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Romania sotto la soglia di povertà

Una calca di anziani, per ricevere qualche chilo pasta e zucchero. E’ accaduto a Sibiu, in Romania. Le immagini hanno fatto il giro del paese e hanno fatto discutere di povertà. Intanto il prossimo 9 dicembre si vota per le politiche

03/12/2012, Mihaela Iordache -

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Centinaia di persone si sono spinte con disperazione nei giorni scorsi a Sibiu, Romania centrale, per ricevere generi alimentari gratuiti donati dall’Unione europea. Ne potevano beneficiare pensionati (la pensione media in Romania è di 170 euro), disoccupati (ufficialmente nel paese sono circa 690.000), persone disabili, invalidi e vedove di guerra.

I gendarmi romeni hanno cercato con enorme difficoltà di mantenere l’ordine tra la gente. Ma gli incidenti non sono mancati. Con le lacrime agli occhi alcune persone raccontavano in seguito ai giornalisti di aver ricevuto colpi e botte nel caos creatosi. Ancor più difficile però esprimere a parole l’umiliazione e il dolore per essere arrivati a queste condizioni di povertà.

Chi è riuscito a resistere – e aveva i requisiti necessari – se ne è andato con 14 chili di farina, 800 grammi di pasta, mezzo chilo di biscotti, 7 chili di riso, 7 litri di olio, 3 chili di zucchero, 1 chilo di fagioli, 2 scatole di piselli, 2 scatole di pomodori, una scatola di passata di pomodoro e 5 chili di mais. Lo riporta nel dettaglio il quotidiano nazionale Adevarul.

Aiuti alimentari

Sono 19 gli stati membri dell’Unione Europea che ricevono aiuti alimentari per i loro cittadini: circa 18 milioni di persone ne hanno bisogno. Dei 500 milioni di euro di valore totale del programma per il 2013, 55.880.716 euro andranno alla Romania. Tra i paesi destinatari di aiuti alimentari anche l’Italia (98.269.857 euro) e la Francia (71.367.188 euro).

Il governo di Bucarest con un recente emendamento di legge ha aumentato il numero di persone che possono accedere agli aiuti alimentari provenienti dall’Unione europea. Con la crisi economica in corso inoltre è incrementato anche il numero dei poveri, sottolinea la stampa romena. Quindi, secondo le prime stime, l’anno prossimo saranno 800.000 romeni in più ad usufruire del programma sociale europeo. Il numero totale supererebbe ormai i 3,2 milioni di cittadini.

Soglia di povertà

La Romania è il secondo paese più povero dell’Unione, con il 40,3% della popolazione che vive al limite della soglia di povertà. Secondo l’UE una persona viene considerata povera se il suo guadagno è al di sotto del 60% del guadagno medio nazionale. L’Istituto nazionale di statistica romeno (INS) ha recentemente riportato che il guadagno medio nazionale dell’ultimo trimestre dell’anno scorso è stato di 884 lei procapite, equivalenti a circa 200 euro.

I conti sono presto fatti. E li hanno fatti anche in molti della stampa romena in questi giorni, dopo le angosciose immagini arrivate da Sibiu: oltre 8 milioni e mezzo di romeni (su una popolazione di circa 19 milioni) vivono con meno di cento euro al mese. E quindi al di sotto della soglia di povertà secondo i criteri UE. La Romania a breve potrebbe  “spodestare” la Bulgaria e diventare il paese più povero dell’Unione.

In questo quadro ha fatto notizia sui media del paese che mentre sono sempre di più le persone povere sta invece crescendo il numero dei cosiddetti pensionati di lusso. Ora sarebbero circa 450 e ricevono ogni mese pensioni che superano i 1000 euro. Tra questi ex magistrati ed ex dipendenti dell’esercito e del ministero dell’Interno. In Romania sono circa 4 milioni e 700 mila i pensionati e tra questi oltre 620.000 hanno una pensione al di sotto di 350 lei (circa 79 euro), il valore della pensione minima sociale.

Ma non va meglio per chi lavora. Il ministro del Lavoro, Mariana Campeanu, ha recentemente spiegato come il rischio di povertà fra le persone che lavorano supera il 17,3%, mentre in paesi come la Repubblica Ceca o la Finlandia questo speciale indice è di circa il 3,7%.

La politica cambierà qualcosa?

Nella Romania attuale la povertà assume dimensioni estreme, spesso disumane, con persone che vivono nei pressi delle discariche per nutrirsi di immondizie. A loro nemmeno i candidati alle elezioni politiche che si terranno il 9 dicembre prossimo hanno promesso nulla di buono. Forse anche perché molte di queste persone sono talmente emarginate da non avere neppure un documento d’identità e quindi non potranno votare.

In ogni caso – ogni 4 anni e nell’imminenza delle elezioni – di povertà in Romania si parla molto, e si promette di tutto. In particolare si promettono stipendi e pensioni più alte e tasse più basse. In questa campagna elettorale l’ARD (l’Alleanza Romania Giusta), all’opposizione, è da maggio che promette un aumento del fondo per gli stipendi pubblici addirittura del 50%.

Ma in genere tutti i candidati alla Camera e al Senato di Bucarest si mostrano molto generosi nelle loro promesse. L’Unione Social Liberale (USL), attualmente al governo, promette la costruzione di nuovi ospedali, autostrade, scuole e asili nido. Sempre l’USL pensa ad una contemporanea diminuzione graduale dell’IVA in modo di farla arrivare nel 2016 al 19%, così come lo era nel 2010.

Dal suo canto l’ARD promette l’ammodernamento delle reti di trasporto e aeroportuali nonché nuovi autobus e tram. Insomma una nuova vita. Impossibile elencare le promesse fatte dal partito populista di Dan Diaconescu (Partito del popolo-Dan Diaconescu -PPDD) per il quale sembra non esista alcuna limitazione nel budget statale.

In ogni caso, più si avvicinano le elezioni politiche e meno si parla di crisi economica. Come se si fosse già risolta con un colpo di bacchetta magica. E restano le molte Romanie, dove si fa la fila per l’I-phone e dove si attende l’ultimo carico di immondizia.

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