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Romania: come la mafia dei boschi devasta la Bucovina

La Romania ospita metà delle foreste vergini d’Europa. Ora minacciate. Recorder si è recato in Bucovina sulle tracce della mafia del legname, tracce che portano ad un sistema corruttivo legato al Partito nazional-liberale

31/10/2019, Alex Nedea, David Muntean -

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(Pubblicato originariamente da Recorder, selezionato e tradotto da Le Courrier des Balkans e Obct)

È da trent’anni, a prescindere da chi stia governando il paese, che sia una fase in crescita o recessione, che i boschi della Romania vengono sistematicamente saccheggiati. In questi tre decenni si stima siano stati tagliati illegalmente 270 milioni di metri cubi di legname. 2 milioni all’anno. Ogni due alberi tagliati legalmente, uno lo è illegalmente.

In questi ultimi anni, a seguito di modifiche normative, volte a porre termine al fenomeno e alla messa in pratica di progetti di ispezione forestale, si sarebbe potuto credere che finalmente si iniziasse a proteggere le foreste romene. In teoria lo stato traccia tutti i camion che trasportano legname e i cittadini possono verificare in tempo reale sul loro cellulare se un camion che incrociano ha o meno l’autorizzazione per trasportare legname. In realtà la situazione rimane drammatica: si continua a disboscare illegalmente con la complicità passiva o attiva della autorità forestali, dalla base sino ai più alti livelli dello stato.

Il metodo dell’addizione

A fine agosto ci siamo recati nel villaggio di Moldovița, sede di una delle foreste secolari della Bucovina. Avevamo ricevuto informazione che in quest’area si facessero attività di deforestazione illegale. In quel periodo dell’anno non possono essere tagliati che alberi già a terra, sradicati, malati o secchi, quelli insomma “incidentati”. La vendita di tale legname avviene attraverso specifici bandi e il loro prelievo deve seguire regole ferree. Innanzitutto le autorità forestali pubblicano un inventario dei lotti di alberi messi in vendita, le guardie forestali marcano poi questi alberi con un martello speciale, con una numerazione identificativa univoca. Teoricamente le guardie forestali dovrebbero segnare solo gli alberi incidentati prima dell’avvio del bando. In realtà non segnano che una parte degli alberi e poi attendono di sapere chi ha vinto il bando. Si mettono poi d’accordo con l’azienda che ha ottenuto il lotto e, per gli alberi rimasti da segnare, non ne individuano di incidentati ma di sani, dal valore più alto sul mercato. Questo metodo viene chiamato “dell’addizione”. Il suo funzionamento ci è stato descritto sia dalle guardie forestali che da alcune aziende che lo praticano.

Un sabato pomeriggio, lungo una strada forestale di Moldovița, incontriamo Vasile Florescu, titolare dell’azienda Turculeț SRL. Ha appena finito di caricare un camion con 35 metri cubi di legname fresco, perfettamente integro, in una zona dove è permesso esclusivamente tagliare legname incidentato. “Non mi fate domande, tutto è a posto”, dice lui.

– Cos’è che non va con questo legname? Nessuno di questi alberi sembra danneggiato…

– Anche il legname fresco può essere danneggiato. È legname che ho acquistato.

– È segnato? Ce lo potete mostrare?

– Sì, sì è segnato, ma non ho tempo per mostrarvelo.

Qualche giorno più tardi: “Guardate che disastro hanno lasciato dietro di loro”. Gheorghe Oblezniuc è uno degli abitanti di Moldovița ed un ex guardia forestale che, in passato, è stato anche lui accusato di taglio illegale. Conosce tutti i metodi utilizzati dai ladri di legname. È attualmente in conflitto aperto con la cosiddetta “mafia del legname” e ci mostra alcuni alberi tagliati recentemente secondo il “Metodo dell’addizione”. Punta il dito verso un albero spezzato in due: “Questo sarebbe stato da tagliare, sicuramente era inserito nell’inventario. E guardate invece cosa hanno preso al suo posto”. Due metri più in là un ceppo. “Un albero perfettamente sano, segnato di recente. Un albero così fa tre metri cubi di legname, vale 250 euro”. Un po’ sotto è stato tagliato recentemente un altro albero. “Era in piena forma. Guardate come piange per essere stato tagliato”, dice Gheorghe mostrando la resina che traspira da ciò che rimane del tronco. “Il cuore è bianco, quest’albero era in buona salute”.

