Romania, un turismo che non decolla
Nonostante offra varie e interessanti attrazioni turistiche, dal mare alla natura incontaminata, dal Danubio ai monasteri ortodossi, la Romania ha una scarsa capacità di attrazione turistica. Il governo sta ora cercando di correre ai ripari per incoraggiare la presenza di turisti stranieri
La Romania vanta varie attrazioni naturali che potrebbero richiamare annualmente milioni di turisti stranieri. Eppure non è cosi. Da anni, le autorità sembrano impegnarsi senza successo in strategie e programmi che alla fine non giustificano i soldi spesi.
L’Associazione Nazionale delle Agenzie Turistiche (ANAT) invita il governo ad intervenire per spiegare la situazione. Secondo i dati rilasciati da un rapporto della Commissione europea per il turismo la Romania si colloca all’ultimo posto nell’UE per la presenza di turisti stranieri. Quindi arrivano pochi turisti in Romania e quel che spendono rappresenta solo il 14% del totale delle entrate del settore turistico, contro l’86% di quello dei turisti romeni. Si può dedurre che il paese dei Carpazi, Mar Nero, Delta del Danubio o dei monasteri ortodossi non beneficia attualmente di un’attività di incoming significativa.
L’Istituto Nazionale di Statistica (INS) precisa che nel secondo trimestre del 2023, per il 49,3% dei turisti non residenti il motivo principale del soggiorno riguardava viaggi d’affari (compresa la partecipazione a congressi, conferenze, mostre). Questo tipo di turismo rappresenta circa il 56,9% delle entrate totali dei turisti stranieri, con soldi destinati per l’alloggio (50,8%), ristoranti e bar (19,6%), per la spesa (13,5%).
Più della metà dei turisti non residenti che arriva in Romania (50,7%) viaggia per scopi privati: vacanze, acquisti, eventi culturali e sportivi, visite ad amici e parenti, cure mediche, religione, transito e altre attività.
Nel secondo trimestre del 2023 circa mezzo milione di turisti non residenti ha varcato le frontiere romene, la maggior parte proveniente da Italia e Israele (paesi che ospitano consistenti comunità di cittadini originari dalla Romania). La città più visitata resta la capitale Bucarest, seguita dalla contea di Brasov, e da quella di Cluj. Al polo opposto sono le contee del sud del paese come Teleorman o Giurgiu ma anche dell’est, come Vaslui.
Il divario dello sviluppo regionale in Romania
Secondo i dati pubblicati dal ministero per lo Sviluppo, la regione più sviluppata rimane Bucarest-Ilfov, mentre le contee di Vaslui, Botoșani e Călărași sono le più povere della Romania. Bucarest ha un Pil pro capite di quasi 27.000 euro ed è seguita da Cluj, con 14.000 euro e Timiș con 13.000 euro.
Le persone più povere vivono a Vaslui, con meno di 5.000 euro per abitante, Botoșani con 5.400 e Călărași con 5.600 euro (secondo i dati dell’INS del 2019).
Per quanto riguarda gli investimenti diretti esteri, che rappresentano una delle principali fonti di sviluppo di un’economia, si osservano le stesse grandi differenze tra il Nord-Est del paese e la regione del Centro-Ovest.
Si investe di più nella capitale Bucarest e nelle contee di Ilfov, Timiș, Brașov e Sibiu, mentre le contee meno attraenti per gli investitori restano Gorj, Mehedinți, Vaslui, Botoșani e Teleorman (nel sud ed est della Romania).
Il Governo lancia una nuova strategia per il turismo
Il potenziale turistico della Romania è molto alto, ha dichiarato nei suoi interventi Stefan-Radu Oprea, ministro dell’Economia, dell’Imprenditoria e del Turismo (MEAT), ma “il nostro Paese ha un problema in termini di infrastrutture.” Le autorità sembrano aver trovato anche la soluzione per un futuro incremento dei turisti stranieri. Si parla quindi di "investimenti strategici in infrastrutture, istruzione, marketing e promozione". Nella nuova strategia "l’attenzione sarà posta sulla qualità e sulla diversità dei visitatori, non sul numero totale di visitatori". Gli ingressi dovrebbero comunque aumentare considerevolmente, fino a 4,6 milioni di turisti stranieri nel 2035, secondo il documento "Strategia nazionale della Romania per lo sviluppo del turismo 2023-2035”.
La strategia propone un aumento graduale del numero di turisti stranieri in Romania: 2,8 milioni nel 2025; 3,6 milioni di turisti stranieri nel 2030; 4,6 milioni nel 2035, rispetto a 2,64 milioni di turisti stranieri nell’anno di riferimento 2019. Inoltre, il documento diffuso dal MEAT prevede un aumento degli incassi del turismo internazionale pari a 1,59 miliardi di euro nel 2025, a 2,27 miliardi di euro nel 2030 e a 2,99 miliardi di euro nel 2035, rispetto a 1,45 miliardi di euro nel 2019.
Secondo il documento diffuso dal MEAT durante un dibattito pubblico, il paese deve però affrontare ancora due grandi sfide: i turisti che attualmente visitano la Romania non spendono abbastanza e non si è in grado di attrarre turisti che abbiano l’opportunità e la volontà di spendere di più.
Dal punto di vista della competitività (Tourism Competitiveness Index, edizione 2019, elaborato dal World Economic Forum – FEM), la Romania si colloca al 56° posto su 140 Paesi, la Bulgaria al 49°, la Repubblica Ceca al 37°, l’Ungheria al 41°, la Polonia al 41°.
Nonostante abbia un punteggio medio nella maggior parte degli indicatori, la Romania si trova in una posizione bassa per quanto riguarda la priorità data dal governo all’industria del turismo e dei viaggi (120° posto), l’efficacia del marketing e del branding per attirare i turisti (103° posto), la spesa pubblica per lo sviluppo di questo settore (111° posto), la qualità delle infrastrutture turistiche (119° posto), la qualità delle infrastrutture stradali (113° posto) o la sostenibilità dello sviluppo dell’industria del turismo (113°).
La Romania continua ad occupare l’ultimo poste nell’UE per la presenza di turisti stranieri. Inoltre nel 2021 la permanenza media è stata di 2,2 giorni, sia per gli arrivi internazionali che per i turisti nazionali.
"Una durata così breve dimostra che la Romania ha un forte bisogno di sviluppare i propri servizi e prodotti per consentire ai turisti di trascorrere più tempo nella destinazione scelta e quindi contribuire in modo significativo all’economia del paese. Il soggiorno medio ha subito un processo di svalutazione negli ultimi dieci anni. Questa evoluzione è determinata dal cambiamento nel comportamento del consumatore, perché sempre più romeni trascorrono vacanze più lunghe all’estero e più brevi nel paese. Inoltre, più della metà di loro trascorre le vacanze in zone costiere o montane e, quindi, è importante diversificare l’offerta per poter rispondere alla crescente esigenza del mercato locale di trattenere le spese generate dai turisti nel paese, al fine di garantire un saldo positivo", afferma la nuova strategia del turismo, ancora in fase di dibattito pubblico.
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