Romania: i fumogeni della disinformazione
Sotto pressione per le ingenti proteste di strada il più potente politico della Romania Liviu Dragnea denuncia un tentativo di assassinio nei suoi confronti. Ma la polizia e le istituzioni preposte non ne hanno mai ricevuto notizia
Mentre la situazione sociale in Romania e sempre più tesa e non cessano le proteste di strada, Liviu Dragnea, il presidente del Partito Socialdemocratico, principale partito della coalizione al governo, nonché presidente della Camera dei Deputati – la terza carica nello stato romeno – distoglie l’attenzione pubblica con una clamorosa esternazione: l’anno scorso, ad aprile, vi sarebbe stato un tentativo di assassinio nei sui confronti. Lo ha dichiarato il 21 agosto.
Dragnea è il più potente politico romeno. È lui che cambia i primi ministri. Non può fare direttamente il premier – ma lo è de facto – in quando ha alle spalle condanne per la corruzione e abuso di servizio.
Dragnea però continua a presentarsi come vittima del sistema e martedì scorso in un’intervista in diretta su tv Antena 3 ha dichiarato: ”Ho subito un tentativo d’omicidio in aprile [2017]. Non voglio parlarne, perché non è il caso. Sono arrivati quattro stranieri in Romania… Siamo in uno stato mafioso. Lo stato parallelo è una mafia. Non posso dire questo [chi li ha pagati, ndr.]. Sì, un uomo molto conosciuto nel mondo. No, non penso a lui (Soros, ndr.). Lui pensa a me”, ha aggiunto Dragnea.
Dragnea ha poi fornito dettagli indicando l’albergo di Bucarest dove avrebbero alloggiato per settimane i quattro stranieri. Di seguito l’albergo tirato in causa ha preso le distanze da tale accusa. Si sono dichiarati non al corrente di tale grave fatto sia il SRI (Servizio romeno delle informazioni), che il SIE (Servizio delle informazioni estere) e gli organi giudiziari.
Mentre svelava in diretta il misfatto che sarebbe accaduto più di un anno fa, Dragnea ha completato il quadro della situazione romena affermando che non solo il suo più importante leader è in pericolo ma che le proteste del 10 agosto scorso sarebbero state un tentativo fallito di colpo di stato. E ancora: Dragnea ha dichiarato di non avere la scorta e di averla rifiutata in quanto non si fida del Servizio scorte guidato da Lucian Pahontu, che nel 1989 era un ufficiale della Securitate di Ceauşescu.
Dragnea quindi non ha fiducia nei Servizi, nella Giustizia e in generale nelle istituzioni dello stato.
Nel frattempo la coalizione da lui guidata sta modificando il codice penale, ha depotenziato l’abuso d’ufficio, ha ottenuto la rimozione della numero uno del Dipartimento Anticorruzione (il DNA) Laura Codruta Kovesi, sta rendendo sempre più difficile punire i politici corrotti. Leggi ad personam (Dragnea stesso, condannato per corruzione) vengono adottate dal Parlamento nell’indignazione dell’opinione pubblica, che continua a protestare.
Le reazioni
In seguito alle dichiarazioni di Dragnea, il Partito Nazionale Liberale, all’opposizione, ha rilasciato un comunicato stampa: ”Liviu Dragnea non lanci più nello spazio pubblico i fumogeni, così come ha fatto la polizia che ha lanciato gas lacrimogeni contro la popolazione [alle proteste del 10 agosto ndr]”.
Secondo i liberali , lanciando “diversioni improbabili” il presidente del PSD prova a coprire l’intervento ingiustificato delle forze dell’ordine sui manifestanti pacifici e di cancellare le impronte degli autori di quest’azione violenta.
Alina Gorghiu, ex presidente del PNL, si è detta invece convinta che sia stato proprio Dragnea a “portare“ alle proteste del 10 agosto in piazza ultras violenti per giustificare poi un intervento in forza dei gendarmi e compromettere l’immagine delle proteste pacifiche che si stanno tenendo senza interruzione di continuità dall’inizio dell’anno scorso. Anche il presidente del Partito Movimento Popolare (PMP), Eugen Tomac ritiene che Dragnea abbia “perso il contatto con la realtà” e lo paragona a Ceauşescu che affermava che agenzie straniere lo volessero eliminare, ignorando completamente il malcontento della popolazione.
Mentre Dragnea dichiara che le centinaia di migliaia di persone scese in strada stiano protestando perché guidate da interessi stranieri che vogliono destabilizzare il paese, la piazza chiede un nuovo governo e che la Romania continui la lotta alla corruzione. La società civile si sta mobilitando e sono ormai oltre un milione le firme dei cittadini che vogliono la modifica della Costituzione, per vietare a persone con trascorsi penali di accedere a cariche pubbliche.
La maggioranza attuale è uscita nettamente vittoriosa nelle elezioni del dicembre 2016 dove si è però registrata un’affluenza alle urne di solo 49% degli aventi diritto. Al governo assieme ai Socialdemocratici anche l’Alde (l’Alleanza dei Liberali e Democratici liberali, guidata da Călin Popescu Tăriceanu). Questi ultimi hanno preso di recente le distanze da Liviu Dragnea per quanto riguarda il desiderio di quest’ultimo di arrivare ad una sospensione del presidente della Romania, Klaus Iohannis.
Dal suo canto, il cofondatore del Movimento Romania Insieme, l’ex premier tecnocrate Dacian Cioloș ritiene che prima o poi la Romania dovrebbe arrivare ad elezioni anticipate: ”Se i Socialdemocratici continuano a pensare esclusivamente al proprio interesse ed al proprio partito, il governo Dancila dovrebbe andarsene nei prossimi giorni”.
Cioloș richiama inoltre un ruolo di mediatore del presidente Iohannis.
Social
Le dichiarazioni di Dragnea, secondo le quali sarebbe stato il bersaglio di un tentativo di assassinio, hanno provocato molte domande e una rilevante dose di scetticismo, sottolinea Euronews. Scetticismo che si è trasformato in scherno sui social media romeni: "I quattro assassini letali sono arrivati a Bucarest", si legge su Facebook dove in una foto compaiono i pinguini del film Madagascar, altri hanno suggerito che Dragnea abbia delle allucinazioni. Un articolo su Ziare.com titola ”No, non è pazzo” e si ricordano le violenze delle proteste del 10 agosto quando oltre 400 persone sono state ferite dai gendarmi.
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