Visti i ceppi che all’evidenza corrispondono ad alberi che erano in piena salute ed il legname verde visto sul camion di Vasile Florescu chiamiamo il 112, servizio nazionale di emergenza. Forniamo la targa di immatricolazione del camion ed il funzionario al telefono ci assicura che tutto è in regola e che il trasporto era registrato. Il metodo dell’addizione permette a determinati trasportatori di saccheggiare il bosco sotto la copertura della legalità. Al telefono insistiamo, sottolineando che il legname non pareva essere schiantato. Il funzionario trasferisce la chiamata alla polizia. “Siete andati sul posto per verificare?”, chiede il poliziotto esasperato. Rispieghiamo tutto. “Mio Dio… allora verificheremo. Se non è vero ne subirete le conseguenze”. Questo modo di reagire ad una segnalazione di cittadini, che la polizia dovrebbe tutelare, ha l’apparenza di una intimidazione.

Il sistema nazionale di verifica dei trasporti di legname mostra così tutti i suoi limiti. I ladri hanno metodi così raffinati che i semplici cittadini non possono fare niente. Grazie al metodo dell’addizione il trasporto di Vasile Florescu e della sua azienda Turculeț SRL risulta nei registri legali quando tutte le prove suggeriscono invece che ha tagliato alberi che non dovevano essere tagliati.

Il giorno dopo ritorniamo in zona con due guardie forestali. Effettuano dei prelievi sul legno di uno degli alberi tagliati e apparentemente sani, per analisi in laboratorio. Ma l’indagine non preoccupa Vasile Florescu. In una registrazione audio realizzata a sua insaputa in un bar da un abitante di Moldovița, sembra convinto del fatto che l’indagine non porterà a nulla e che la collaborazione con le guardie forestali continuerà come prima: “Pago per ricevere il legname […] Sono loro che ne pagheranno le conseguenze, non io”. Vasile Florescu conversa assieme ad un’altra persona coinvolta nel taglio e quest’ultimo replica a Vasile Florescu: “Hanno preso dei campioni, li invieranno a Bucarest, ma le autorità non indagheranno, sanno che ne nascerebbero troppi problemi”.

Un capo forestale incardinato nel PNL

Questo dà un’idea della dimensione reale del sistema, che non è semplicemente questione di una complicità locale tra un imprenditore ed una guardia forestale ma piuttosto un sistema piramidale nel quale i ladri sono protetti dalle più alte sfere dello stato. Alla base della piramide vi è una guardia forestale che non può segnare il legname senza il via libera del proprio superiore, il responsabile del distretto forestale della regione, che conserva i martelli per la marcatura sottochiave, nel proprio ufficio. Per il distretto forestale di Moldovița, uno dei più ricchi della Bucovina, a ricoprire il ruolo è Georgel Zlei. Era infastidito del fatto che abbiamo chiamato il 112 e gli ispettori forestali, invece di chiedere direttamente di lui.

Due settimane dopo, è esattamente quello che abbiamo fatto. L’abbiamo avvisato dopo aver trovato delle prove che un’area era stata saccheggiata secondo il metodo dell’addizione. Vi siamo recati insieme a lui. Ha giustificato il taglio di alberi apparentemente sani per “fattori naturali destabilizzanti” come il vento e la neve. Abbiamo condiviso con lui informazioni che arrivavano direttamente da guardie forestali coinvolte nei tagli illegali. Le ha definite “accuse tendenziose e non provate”.

Georgel Zlei non è uno qualunque. Il suo passato è macchiato di accuse di furto di legname in tutte le foreste che ha amministrato. Numerose di queste accuse sono documentate anche dalla stampa nazionale. Nel 2001 Georgel Zlei è stato obbligato alle dimissioni da responsabile del distretto forestale di Tomnatic, nei pressi di Moldovița, dopo che centiania di alberi erano stati saccheggiati dai boschi che doveva proteggere. Al posto di essere avviata un’inchiesta, è stato promosso: quattro anni più tardi è stato nominato a capo del distretto forestale di Cârlibaba, una foresta ancora più ricca, sempre in Bucovina. Ed è stato un record: sono stati saccheggiati 50.000 m³ di legname, equivalenti a 30.000 alberi. Se ne è poi andato per essere nominato a capo del distretto forestale di Moldovița, che dirige ormai da dieci anni. Quando gli si ricorda di queste accuse replica: “I giornalisti, sapete come sono… La storia deve essere spettacolare per il pubblico”.

