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Romania: l’irresistibile presa del potere di Liviu Dragnea

E’ attualmente il politico più influente della Romania. Una posizione di forza costruita, con pazienza, dal feudo di Teleorman. La vicenda politica di Liviu Dragnea

11/05/2017, Laura-Maria Ilie -

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(Pubblicato originariamente da Le Courrier des Balkans il 9 maggio 2017)

Difficile credere che l’uomo politico più potente della Romania era, in passato, un rocker. Eppure Liviu Dragnea aveva un proprio gruppo, gli “Ego”, insieme a due amici, Liviu Drobrescu e Mugurel Gheorghiaș. Fu durante i suoi studi di ingegneria, alla fine degli anni ’80. Ma questo figlio di “miliziano”, il nome dei poliziotti durante il regime comunista, nato a Gratia, nella regione di Teleorman, nel 1962, ha rapidamente indossato il costume-cravatta del politico, qualche anno dopo la caduta di Ceaușescu.

Nel 1994 entra nel Partito democratico (PD) e fa il suo ingresso sulla scena politica locale, due anni più tardi diviene prefetto della regione di Teleorman.

Rimane con questo incarico sino al 2000 quando diventa presidente del Consiglio generale di Teleorman. Nel 2001 entra a far parte del neo-nato Partito social-democratico (PSD) e viene eletto a capo del suo ramo locale nel 2005. Seguono tre mandati consecutivi alla testa del Consiglio generale di Teleorman sino al 2012, anno in cui diviene deputato e poi vice-primo ministro e ministro dello Sviluppo regionale e dell’Amministrazione pubblica nel governo Ponta.

Liviu Dragnea eredita poi la presidenza del PSD ad interim dopo le dimissioni di Victor Ponta, a seguito delle polemiche sorte all’indomani dell’incendio drammatico al Colectiv, il 30 ottobre 2015. Viene poi riconfermato nell’incarico a seguito di elezioni interne al PSD, in quell’occasione era l’unico candidato. Dopo le legislative del dicembre 2016 non è riuscito ad assumere l’incarico di primo ministro a causa del coinvolgimento in alcune vicende giudiziarie ed ha quindi optato per la presidenza dell’Assemblea nazionale.

I suoi casi giudiziari

Per un uomo politico di questo livello, in un paesaggio politico incancrenito dalla corruzione, avere sulle spalle due inchieste non è nulla di scandaloso. Tutto è relativo in politica. Liviu Dragnea è stato condannato a due anni di prigione con applicazione della condizionale per avere utilizzato la sua posizione per influenzare i risultati del referendum 2012 sulla destituzione del presidente Traian Băsescu. La sentenza è definitiva anche se Liviu Dragnea sta procedendo per contestarla davanti alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo.

Il secondo caso riguarda un’accusa di abuso di potere per assunzioni fittizie nella regione di Teleorman. Più precisamente è accusato di aver fatto pressioni perché non venissero licenziati e venissero dovutamente pagati due dipendenti del Servizio di assistenza sociale di Teleorman, tra cui sua moglie, che però nei fatti erano assenti dal lavoro e stavano lavorando per il PSD. Questo sarebbe avvenuto quando era a capo del Consiglio generale della regione. Il processo in questo caso sta subendo continui rinvii.

Dopo la vittoria schiacciante del suo partito alle legislative del dicembre 2016 e le proteste che ne sono seguite, alcuni giornalisti indipendenti rumeni si sono interessati al percorso politico di Liviu Dragnea. Rise Project, Digi24 e Hotnews hanno così rivelato le sue connessioni con ex compagni di liceo e numerosi uomini d’affari. E’ nell’immergersi in questa rete di conoscenze che si scoprono le basi del suo potere.

Dragnea dei boschi

Una delle inchieste, condotta da Rise Project si concentra su ettari di foreste nelle regioni di Teleorman e dell’Olt. Tutto è cominciato con “Turris”, un’associazione di caccia e pesca che Dragnea ha fondato nel 1998. Nel 2004, poco dopo la sua rielezione alla testa del Consiglio generale, passa la gestione dell’associazione ad alcuni amici. Il presidente è un suo amico storico, Petre Pitiș, oggi conosciuto per essere un suo “luogotenente” ma è coinvolto anche Marian Fișcuci, un amico del liceo.

Nel corso del tempo l’associazione ha acquisito diritti per cacciare su un gran numero di territori della regione, ed alcune concessioni sono state ottenute falsificando le firme di proprietari legittimi recalcitranti e bypassando le normative relative alla gestione delle foreste.

I dirigenti di Turris hanno inoltre fondato Danubius, un’associazione di proprietari terrieri. Coinvolti nelle due organizzazioni vi sono decine di amici di Liviu Dragnea, tutti membri del PSD e funzionari della regione di Teleorman. Attraverso le due organizzazioni possiedono il diritto a cacciare sul 14% della regione di Teleorman, per una contropartita di 23.000 euro all’anno.

Uno dei siti prediletti di questo gruppo di cacciatori è Zorile, nei pressi di Plopii Slăvitești, nel sud del paese. La foresta nella quale si trova questo luogo è stata acquistata da Petre Pitiș nel 2010, attraverso l’intermediazione della Gransiloz, un’azienda di cui Stefan Valentin Dragnea, figlio di Liviu, era azionario di maggioranza tra il 2015 e il 2016, prima di venderla alla Teldrum.

