Romania, tra CIA e UE
Domani Condoleezza Rice sarà alcune ore a Bucarest per sottoscrivere un accordo bilaterale con le autorità romene per l’installazione di basi militari USA su territorio romeno. C’è fretta di chiudere mentre su tutta l’Europa dell’est imperversa la polemica su presunte prigioni segrete della CIA dove sarebbero stati detenute (e torturate) persone accusate di terrorismo
In questi giorni la Romania sta per sottoscrivere un trattato che consentirà agli Stati Uniti di costituire basi militari sul proprio territorio nazionale. Allo stesso tempo il Paese si trova al centro di uno scandalo internazionale circa la possibile esistenza di prigioni segrete della CIA nell’Europa dell’Est ed in Medio Oriente, dove gli Stati Uniti avrebbero trasferito detenuti accusati o sospettati di terrorismo e di avere legami con Al Qaeda.
E’ stato il Washington Post, un mese fa, a lanciare questa vera e propria bomba mediatica sull’esistenza di prigioni segrete della CIA dove si praticherebbe anche la tortura. Questo in almeno otto paesi tra cui Tailandia, Afghanistan e alcune democrazie est-europee.
A firmare l’articolo-denuncia è stata Dana Priest, una delle giornaliste americane più esperte in problemi di sicurezza. Anche l’organizzazione per i diritti umani Human Rights Watch (HRW) ha annunciato di avere prove schiaccianti che dimostrerebbero che Romania e Polonia sono state coinvolte, insieme a stati del Medio Oriente, nello scandalo che delle presupposte prigioni CIA.
Prendendo spunto dall’articolo del Washington Post, HRW sostiene che almeno due paesi dell’Europa dell’Est detengono o hanno detenuto prigionieri sospettati di terrorismo che si ritiene siano stati sottoposti a torture. La Romania, paese candidato ad entrare nell’UE nel 2007 e la Polonia già membro, sarebbero pesantemente sospettate.
La Romania si ritrova nella lista degli stati contattati dalla CIA allo scopo di costituire prigioni segrete dove condurre prigionieri accusati o sospettati di terrorismo, scrivono ormai giornali di tutto il mondo. HRW dopo aver studiato i documenti di volo dell’aereo Boeing 737, serie N313P, è arrivata alla conclusione che nel settembre del 2003 l’aereo, partito da Kabul, avrebbe fatto scalo all’aeroporto Szymany, nelle vicinanze della città polacca Szczytno (a Nord di Varsavia) dove si trova una base dei servizi polacchi d’intelligence. L’aereo si sarebbe poi diretto verso la Romania facendo una sosta all’aeroporto romeno Mihail Kogalniceanu, vicino a Costanza, sul Mar Nero, e sarebbe infine giunto alla sua destinazione finale, il carcere di Guantanamo a Cuba.
Occorre aggiungere che in quel periodo la base militare di Kogalniceanu ospitava 3500 militari americani in attesa di sbarcare in Iraq. Polonia e Romania hanno respinto categoricamente tutte le accuse, affermando che gli scali dell’aereo non erano collegati in nessun modo al trasferimento di prigionieri. Ma secondo ufficiali polacchi un Boeing 737 con a bordo sette americani è atterrato a settembre 2003 nella base Szczytno-Szymany dove ha caricato altre cinque persone. Altre fonti sostengono anche che l’Albania e la Macedonia avrebbero collaborato con la CIA.
Molti politici internazionali hanno subito dichiarato che nel caso le accuse si confermassero vere l’adesione della Romania nel 2007 all’UE potrebbe essere rinviata, mentre la Polonia, stato membro, potrebbe perdere il suo diritto di voto nell’Unione. Il portavoce della Commissione europea Friso Roscam Abbing ha dichiarato che la Commissione verificherà le informazioni dell’Human Rights Watch e che inoltre tutti i 25 membri UE saranno interpellati in modo non ufficiale in merito alla rete delle presunte prigioni CIA. Anche l’opposizione democratica american ha criticato duramente l’amministrazione Bush in seguito alle informazioni svelate sul Washington Post. "L’America non significa questo. Sembra più il Cile sotto la guida dell’ex dittatore Augusto Pinochet", ha affermato il rappresentante democratico al congresso Jim Mc Govern.
L’aereo"bianco" Boeing N313P usato dalla CIA per trasportare i prigionieri e appartenuto fino a poco tempo fa alla società Premier Executive Transport Services del Massachusetts, USA. E’ passato poi in proprietà alla Kecher and Tate Management ed è stato rinominato con l’indicativo N4476S. Su vari siti internet ci sono numerose foto dell’aeronave sotto ambedue gli indicativi, atterrato nel periodo 20o3-2005 in diversi aeroporti del mondo.
In una lista presentata dalle autorità spagnole, la Romania è indicata come destinazione di un volo americano dell’anno scorso sulla rotta Guantanamo – Tenerife – Bucarest. Il documento è stato presentato al Parlamento di Madrid dal Ministro degli esteri, Miguel Angel Moratinos.