Georgel Zlei ha sempre mantenuto il posto nonostante le accuse di saccheggio. Chi conosce le dinamiche del sistema forestale della contea di Suceava sostiene che è avvenuto grazie alle sue connessioni politiche. Georgel Zlei è membro del Partito nazional-liberale (PNL, a cui appartiene il presidente romeno Klaus Iohannis e Ludovic Orban, che si prepara a diventare primo ministro). È stato a scuola e all’università assieme a Gheorghe Flutur, presidente del consiglio generale di Suceava e vice-presidente del PNL.

Questo metodo dell’addizione, grazie alla sua apparente legalità, è praticato in tutta la Bucovina, anche da aziende che appartengono direttamente a politici locali. Per esempio il sindaco di Moldovița, Traian Ilie, detiene un’azienda registrata a nome della moglie e del figlio. Dall’anno scorso quest’azienda è stata indagata per il furto di 500 m³ di legname.

Un cittadino contro il sistema

Tiberiu Boșutar dirige una piccola associazione civica, Asociația Moldovița, il cui scopo è proteggere le foreste della regione. Tiberiu ha ideato una tecnica ingegnosa per verificare i saccheggi: ha installato alla finestra di casa sua delle telecamere di sorveglianza. “Da tre anni osservo da casa mia i trasportatori di legname che entrano ed escono dal comune e tento di identificarli. All’inizio la situazione era drammatica. I primi mesi erano centinaia i camion che trasportavano legname sano uscendo da Moldovița e senza essere registrati o autorizzati”. Dal 2016 ad oggi ha segnato su un foglio di calcolo più di 8000 trasporti. Tra loro anche i camion del sindaco Traian Ilie. “Il sindaco mi ha denunciato, sono stato oggetto di indagine penale per installazione illegale di materiale di videosorveglianza”.

La denuncia non ha portato a nulla e il sindaco non è riuscito ad obbligare Tiberiu a disinstallare la sua attrezzatura. È grazie a lui che abbiamo ora tutte le immagini dei trasporti di legname che escono da Moldovița. Tiberiu verifica poi se i trasporti corrispondono alle autorizzazioni. Ha inoltre evidenziato le tecniche utilizzate dai trasportatori per far uscire molteplici trasporti di legname pur avendo un’unica autorizzazione. Ma lo stato romeno non vuole utilizzare la stessa tecnica di Tiberiu per verificare la legalità dei trasporti, anche se tecniche radar vengono utilizzate su grande scala per monitorare infrazioni stradali. “La polizia mi ha chiesto una cinquantina di volte le registrazioni per indagini in loro inchieste. In quel caso i video erano prove utilizzabili. Ma, apparentemente, non per il furto di legname… “, denuncia.

Un giorno Tiberiu Boșutar ha tentato un esperimento. Ha acquistato 100 m³ di legname fresco seguendo la via legale (90 euro al metro cubo per un totale di 9000 euro). Di questi 100 m³ ha ricavato 55 m³ di tavolato, venduto poi a 150 euro al m³ (8250 euro in tutto). “Non c’è bisogno di essere geni in matematica per capire che, anche con economie di scala, ma tenendo conto del costo dei dipendenti, degli affitti, dell’elettricità, se si seguono le vie legali è un’attività a perdere. Ai giorni nostri, a Moldovița, non è possibile lavorare legalmente”.

È per questo che gli imprenditori si ritrovano a dover acquistare ufficialmente legname danneggiato e poi, tramite mazzette, ad acquistare anche legname fresco a 45 euro il m³, cioè la metà del prezzo di mercato. Un circolo vizioso confermato dal titolare di una delle aziende che sfruttano il bosco a Moldovița: “Se si fanno le cose in modo legale non si ha alcuna possibilità di sopravvivere, occorre chiudere l’azienda”. La diffusione di questo sistema parallelo ha infatti condizionato il prezzo del legname fresco sul mercato ufficiale. Il prezzo di mercato non è quindi un prezzo “reale”, economicamente sostenibile per gli attori coinvolti, ma un prezzo influenzato dal mercato parallelo delle mazzette. Due anni fa Tiberiu Boșutar ha riunito tutti coloro che si occupano di risorse boschive della regione per tentare di convincerli a rompere insieme questo circolo vizioso. Senza successo. I titolari di queste aziende non intendevano o non potevano uscire dal sistema della corruzione ed hanno continuato ad acquistare legno illegalmente.

