Tipologia: Reportage

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Romania: vallata di Jiu, i robot della speranza

Un concorso di robotica offre, ai liceali di due città minerarie della valle di Jiu, la speranza di guardare al futuro, grazie alla tecnologia

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(Pubblicato originariamente da Recorder, selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans e OBCT)

Vi è la Silicon Valley e poi vi è la Vallata di Jiu. Tra loro vi sono più di 10.000 chilometri, un oceano, due diversi continenti e il divario enorme tra lo sviluppo tecnologico della California e l’industria pericolante della contea di Hunedoara. Si potrebbe dire che la Silicon Valley e la Vallata di Jiu non hanno nulla in comune. Con l’unica eccezione, forse, di un gruppo di studenti della scuola tecnica Constantin Brâncuşi, a Petrila (20.000 abitanti) che sono in grado di sviluppare tecnologie d’avanguardia come gli americani a casa loro.

“Quello rosso e nero è Shadow”, spiega Adrian. Adrian Negoiță è a capo della squadra Wafy del liceo Constantin Brâncuşi che ha concepito questo robot. La sua passione per le nuove tecnologie è cominciata presto. “All’inizio era per i computer, poi per la parte logica e la programmazione e ora per la robotica. La maggior parte delle cose le ho imparate da solo, come ad esempio il codice di programmazione Java. Qui nessuno conosceva quel linguaggio. Poi ho imparato nozioni di meccanica con dei vicini di casa che avevano lavorato da meccanici, ma esclusivamente nel settore minerario. Io mi sono adattato come ho potuto, mi sono informato su Internet, che è il nostro migliore amico, e siamo riusciti a montare determinati meccanismi”.

Assemblare viti, calibrare le ruote, programmare le azioni che Shadow il robot deve effettuare. Un’attività che occupa tutto il tempo che i membri della squadra Wafy hanno dopo la scuola. Si ritrovano presso la scuola dell’infanzia del loro comune e lavorano, in una stanza vuota, a volte anche di notte, al posto di uscire come fanno tutti gli altri giovani di Petrila nel loro tempo libero.

“In ogni caso non c’è granché da fare qui” spiega Adrian. “Vi è solo una discoteca, ma non la consiglierei… sogno che la Vallata di Jiu divenga una sorta di Silicon Valley, che le aziende informatiche vengano qui e che si ripopoli, grazie alla tecnologia, questa regione quasi morta”.

Gli studenti di Petrila non costruiscono un robot solo per proprio esclusivo piacere. Si preparano per un concorso di robotica, il BRD First Tech Challenge 2019 , competizione tra licei che è alla sua terza edizione ed alla quale, quest’anno, partecipano più di 150 squadre. Per raggiungere la finale nazionale, la squadra di Petrila dovrà qualificarsi al concorso regionale a Timișoara. Quest’anno poi il campionato internazionale si terrà a Detroit.

Tutte le squadre hanno ricevuto un kit per la costruzione di un robot. Loro obiettivo: concepire, costruire e programmare meccanismi per farlo funzionare come un rover lunare: in modo possa evitare ostacoli, frantumare e raccogliere minerali e trasportarli.

La robotica può prendere il testimone dall’industria mineraria?

Lavorare sulla robotica in una città come Petrila che ha assistito all’affondamento dell’industria mineraria è più di una semplice attività doposcuola. È praticamente la sola cosa che, nella regione, offre la speranza ad alcuni giovani di uscire da un destino di povertà. Crescono così nella consapevolezza che potranno lavorare nell’industria di domani e che non seguiranno le tracce dei genitori che hanno lavorato per anni nelle miniere della regione per poi vederle ora chiudere, impotenti, una dopo l’altra.

Gabriela Nagîț è professoressa di tecnologia al liceo Constantin Brâncuşi, ha coordinato l’attività della squadra Wafy nel corso dell’anno. “Gli studenti che hanno partecipato a questo progetto non saranno certo obbligato ad emigrare nel Regno Unito per lavare od aggiustare macchine. Sono convinta vorranno andare all’università per continuare ad imparare”. La squadra riceve anche messaggi da studenti più giovani. “La robotica è il futuro, tutto dipende da voi, buona fortuna!”, vi è scritto su una cartolina che hanno ricevuto. Hanno presentato il robot e il loro lavoro alle altre classi. La loro avventura, forse, farà nascere altre vocazioni.

