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Riserve sulla Bulgaria

Il presidente della Commissione europea Barroso annuncia imprecisate "misure" che potrebbero accompagnare il prossimo ingresso della Bulgaria nell’Unione. Le reazioni del primo ministro, Stanishev. Il 26 settembre il rapporto finale della Commissione

11/09/2006, Rosita Zilli - Bruxelles

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Criminalità organizzata e corruzione. Sono questi i settori che causano maggiori ostacoli al processo di adesione della Bulgaria all’Unione europea. La data del 1° gennaio 2007, stabilita lo scorso aprile per l’ingresso in Europa di Bulgaria e Romania, sarà molto probabilmente rispettata dalla Commissione europea. E’ tuttavia altrettanto probabile che la Commissione inserisca nella relazione di progresso alcune clausole di salvaguardia che facciano riferimento ai settori più problematici.

Nel rapporto, che verrà presentato il 26 settembre, la Commissione difficilmente si esprimerà sulla necessità di rinviare di un anno l’adesione di Bulgaria e Romania mentre appare credibile la possibilità di inserire delle clausole di salvaguardia che permettano alla Commissione di vigilare sulle riforme adottate da Sofia.

E’ quanto traspare dalle parole del Presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, che, rivolgendosi alla stampa al termine del colloquio avuto con il primo ministro bulgaro Stanishev, ha ritenuto "difficilmente evitabili un certo numero di misure di accompagnamento nel caso in cui la data del gennaio 2007 fosse mantenuta", rifiutando tuttavia di pronunciarsi in modo dettagliato sul tipo e la portata di tali misure. "La Bulgaria – ha continuato – ha fatto immensi progressi, ma nel caso in cui il processo di adesione stabilito non fosse rispettato al 100%, sarà possibile dire: servono misure di accompagnamento, misure di salvaguardia".

Già pochi giorni prima, il commissario europeo all’allargamento Olli Rehn, in visita a Sofia, aveva spronato il governo bulgaro a operare ulteriori miglioramenti in vista dell’adesione all’Ue. Nel corso dei colloqui intrattenuti con Stanishev aveva chiesto "ulteriori progressi nella riforma giudiziaria, nella lotta contro la criminalita’ organizzata e contro la corruzione". Il commissario ha sì evidenziato i ”seri miglioramenti raggiunti in alcuni settori tecnici”, ma ha tuttavia richiesto ”ulteriori progressi”. ”Il mio desiderio è quello di vedere la Bulgaria membro dell’Ue nel gennaio 2007, ma il mio dovere è anche quello di garantire che il Paese entri una volta pronto", ha concluso Rehn.

Il Trattato d’adesione firmato nell’aprile scorso da Bulgaria e Romania prevede in verità già 3 clausole di salvaguardia. Oltre alla clausola che consente di rinviare l’adesione di un anno, ve ne è una di natura economica generale, una concernente il "mercato interno" ed una specifica relativa alla giustizia e affari interni. Quest’ultima può applicarsi qualora vengano constatate gravi inadempienze, o venga riscontrato il rischio di carenze nella trasposizione o nell’applicazione delle regole Ue riguardanti il reciproco riconoscimento in materia penale o in materia civile per un nuovo Stato membro. Le misure di salvaguardia in questo settore possono essere adottate per un periodo che può durare fino a tre anni dalla data d’adesione, ma possono essere prorogate se e finché l’inadempienza permane. Questo tipo di disposizioni sono esattamente identiche a quelle che figurano nel Trattato d’adesione dei dieci nuovi Stati membri che sono entrati a far parte dell’Unione europea il 1° maggio del 2004.

Il primo ministro Stanishev si è detto in ogni caso "ottimista" sulla relazione che Bruxelles consegnerà a fine mese, sostenendo che negli ultimi quattro mesi la Bulgaria ha fatto "grandi progressi" nei dossier più sensibili. Avanzamenti che troveranno la loro definitiva applicazione "entro il 26 settembre" e che sono stati sostenuti da un’ampia maggioranza in Parlamento. Stanishev non ha mancato di consegnare a Barroso una relazione di 500 pagine in materia in cui spiega i risultati conseguiti nei vari settori, compresi quelli definiti "particolarmente preoccupanti" dal secondo rapporto della Commissione del maggio 2006. Il capo del governo di Sofia ha riferito, per evidenziare i progressi in tema di lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione, che nelle ultime settimane sono stati messi sotto inchiesta magistrati, funzionari ministeriali, il direttore di un’azienda statale responsabile di malversazione per tre milioni di euro, persone implicate nel riciclaggio e sono scattate alcune inchieste parlamentari.

Quanto invece alla possibilità ventilata da Barroso di inserire delle clausole di salvaguardia, Stanichev non ha voluto commentare nello specifico, ma ne ha parlato nei termini di condizioni "ingiuste" dal momento in cui dovessero comportare una riduzione provvisoria dei fondi comunitari. Secondo il Primo ministro, "politicamente, sarebbe un errore dire: avete meno soldi", sottolineando che nei suoi contatti ufficiali con la Commissione, "nessuno ha mai sollevato l’eventualità di una sospensione dei fondi comunitari".

"So – ha detto il premier nel corso di una conferenza stampa – quello che il mio Paese ha fatto negli ultimi anni e gli sforzi compiuti non solo dal governo, ma anche dalla popolazione che si è molto sacrificata e spero che questi sforzi saranno rispettati”. Per questo Stanichev si è dichiarato "fiducioso" sul 1° gennaio 2007 come data di adesione del suo paese all’Unione europea. In caso di un rinvio, "l’Ue perderebbe credibilità nei confronti della popolazione bulgara che crede nell’Europa, nel cambiamento, nella trasparenza e nelle riforme e rafforzerebbe le forze politiche che si oppongono a tutto ciò". Sofia ha ora una manciata di giorni per fugare gli ultimi dubbi di Bruxelles.

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