La lista contiene gli scali degli aerei americani. Madrid, che ora sta indagando sul caso sostiene che al momento non ci sarebbero prove di violazione della legge sul territorio spagnolo. Il nodo resta però se questi voli facessero parte del sistema segreto impostato dalla CIA per la gestione dei presunti terroristi (torture annesse).
Secondo la stampa spagnola all’aeroporto di Tenerife avrebbe fatto scalo il 12 aprile 2004 un aereo Gulfstream 4 (codice N85VM) proveniente da Guantanamo e diretto a Bucarest. La stampa e le organizzazioni per i diritti dell’uomo hanno sostenuto che l’aereo è stato utilizzato nell’operazione del rapimento dell’imam egiziano, Abu Omar, a Milano, nel febbraio del 2003. Gli aerei presenti nella lista spagnola sono registrati a nome di compagnie private ma diverse autorità hanno lasciato intendere che in realtà agivano per conto dell’amministrazione CIA – ha scritto il quotidiano spagnolo El Pais.
Per quanto riguarda invece le prigioni della CIA nell’est Europa – fatto respinto da tutti i paesi accusati – il Ministro degli interni della Repubblica Ceca, Frantisek Bublan, ha ammesso che "gli americani hanno fatto pressioni per istallare qui qualcosa del genere, ma non ci sono riusciti". Si trattava della possibilità di detenere prigionieri che dovevano essere portati alla base di Guantanamo e la cui appartenenza ad Al-Qaeda non era stata ancora provata.
Slovacchia, Ungheria, Romania e Polonia hanno respinto le accuse della stampa internazionale e di Human Rights Watch (HRW) sulla presenza di carceri USA sul proprio territorio. Il presidente romeno Traian Basescu, esasperato dalle domande di un giornalista francese, ha dichiarato che "non abbiamo centri per la CIA in Romania e non accettiamo che qualcuno parli di questo". In seguito alle accuse di diversi giornali internazionali, il Ministero romeno della difesa ha invitato i giornalisti a visitare la base militare di Kogalniceanu. Giorni fa, la BBC on-line ha sostenuto che i servizi britannici di spionaggio hanno ricevuto informazioni da una persona sospettata di terrorismo di essere stato interrogato dalla CIA " in prigioni segreti situate fuori gli USA".
A tutto questo si aggiunge la pubblicazione del portoghese "Focus" dove si sostiene che aerei CIA abbiano fatto scalo anche in Portogallo tra marzo e maggio 2005. Mentre il giornale britannico "The Guardian" scrive che gli aerei utilizzati dalla CIA hanno compiuto negli ultimi anni oltre 300 voli con scalo su aeroporti europei. Secondo i dati riportati da The Guardian ed ottenuti dall’amministrazione dell’aeronautica americana (FAA) il numero degli scali eseguiti in Europa è più alto rispetto a quello che si sapeva finora. La maggior parte degli scali compiuti dagli aerei CIA sono stati in Germania (96), seguita dalla Gran Bretagna (oltre 80 scali). Molto "ricercata" dalla CIA anche l’Europa dell’Est, con 15 scali solo nella Repubblica Ceca.
Sullo scandalo degli aerei CIA e delle prigioni segrete forse sparse sul vecchio continente, il Consiglio d’Europa ha aperto un’indagine coordinata dal parlamentare svizzero, Dick Marty, presidente della commissione per gli affari giuridici dell’APCE. Coincidenza o no, ma il primo paese visitato in questo contesto da Marty e stato la Romania. L’ufficiale del Consiglio d’Europa ha tenuto a dire alle autorità di non aver "alcun motivo di dubitare su quello che sostiene la parte romena. Ma non dobbiamo essere naif. Queste operazioni sono speciali e si fanno oltrepassando i canali diplomatici. Inoltre, si sa che i servizi d’informazione non dicono mai la verità".
Questa settimana sbarca in Europa anche il segretario di stato americano Condoleezza Rice. Domani sarà a Bucarest per tre ore per firmare l’accordo bilaterale che da luce verde all’installazione di basi americane. Firma fortemente caldeggiata dalle autorità romene timorose che gli americani avrebbero potuto cambiare idea.
Ma il Mar Nero sembra rivelarsi sempre più importante quale appoggio per raggiungere e tenere sotto controllo il cuore del Medio Oriente. E allora saranno 2300 i militari americani dislocati permanentemente in Romania. Saranno vari i contingenti ad alternarsi e faranno parte di un’unica unità, assieme ai militari USA dislocati in Bulgaria. Il centro di comando rimarrà in Romania.
Durante la sua tournée in Europa, la Rice andrà anche a Bruxelles, Berlino e Kiev. Dalla sua visita nel vecchio continente le varie cancellerie si aspettano spiegazioni circa i voli e le presunte prigioni della CIA. Comunque vada, sarà di nuovo un’occasione di dibattito o almeno di scambio di opinioni – se non di repliche – tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea che in più occasione si è vista al proprio interno numerosi "cavali di Troia": ex paesi comunisti, usciti all’influenza russa, ma fortemente attratti dagli USA.
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