Quando un estraneo entra nel bosco, tutti i suoi movimenti vengono controllati. Durante la nostra inchiesta siamo stati sorvegliati. Un giorno, l’intimidazione è arrivata diretta. Un 4×4 ha tamponato intenzionalmente la nostra macchina. Un uomo è uscito chiedendo: “Perché filmate il bosco?”, “Siamo giornalisti, siamo in un luogo pubblico, abbiamo il diritto di filmare”. Gli abbiamo chiesto il nome, non ci ha risposto. Abbiamo poi indagato. Si trattava di Simion Chiruț. È il titolare di un’azienda forestale e noi stavamo filmando un suo deposito. Ma è anche consigliere comunale nel municipio di Frumosu, confinante con Moldovița, e membro del PNL.

Anche a Frumosu sono in atto deforestazioni illegali e chi prova ad allertare le autorità riceve minacce. “Lui [Simion Chiruț] è arrivato qui con alcuni uomini e ha detto che stavamo terrorizzando Suceava con i nostri controlli, le nostre denunce e le foto che facevamo nel bosco… e ci hanno presi a bastonate”. I fratelli Dumitru e Ilie Bucșă sono stati aggrediti nel bosco dopo aver denunciato l’inquinamento di un fiume della zona causato dalla deforestazione illegale.

[…]

Quando si tratta però del business del legname il colore politico sembra contare poco e la competizione tra partiti appare sospesa. A livello locale, è però il PNL che domina il paesaggio politico in Transilvania dove si trovano la maggior parte dei boschi in Romania.

Molti sindaci dei comuni della zona possiedono, tramite l’intermediazione di un membro della loro famiglia, un’azienda coinvolta nello sfruttamento del legname. Oltre al sindaco di Moldovița, Traian Ilie, è il caso ad esempio dei sindaci di Vatra Moldoviței (Virgil Saghin, PNL) e di Sadova (Mihai Constantinescu, PNL).

In questa regione sono i “forestali” a tenere alta la bandiera del partito. Gheorghe Flutur, presidente del Consiglio generale di Suceava e vice-presidente del PNL ha cominciato la sua carriera politica mentre dirigeva il distretto forestale di Suceava. Non è certo una coincidenza. Nei comuni che hanno sui loro territori ricche foreste i “forestali” vivono ascese politiche molto rapide. La loro influenza non è però utilizzata per la protezione del patrimonio naturale comune ma nell’arricchimento in affari privati che iniettano denaro anche nelle casse dei partiti politici. “E questi soldi non vanno certo alla gente dei villaggi”, assicurano dei boscaioli, a condizione di anonimato.

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Dopo l’inchiesta: dimissioni, un omicidio e pestaggi

La pubblicazione dell’inchiesta ha avuto varie conseguenze. Georgel Zlei ha dato le dimissioni. Romsilva e il suo direttore Gheorghe Mihăilescu, si sono impegnati per bloccare il “metodo dell’addizione”. La guardia forestale di Suceava ha annunciato controlli nei magazzini delle aziende nominate dall’inchiesta di Recorder.

Il ministero dell’Acqua e delle Foreste ha aperto una propria inchiesta. L’Asociația Moldovița di Tiberiu Boșutar ha ricevuto l’autorizzazione d’installare camere di videosorveglianza lungo i sentieri forestali. Per quanto riguarda l’aggressione e le minacce di morte alla guardia forestale Răzvan Cenușă quest’ultimo l’ha così spiegato: “Sono stato picchiato perché è a causa mia che Georgel Zlei se ne è dovuto andare e ora vi sono controlli nei boschi”. Tiberiu Boșutar analizza: “La partenza di Georgel Zlei non va giù al clan del comune e vi sono dunque ripercussioni. Perché chiunque apre la bocca subisce delle conseguenze a Moldovița”.

Le 16 ottobre scorso, dopo la pubblicazione di questa inchiesta di Recorder, Liviu Pop, una guardia forestale del Maramureș, è stato ucciso a colpi di fucile da caccia essendo intervenuto durante un taglio illegale di legname. È la seconda guardia forestale uccisa nel mese di ottobre. Il giorno dopo dell’omicidio è toccato a Răzvan Cenușă, guardia forestale che viene nominata nell’inchiesta di Recorder, essere picchiato e minacciato di morte da una famiglia che sfrutta il bosco a Moldovița.

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