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Romania: sui vaccini si guarda all’Italia

In parallelo con l’Italia anche in Romania è in corso un acceso dibattito sul tema dei vaccini. E il governo ha pronta una nuova proposta di legge. Una panoramica

26/05/2017, Mihaela Iordache -

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Il dibattito sui vaccini in Romania è vivo ed è aumentato dopo la diffusione di un’epidemia di morbillo che ha colpito, a partire dal febbraio 2016, la Romania. Da allora, secondo dati del ministero della Salute, si sono registrati 5728 casi in 39 contee del paese (su 41) con 26 decessi. Secondo il ministro della Salute Florian Bodog il virus avrebbe lo stesso ceppo di quello che poi è comparso in Italia. Secondo L’Organizzazione mondiale della sanità la Romania occupa il primo posto in Europa per i casi di morbillo registrati, seguita proprio dall’Italia.

La diminuzione della copertura vaccinale nel paese è un dato di fatto. Da uno studio realizzato da Save the Children Romania nel 2015 risulta che il 31% dei bambini nei primi anni di vita non sono adeguatamente coperti da vaccinazioni, con la crescita dello 0,7% rispetto all’anno precedente. Le ragioni sono molteplici: sono sempre più le associazioni, personalità pubbliche e a volte i medici stessi a sostenere la libertà di scelta dei genitori se vaccinare o meno i propri figli; non vi è un’adeguata informazione sul tema; le difficoltà del sistema sanitario romeno fanno si che si registri una sistematica carenza di dosi di vaccino disponibili.

Il mondo anti-vaccini

Tra le organizzazioni in questi anni più attive nelle campagne anti-vaccino vi è l’organizzazione cristiano-ortodossa Pro Vita che “difende il diritto dei genitori all’autonomia nel prendere le decisioni sui propri figli e quindi anche il loro diritto di rifiutare la vaccinazione dei bambini”.

Dal canto suo il Patriarcato romeno – massima espressione della Chiesa cristiano-ortodossa nel paese – ha tenuto a precisare che questo tipo di campagne sono a nome delle associazioni che le promuovono, aggiungendo che la chiesa accetta e incoraggia le vaccinazioni a scopo terapeutico e non commerciale, pur specificando che dev’essere comunque rispettata la libertà dei pazienti.

“Il movimento” antivaccini è sostenuto con tenacia anche da alcuni personaggi pubblici, tra questi Olivia Steer, blogger romena che si è ritagliata grande spazio sui social network proprio sul tema dei vaccini. Quest’ultima ne denuncia la pericolosità e reclama il diritto dei genitori a poter scegliere.

I timori sulle possibili conseguenze drammatiche della somministrazione di vaccini sono molto diffusi sui portali e nei social romeni: sono numerose le testimonianze, poi riprese ampiamente dai mass-media, di genitori che denunciano che i propri figli si sarebbero gravemente ammalati a seguito della somministrazione di vaccini.

Poche informazioni e pochi vaccini

Nel paese manca di certo una politica d’informazione adeguata in merito ai vaccini e sui rischi legati al non vaccinare i bambini. Le istituzioni sino ad ora non sono riuscite con adeguate iniziative a rassicurare i genitori e superare la crescente diffidenza a vaccinare i propri figli.

A tutto questo va aggiunto la sistematica carenza di dosi di vaccino, lamentata dai medici romeni che hanno spesso denunciato su questo le lacune del ministero della Salute.

In queste settimane ad esempio i media romeni denunciano la mancanza del vaccino MPR (morbillo-parotite-rosolia) ed il governo di Bucarest ha richiesto ed ottenuto il permesso da parte dell’Ue di sospendere l’esportazione del vaccino MPR prodotto in patria in modo possa essere utilizzato per il consumo interno. 

Su Facebook sono inoltre numerose le denunce di genitori che intendono vaccinare i propri figli ma non riescono a farlo. Alcuni addirittura hanno annunciato, sempre sul popolare social-network, che si stavano organizzando con borse-frigo per andare da Bucarest in Bulgaria per acquistare le dosi di vaccino necessarie.

In merito alla disponibilità di vaccini il governo attuale, in carico dopo le elezioni dello scorso dicembre, si è difeso accusando il precedente esecutivo di non aver acquistato per tempo i vaccini, di aver organizzato gli appalti in ritardo e di aver selezionato produttori che poi, nonostante abbiano vinto gli appalti, non si sono rivelati in grado di rifornire in modo adeguato il settore sanitario.

Vista la situazione disastrosa il ministero della Salute sta valutando la possibilità di poter accedere ad eventuali riserve di vaccini di altri stati dell’Unione europea. La stampa romena non ha mancato infine di sottolineare che quest’anno dovrebbero essere immunizzati antipneomococco 180.000 bambini: il vaccino è stato inserito infatti in quelli consigliati da qualche anno ma non sono mai stati reperiti i fondi necessari ad implementare questa previsione di legge.

Obbligo, iscrizione a scuola, sguardo all’Italia

Intanto il ministero della Salute sta lavorando ad un progetto di legge proprio in materia di vaccini. Il ministro della Salute ha recentemente dichiarato che non sono in previsione sanzioni pecuniarie per i genitori ma si pensa alla necessità di mostrare i libretto di vaccinazioni per l’iscrizione dei figli ad asili e scuola dell’obbligo ed a questo proposito ha fatto riferimento e salutato positivamente il recente provvedimento adottato dal governo italiano.

Il disegno di legge secondo le prime indiscrezioni prevede il passaggio dalle attuali 5 alle 9 vaccinazioni obbligatorie. Nello specifico rientrerebbero nell’obbligo quelle contro epatite B, difterite, tetano, pertosse, poliomielite, morbillo, parotite, rosolia e tubercolosi.

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