Ripartire dalla biodiversità, dall’Olanda alla Slovenia
Nella recente "Settimana delle città e delle regioni" si è dibattuto di biodiversità e sostenibilità. Partendo dalle esperienze di due territori europei
“La perdita di biodiversità è un fattore chiave nel causare nuove malattie infettive e pone una serie di altri rischi crescenti per la società, la produzione alimentare, le imprese e l’economia globale. Affrontare il tema della protezione, la perdita e il ripristino della biodiversità è fondamentale per una ripartenza sostenibile e verde”. A parlare è Uroš Brežan, sindaco di Tolmino, cittadina slovena nella Valle dell’Isonzo a pochi chilometri dal confine dell’Italia.
Brežan – recentemente intervenuto ad uno dei seminari promossi durante la Settimana delle città e delle regioni, significativo momento in cui amministratori locali, rappresentanti delle istituzioni europee, attivisti, protagonisti del mondo economico riflettono e dibattono sullo sviluppo locale – ha portato l’esperienza di un territorio che ormai da tre decenni riflette sul tema dello sviluppo economico e della difesa e preservazione dell’ambiente.
“Nella nostra area è presente una forte cooperativa agricola che già 23 anni fa dichiarò la nostra valle ‘eco-regione’ equivalente degli odierni bio-distretti”, sottolinea Brežan aggiungendo che resta fondamentale, a livello europeo, provare a standardizzare cosa si intenda per biodistretto in modo da promuovere poi approcci sistematici in tutta Europa. “Occorre inoltre capire come un biodistretto possa contribuire alla difesa della biodiversità, ad uno sviluppo sostenibile e allo sviluppo rurale”.
Da Nieuwegein, città dei Paesi Bassi nella provincia di Utrecht, gli ha fatto eco Marieke Schouten, assessora locale alla pianificazione urbanistica. Anche a suo avviso la programmazione è essenziale per tutelare la biodiversità: “La biodiversità, tanto nelle aree rurali che in quelle urbane non può essere data per scontata. Nella progettazione urbana sono molte le priorità di cui tenere conto. La biodiversità è una di queste ma vi è anche il mettere a disposizione alloggi a sufficienza, la gestione del traffico e via dicendo. Servono strumenti adeguati per programmare e fare delle scelte. Noi ad esempio a Nieuwegein utilizziamo i cosiddetti SDG (Obiettivi per uno sviluppo sostenibile definiti dalle Nazioni Unite) come chiave di lettura nella nostra pianificazione urbanistica. La necessità di doversi adattare al clima è nella mente di molti ma occorre sviluppare strumenti che ci aiutino ad affrontare queste sfide”.
Per Marieke Schouten il limite principale che ci si trova ad affrontare in una progettazione rispettosa della biodiversità è quello della scarsità dello spazio: “Ve ne è bisogno per soddisfare le varie esigenze ed è poco. Per questo occorre trovare soluzioni che siano creative”.
I problemi di un contesto rurale, tornando in Slovenia, sono per molti versi all’opposto. Secondo il sindaco di Tolmino il problema principale è infatti il declino demografico, situazione che caratterizza molte aree rurali, in particolare nell’est Europa. Oltre a questo la valle dell’Isonzo si trova ad affrontare il tema della gestione di un forte flusso turistico, soprattutto nel periodo estivo. “È una risorsa, senza dubbio – chiarisce Uroš Brežan – ma occorre trovare il giusto equilibrio tra sviluppo turistico e impatto sull’ambiente”. La scorsa estate, spiega il sindaco di Tolmino, sono stati introdotti dei contingentamenti per l’accesso ad alcuni luoghi in modo da garantirne una fruizione positiva e rispettosa e infine si è aperto un grande dibattito sui festival musicali: “15 anni fa erano un motore di presenza turistica e la gente del posto ne era entusiasta. Ora meno. Ci si sta rendendo conto che grandi afflussi di persone rischiano di essere troppo impattanti”.
Come garantire il giusto equilibrio allora, garantendo anche opportunità lavorative per i giovani non spingendoli a cercare lavoro altrove? “Forse – spiega il sindaco di Tolmino – una risposta ce la sta dando la pandemia. Sempre più persone lavorano da remoto e i nostri territori garantiscono un’alta qualità della vita. Questa potrebbe essere una prospettiva su cui lavorare".
Come dimostra il sindaco di Tolmino, gli amministratori locali sono sempre più consapevoli del loro possibile ruolo nel fare scelte importanti per i territori in cui vivono in chiave di sostenibilità e biodiversità. “Occorre però ragionare di più su quali siano le pre-condizioni che garantiscono questo ruolo”, sottolinea Marieke Schouten. Anche Brežan concorda, e porta un esempio specifico. Il comune di Tolmino è da anni impegnato in programmi Interreg transfrontalieri con i vicini territori italiani. “Un anno fa ci siamo concentrati sul tema della mobilità assieme al comune di Cividale con l’obiettivo durante l’estate di creare una linea di autobus diretta. Obiettivo importante per territori che non sono connessi e per favorire il trasporto pubblico e la mobilità transfrontaliera. Alla fine ce l’abbiamo fatta ma è stato estremamente complesso far dialogare e conciliare due sistemi legali molto diversi tra loro. Progetti come questo vanno facilitati a livello europeo nel rendere più omogenei i contesti legali locali, solo così si potranno diffondere”.
Di comune i due territori hanno scoperto avere anche i tanti progetti di sensibilizzazione alla biodiversità nelle scuole. “Abbiamo in ogni scuola orti, coltivati dai ragazzi assieme spesso ai nonni” spiega Marieke Schouten “in alcuni istituti sono attività che funzionano bene, altri invece sono più in difficoltà perché hanno altre priorità, ma con i bimbi della città queste tematiche vengono spesso affrontate".
Questo avviene anche nella valle dell’Isonzo dove è stato promosso anche un progetto di budget partecipato che vede coinvolti direttamente i giovani: vengono assegnate delle risorse, i giovani sotto i 29 anni possono presentare dei progetti e delle proposte di cui viene valutata la sostenibilità ed infine sono gli stessi giovani a votare i progetti che verranno effettivamente realizzati.
Partecipazione dal basso quanto mai rilevante quando si parla della tutela dei territori. Lo ha sostenuto anche Josef Frey, tra i partecipanti all’incontro promosso presso al Settimana delle città e delle regioni, membro del parlamento regionale del Baden-Württemberg e membro dei Verdi al Comitato delle Regioni: “Il ripristino e la protezione della biodiversità sono una sfida che deve essere affrontata dalla società nel suo insieme. Gli approcci dal basso verso l’alto sono inclusivi ed efficaci. Per cambiare le cose esperti e cittadini devono impegnarsi ed avere l’occasione di lavorare insieme”.
Politica di coesione e biodiversità
La politica di coesione dell’UE è uno strumento importante per sostenere gli investimenti degli stati membri nella biodiversità, nella natura e nelle infrastrutture verdi. Nel quadro degli investimenti del periodo 2014-2020, sono stati stanziati 3,7 miliardi di euro di cofinanziamento UE in questo settore, a cui si aggiungono i finanziamenti nazionali. La politica di coesione è integrata da altre fonti di finanziamento dell’UE, come LIFE . Quasi 7 milioni di ettari – all’incirca le dimensioni della Lettonia – di habitat vengono sostenuti per raggiungere un migliore stato di conservazione.
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