Romania: quando vince l’azzardo
La necessità era quella di far cassa in tempi di crisi. Ed allora in Romania è passata una legge molto discussa sul gioco d’azzardo on-line. Nonostante il parere contrario di Bruxelles
La Romania gioca d’azzardo e non solo in senso letterale ma anche figurato. Bucarest punta tutto sul poker e sui giochi online. Il Paese balcanico, infatti, ha approvato e fatto entrare in vigore una legge che regola il settore dei giochi d’azzardo online ad agosto nonostante le indicazioni negative della Commissione europea che aveva rigettato il disegno di legge e richiesto diverse modifiche al testo presentato nel 2009 a Bruxelles.
Il governo romeno, conscio della necessità di far cassa in tempi di crisi e di austerità, ha deciso di dare ugualmente il via alla nuova normativa passando sopra la possibilità che l’Ue possa avviare una procedura d’infrazione per la violazione delle regole sulla libera concorrenza. Probabilmente più della possibile multa, in caso di richiamo Ue, ha lusingato il richiamo dei centinaia di milioni di euro che il monopolio di stato potrebbe incassare da tasse e concessioni che dovranno pagare gli operatori dei giochi e poker online.
Per comprendere quanto possa valere per Bucarest il settore basta guardare ai dati del 2010 che parlano di 480mila romeni clienti abituali dei siti di gioco su web per un fatturato di 36 milioni di euro. Ma si tratta di stime approssimative, perché il fenomeno del gioco online è stato fino a questo momento molto sotterraneo e nella zona grigia del sistema fiscale romeno, preda spessa di operatori internazionali e su domini internet transnazionali e quindi difficilmente tracciabili.
La nuova legge, ultima tessera di un puzzle legislativo complesso, cambia radicalmente le carte in tavola, rendendo illegali scommesse sul web e soprattutto facendo diventare fuorilegge tutte le compagnie di “betting” che non hanno una sede legale in Romania.
Bruxelles storce il naso
Proprio questo è uno dei punti su cui la Commissione europea ha posto il veto, senza però incontrare la disponibilità di Bucarest a trattare o a modificare né in toto né in parte il testo: il ministro delle Finanze Bogdan Dragoi ha precisato che su questo aspetto Bucarest non è disposta a negoziare. “Vogliamo che gli operatori siano registrati in Romania per poter monitorare eventuali contravvenzioni o l’evasione fiscale – ha spiegato – riteniamo di aver introdotto tutte le modalità e le condizioni necessarie per operare in modo corretto e pensiamo che questo sistema di gioco possa funzionare in Romania se tassato”.
E proprio il gettito fiscale è la “mela” che fa gola al governo di Bucarest: le compagnie che si registreranno per diventare operatori del settore dovranno versare fino al 10% delle transazioni nelle casse dello stato e per ottenere l’autorizzazione, valida solo un anno e da rinnovare alla scadenza, il ministero delle Finanze chiede molte migliaia di euro: per esempio per il poker live ne servono 50mila.
Per mettere in piedi una simile attività, quindi, l’investimento si aggira intorno al milione di euro per ciascun player e il volume complessivo del settore, secondo le stime, potrebbe consentire al governo romeno di guadagnare da 80 a 130 milioni di euro all’anno. Da questo ricco tesoretto trarrà diretto vantaggio la società Loteria Romana, che detiene dal 1906 il monopolio del lotto e della lotteria in Romania. La compagnia, controllata dallo stato, ha registrato un fatturato di 262 milioni di euro e un profitto di 28 milioni di euro nel 2010, con un leggero calo che potrebbe essere riequilibrato facilmente dal gioco online.
Censura?
Un altro aspetto che resta in ombra, volutamente o no, è il ruolo dell’Agenzia che monitorerà il gioco d’azzardo online, gli utenti, gli operatori e la tassazione delle transazioni. Si teme, tra le altre cose, che la nuova istituzione possa travalicare i confini del suo ramo di competenza entrando direttamente nell’ambito della censura del web: l’organismo di controllo, infatti, può identificare e bandire i siti sospettati di operare illegalmente in Romania con scommesse online o con attività di pubblicità o marketing di società di “betting” internazionali (attività esplicitamente vietate dalla legge e due dei punti criticati duramente da Bruxelles).
I siti ritenuti responsabili della violazione saranno bloccati senza informare gli stessi gestori del fatto di essere stati messi in “lista nera”. Questo meccanismo ha sollevato i timori che l’agenzia possa abusare dei suoi poteri per operare una vera e propria censura in Romania. Sul tema gioco d’azzardo, quindi, vigila non solo Bruxelles ma anche le Ong. E il “montepremi” in palio è altissimo.
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