La squadra di Petrila ha già partecipato al concorso lo scorso anno. La giuria ha assegnato loro il premio Nation Through Education. Perché questi ragazzi hanno imparato da soli tutto quello che era necessario imparare sui robot, dalla programmazione alla costruzione ma anche perché Petrila aveva qualcosa di speciale. Gli studenti sono riusciti a mobilitare l’intera comunità attorno al robot: gli insegnanti, il sindaco, genitori e vicini di casa. Non vi è nessuno a Petrila che non abbia sentito parlare del robot. Il robot è divenuto parte della loro vita.

La città ha quantomai bisogno di questo piccolo soffio di speranza. “In questo momento, per noi, la città rappresenta la tristezza massima, sta morendo”, sottolinea Adrian Negoiță. La miniera di Petrila ha chiuso definitivamente nel 2015 licenziando i suoi lavoratori. Nel 1991, 11500 persone lavoravano a Petrila, su di una popolazione di 20.000 abitanti. Nel 2017 solo 3000 cittadini di Petrila avevano un lavoro. Cătălin Cenușă è un ex minatore. “Prima dei robot ci siamo noi, i lavoratori. Attualmente l’industria e a terra e va trovata un’alternativa”.

Vasile Negoiță, padre di Adrian, lavora ancora in una miniera della regione. È così da 25 anni, dal 1994. È stato assunto quando aveva 18 anni. “All’epoca era la sola opportunità, si era giovani, si aveva bisogno di soldi, si andava in miniera. Oggi i miei colleghi mi dicono scherzando ‘Non potresti dire a tuo figlio di farci dei robot che lavorino al posto nostro?’”.

RobotX, l’altra squadra della contea

Hunedoara, capoluogo della contea, è a 80 km da Petrila. Anche al liceo informatico Traian Lalescu vi è una squadra che si prepara per il concorso RobotX. L’anno scorso con un robot costruito qui si sono guadagnati il concorso nazionale e si sono qualificati per il concorso internazionale in Messico. Ed hanno vinto davanti a Singapore, la Germania ed altre 157 squadre.

“Quanto avvenuto in Messico ha avuto un grosso impatto”, racconta Darius Lorinczi, membro della squadra RobotX di Hunedoara. “È tutto iniziato con una squadra dei liceali delle ultime classi e poi, sulla base del loro esempio, si è verificata una sorta di epidemia di robotica”, racconta la professoressa Andreea Tripa. “Le cose sono cambiate”, rincara Răzvan Vîrtan, un altro membro di RobotX. “All’inizio ci si interessava più alla tecnologia, soprattutto i giovani. Quest’anno invece vi è una nuova squadra di First Tech Challenge e vi sono tre classi più giovani che stanno progettando robot con i Lego”.

Mircea Nistor, professore di fisica, è il mentore della squadra di Hunedoara. “In questo momento vi sono 70 studenti della scuola a lavorare sul robot. Sono ragazzi che, in pochi mesi, sono in grado di costruire robot spazzano la strada o che mettano scatole su degli scaffali. Speriamo che il loro numero aumenti ancora.

La città di Hunedoara (60.000 abitanti) ha vissuto per decenni attorno all’acciaieria della città, che ora è in declino. Negli anni ’90, la contea era tra le regioni industriali più sviluppate del paese. Più di 150.000 persone lavoravano nell’industria pesante. Oggi, il complesso metallurgico della città ha solo 700 dipendenti. "Il tempo dell’industria è finito", lamenta Bogdan Stan, genitore di uno studente."Oggi, in città, vi sono ben poche occasioni in cui i giovani possano imparare".

"Vogliamo riprenderci Hunedoara", dichiara Renee Toma, un altro membro del team RobotX "perché è una città molto … Non abbiamo più una stazione, non abbiamo più… Vogliamo fare progredire un po’ le cose". Răzvan Vîrtan: "Forse un passaggio – evidentemente con tempi necessariamente lunghi – alle nuove tecnologie potrebbe portare la regione fuori da questa situazione". Ecco un segnale che c’è un futuro, anche quando tutto sembra affondare.

 

Post-scriptum: le squadre di Petrila e Hunedoara hanno superato la prova di Timișoara qualificandosi per le fasi nazionali a Bucarest che hanno avuto luogo il 23 e il 24 marzo. Solo la squadra di Hunedoara è riuscita a qualificarsi per il concorso internazionale che si è tenuto a Detroit dal 24 al 27 aprile. Ma anche se la squadra Wafy non si è qualificata, uno dei suoi membri, Adrian Negoiță, per il suo impegno nel progetto di robotica, ha ricevuto una menzione speciale che gli ha permesso di partecipare al concorso di Detroit in qualità di osservatore.

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