraio di quest’anno, sono infatti molti i cittadini russi che scelgono di stabilirsi temporaneamente in Armenia. 142mila cittadini russi sono arrivati in Armenia nel primo trimestre del 2022.

Il trentenne Ilya Kuzmin è tra le migliaia di connazionali che  hanno scelto di vivere nella capitale Yerevan. Dice che qui trova la vita confortevole e che la gente è ospitale. "Ho lasciato tutto a Mosca: una casa, un’auto, un buon lavoro. Sono passati meno di due mesi da quando sono arrivato in Armenia. Ho portato con me mia moglie e il nostro bambino appena nato. Viviamo ancora con i nostri risparmi, ma presto dovremo fare qualcosa. Più va avanti, più ci convinciamo che il nostro futuro è in Armenia. Stiamo studiando la situazione, abbiamo intenzione di avviare un’attività qui, ma non abbiamo ancora certezze", dice Ilya, aggiungendo che, sebbene vivesse una condizione più lussuosa a Mosca, in questa fase della sua vita ha maturato la convinzione di aver bisogno di tranquillità e stabilità che, purtroppo, al momento non può trovare nella sua patria.

"Gli armeni sono molto gentili e ospitali. Ho amici armeni, conoscevo un po’ la mentalità, sapevo che sarei andato in un posto accogliente, ma i prezzi mi hanno sorpreso. Non sapevo che Yerevan fosse una città così costosa, ho sempre pensato che qui la vita fosse accessibile, ma non è così. Soprattutto i prezzi per l’affitto di una casa sono piuttosto alti, anche se, a quanto ho capito, i prezzi delle case sono gonfiati perché la domanda negli ultimi mesi è aumentata", dice Kuzmin.

Anche un’altra cittadina russa, Lyudmila, 43 anni, che si è trasferita in Armenia con la famiglia, è colpita dai prezzi per l’affitto. La sua famiglia, composta da tre persone, ha affittato un appartamento vicino al centro e dice di pagare circa 1000 dollari al mese per un trilocale.

"Non mi lamento, l’appartamento è ristrutturato da poco, ma quei soldi sono tanti per la nostra famiglia. In questo momento, però, non c’è alternativa. Abbiamo studiato bene il mercato immobiliare armeno: sappiamo che non troveremo niente di più conveniente dell’appartamento che abbiamo ora, ma abbiamo capito una cosa: se compriamo una casa con un mutuo, sarà più vantaggioso. Al momento stiamo affrontando la questione dell’ottenimento della cittadinanza; quando ci riusciremo, inizieremo il processo di acquisto di una casa con un mutuo. Se in futuro decideremo di non vivere in Armenia, la casa verrà messa in affitto", dice Lyudmila.

Lyudmila racconta che altre famiglie di alcuni suoi conoscenti si trovano in Armenia in questo momento. E in queste settimane hanno fatto conoscenza anche di altri russi. Dice che non tutti, come lei, hanno fretta di mettere radici permanenti in Armenia. Molti aspettano che la situazione geopolitica si calmi e poi sono intenzionati a ritornare in Russia.

Dal primo giorno della guerra russo-ucraina fino a metà aprile, circa 1.600 cittadini russi hanno richiesto la cittadinanza armena al Dipartimento passaporti e visti della Polizia di Stato. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, il numero di richieste è aumentato di quasi 8 volte.

"Mi chiedono spesso perché sono venuto in Armenia", racconta Misha, 22 anni, che poi si dà la risposta: "Volevo lasciare il nostro paese e in quel momento l’Armenia era il posto migliore per arrivarci senza difficoltà burocratiche. Ho preso un aereo e sono venuto".

Misha, che non ha alcun visto per recarsi nei paesi Schengen, considera l’Armenia un paese di transito. È a Yerevan da una settimana, ma non vuole rimanervi a lungo. Dice che, sebbene sia un paese accogliente e attivo, ha bisogno di qualcos’altro. "Andrò in Georgia, a Tbilisi, nel prossimo futuro, ci starò per una settimana e poi capirò cosa voglio. La guerra ha creato il caos nel mio cervello, non posso stare tranquillo da nessuna parte, sto ancora cercando la mia casa".

Misha guarda con invidia le persone che sono riuscite a mettere insieme i loro pensieri in questi giorni turbolenti e a continuare a vivere una vita normale. "Ho un amico che ha trasferito la sua attività a Yerevan. Vorrei essere come lui, vorrei non cedere alle mie emozioni e vivere, ma non ci riesco…".

In effetti, il numero di persone che sembrano essere riusciti ad affrontare la situazione in modo freddo non cedendo alle emozioni non è esiguo. Decine di migliaia di uomini d’affari hanno già trasferito la loro attività in Armenia.

"Stiamo assistendo a un’emigrazione imprenditoriale di qualità in Armenia: si tratta di circa 40-50 mila persone che hanno trasferito la loro attività in Armenia. Siamo nell’alta tecnologia e settori correlati", sottolinea Vartan Marashlyan, cofondatore e direttore della Fondazione Repat Armenia.

Gli stranieri che vengono in Armenia spesso iscrivono anche i loro figli a scuola e sono facilitati dal fatto che in Armenia vi sono ben 45 scuole in lingua russa, i cui studenti sono aumentati in questi giorni.

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