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Romania: tacchi alti e crisi economica

Da anni ormai la Romania non è solo sinonimo di delocalizzazione. Ma anche di produzione propria. Non fa eccezione l’alta moda, nonostante la crisi economica

31/03/2011, Daniela Mogavero -

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Che la Romania non fosse più soltanto un Paese di delocalizzazione è realtà da anni e che il mercato dei consumatori romeni potesse assorbire sia le importazioni che la produzione di beni interna è altrettanto noto. Ma che anche la moda e l’alta moda romena potessero piantare radici non era un dato scontato. E se non fosse stato per la crisi economica il processo avrebbe subito un’accelerazione e non un arresto come avvenuto negli ultimi due anni.

La recessione prima e l’austerity poi hanno tarpato le ali ad alcune iniziative ambiziose come il centro commerciale Cocor, nelle vie storiche della Bucarest vecchia, che ancora non ha registrato il successo sperato. Nonostante la contingenza economica, però, gli stilisti romeni sono fiduciosi e alcuni hanno raggiunto già la soddisfazione della fama internazionale e di una clientela europea sempre più appassionata.

Mihai Albu, architetto delle calzature

Mihai Albu

E’ il caso di Mihai Albu, un vero e proprio architetto delle calzature, perché architetto è di formazione e scarpe disegna e produce per professione da anni. I suoi sandali, décolleté e stivali con tacchi più simili a grattacieli che a semplici scarpe hanno fatto il giro del mondo e le richieste di aprire negozi in franchising anche fuori dalla Romania non mancano, ma “la produzione di massa è assolutamente fuori discussione”, ha garantito il fashion designer.

Nel suo showroom di Bucarest a Boulevard Marasesti, Mihai ci descrive come nascono le sue creazioni che non prendono spunto “dal gusto comune, soltanto per aumentare le vendite. Cerco sempre di creare qualcosa di nuovo, di unico, di diverso. A volte il mercato risponde, altre no, è questione di fortuna – ammette – e di principi con cui fare i conti. Per me non c’è mai stato dubbio: sono ossessionato dalla perfezione delle forme”. E le creazioni di Albu lo dimostrano: “I miei studi di architettura mi hanno aiutato a sviluppare uno stile personale e un modo di pensare agli oggetti di design. Credo di poter dire che si tratta di una formula basata su intensi studi e una certa libertà di espressione dei concetti. Quando disegno mi sento come un bambino che gioca con le forme e con i colori. Creo qualcosa quando li ‘incateno’ in un oggetto. E’ un processo affascinante”.

Per Mihai Albu si sono aperte le porte anche dell’esclusivo mercato della moda italiana da cui ha ricevuto molte richieste: “Per i miei clienti all’estero ho aperto un negozio online e sto valutando le tante offerte per un franchising del marchio con una collezione che rifletta lo stile della casa. Sono molto tentato”.

Le creazioni di Silva e Anca Negulescu

Talenti in crescita anche a Iasi, dove le sorelle Silva e Anca Negulescu dal 2004 cercano di portare nelle loro collezioni la tradizione della famiglia che da sempre si occupa di tessuti e di sartoria e la modernità e l’unicità di un gusto romeno ma concettualmente europeo. Per la collezione primavera-estate 2011 “abbiamo creato un ‘personaggio’, come facciamo per ogni stagione, utilizzando inserti di pelle che completano l’immagine di una donna intelligente, sofisticata e con un tocco aristocratico. Il gusto nel vestire dei romeni sta cambiando considerevolmente ed è una cosa positiva – sottolineano Silva e Anca – a livello nazionale abbiamo avuto un’ottima risposta ai nostri modelli e ci stiamo espandendo in Europa, ma il prossimo obiettivo è partecipare alle sfilate internazionali, alle principali passerelle europee, perché amiamo il nostro lavoro e vogliamo farlo conoscere al mondo”.

E se l’economia in Romania stenta a ripartire, la speranza di una ripresa è all’orizzonte come dimostra la scommessa fatta sul fantasmagorico centro commerciale Cocor, riaperto nella capitale dopo due anni di ristrutturazioni e un investimento di 24,5 milioni di euro, con cinque piani di negozi per un totale di 10.000 metri quadrati. Dolce&Gabbana, Gucci, Chanel, Max Mara, Ginvechy, insieme a stilisti romeni come Albu e le sorelle Negulescu, hanno aperto i loro corner shop a Cocor, trasformando quella che era una destinazione delle casalinghe romene fino agli anni Novanta, in un paradiso dello shopping, ancora un po’ troppo deserto. Il centro commerciale, che punta ad attirare i clienti che cercano le grandi marche, non ha ancora completato l’assegnazione dei negozi e fino alla fine di dicembre gli affari non sono andati come sperato, ma l’ottimismo non manca, perché, ripetono in molti “esiste un potenziale” e il “mondo sta decisamente mettendo gli occhi sulla moda romena”, assicura Mihai Albu.

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