La Teldrum è un’azienda pubblica fondata nel 1998 dal Consiglio generale di Teleorman e poi privatizzata, quattro anni più tardi, su proposta di Liviu Dragnea. E i suoi nuovi proprietari fanno tutti parte della cerchia di Dragnea: Petre Pitiș e gli ex del suo gruppo rock Liviu Dobrescu e Mugurel Gheorghiaș. Negli ultimi dieci anni Teldrum ha monopolizzato i contratti pubblici a Teleorman e in altre regioni, da sola o in associazione con altre aziende ottenendo contratti pubblici per un totale di 1,6 miliardi di euro. Liviu Dragnea nega ogni legame con Teldrum e i suoi proprietari.

Il Brasile

Dragnea non si è accontentato delle foreste di Teleorman. Tra la metà degli anni ’90 e la metà degli anni 2000, ha acquistato a buon mercato numerosi terreni durante le privatizzazioni di beni fondiari statali. Ne ha rivenduti sei di questi nel 2009 a un compagno di università divenuto uomo d’affari, Costel Comana, per un milione di euro, ricevuti in contanti. Tre giorni dopo la transazione l’azienda di Comana, operante in ambito ferroviario, Regiotrans, ha sottoscritto un contratto addizionale con il ministero dei Trasporti, raddoppiando così le proprie attività su scala nazionale. E per anni Costel Comana ha ottenuto appalti pubblici a frotte.

Questo milione di euro non è mai apparso in nessuna dichiarazione dei redditi di Dragnea anche perché l’Agenzia nazionale per l’integrità (ANI), che dovrebbe monitorare tra le altre cose sui beni posseduti da eletti e alti funzionari pubblici, controlla i flussi di moneta contante semplicemente domandando alle persone coinvolte il quantitativo delle transazioni…

Costel Comana si è suicidato a bordo di un volo per il Costa Rica nel febbraio 2015, poco dopo che la Direzione nazionale anti-corruzione (DNA) aveva iniziato ad indagare su Regiotrans. In totale, il pregiudizio causato da Regiotrans nei confronti dello stato rumeno, è stato poi stimato attorno ai 250 milioni di euro.

L’uomo d’affari aveva inoltre numerose attività e proprietà in Brasile, dove Liviu Dragnea e altri uomini politici rumeni hanno trascorso delle vacanze, in particolare in una villa a Cumbuco. Quando il giornalista di Rise Project ha domandato al capo del PSD che ne avesse fatto con il milione di euro ricevuto, quest’ultimo ha risposto: “Ho comperato degli alberi di cocco”. Ha poi aggiunto, un anno dopo, che aveva utilizzato il denaro per costruire la sua villa ad Alexandria, nella regione di Teleorman. Anche Mugurel Gheorghiaș, ex membro del suo gruppo rock, ha avviato attività in Brasile investendo in hotel, ristoranti e nell’immobiliare.

Tutto è buono del maiale

Un’altra inchiesta, condotta da Marian Pavalasc e Dan Tapalagă di Hotnews si è interessata ad un allevamento di maiali su scala industriale con sede nella regione di Teleorman, di proprietà di Ștefan Valentin Dragnea. E’ attraverso la Teldrum che il figlio di Dragnea ne ha ottenuto la proprietà. Petre Pitiș l’aveva infatti acquistata per 115.000 euro, Pitiș l’aveva poi venduta alla Ludikon System, piccola azienda locale che l’ha poi ceduta a Ștefan Valentin Dragnea per 110 euro. All’epoca l’azienda aveva un giro d’affari di 8 milioni di euro e impiegava 151 persone. Sei mesi dopo il suo acquisto Ștefan Valentin Dragnea ha rinnovato il credito bancario dell’azienda, un credito i cui garanti altri non erano che Petre Pitiș e sua moglie.

Durante la campagna per le ultime legislative il PSD ha promesso un innalzamento delle sovvenzioni per due prodotti: i pomodori e la carne di maiale. Liviu Dragnea ha proposto l’iniziativa due anni dopo l’acquisto del figlio della “Ferma Salcia”. Il progetto di legge, non ancora approvato, prevede sovvenzioni per otto anni che arrivano, per chi possiede 200 maiali, a 10.000 euro all’anno. La “Ferma Salcia” del figlio di Dragnea può allevare sino a 20.000 maiali. Da quando è stata acquistata ha ricevuto circa 3 milioni di euro di sovvenzioni, in particolare di fondi europei.

Problemi con l’ex

Dopo l’ondata di proteste del gennaio scorso, Liviu Dragnea è, suo malgrado, sotto il fuoco dei riflettori. Per i suoi oppositori sarebbe stato lui il vero istigatore dei decreti d’urgenza. Il primo ministro Sorin Grindeanu e il ministro della Giustizia d’allora, che poi si dimise, Florin Iordache, avrebbero agito seguendo i suoi ordini.

Ma il capo del PSD viene contestato anche in seno al suo stesso partito. Il suo principale rivale altri non è che il suo predecessore e l’ex primo ministro Victor Ponta. Dopo le sue dimissioni da capo del governo quest’ultimo si è ritrovato in effetti ai margini, senza alcuna funzione di potere in seno al PSD. Non avendo più nulla da perdere Victor Ponta non si trattiene nell’attaccare Liviu Dragnea, denunciando in particolar modo la sua gestione autoritaria del partito e chiedendo le sue dimissioni.

Liviu Dragnea ha reagito accusando Victor Ponta e l’ex presidente Traian Băsescu di essere al soldo di George Soros e arruolati dai servizi segreti rumeni per destabilizzare il PSD. Al che Ponta ha controribattuto: “Per ciascuna menzogna su di me rivelerò una verità su di lui. E credetemi, ne so talmente tante che tra 5 anni non avrò ancora finito”.

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