Real Presence
Si è svolta dal 26 agosto all’8 settembre la decima ed ultima edizione di Real Presence, a cura di Dobrila Denegri e Biljana Tomić, con numerosi eventi in vari spazi della città di Belgrado. Abbiamo intervistato Valentina Miorandi, tra i più di cento artisti internazionali che vi hanno esposto le proprie opere
L’immagine sfocata delle mani di un prete al momento dell’eucarestia. I fedeli si susseguono, regolari. E per ogni particola consegnata scatta il tipico rumore del codice a barre, alle casse di un supermercato. E’ con il video Numerabilis che l’artista trentina Valentina Miorandi ha partecipato, nel 2008, a Real Presence, workshop-rassegna di arte contemporanea a Belgrado.
Valentina è ritornata a Belgrado quest’anno. Si celebrava la decima edizione di Real Presence, quella conclusiva. Dopo aver portato, dal 2001 ad oggi più, di 1400 artisti a Belgrado, dopo aver promosso la condivisione e il dialogo a livello internazionale, permettendo ai partecipanti di confrontarsi con realtà altre come Francoforte, Venezia, Istanbul e il Castello di Rivoli, le due curatrici, Biljana Tomić e Dobrila Denegri, hanno infatti ritenuto che l’obiettivo era stato raggiunto e che occorra ora proseguire con iniziative di altro tipo.
Real Presence ha infatti permesso ad una Serbia chiusa verso l’esterno, anche a causa del pesante regime dei visti a cui era sottoposta, di avere “il mondo in casa”. Ora la situazione è diversa. A Valentina Miorandi abbiamo chiesto di raccontarci Real Presence 2010.
Chi è l’artista Valentina Miorandi?
Lavoro con il video da vari anni, in ambiti che vanno dal documentario alla pubblicità. Sono diventata una video-artista quando ho incontrato una gallerista, Giorgia Lucchi, che mi ha aiutato a scoprire un ambito al di fuori delle tradizionali etichette, quello della video arte. In questo contesto riesco ad esprimermi liberamente, creando connessioni tra varie competenze, senza dovermi preoccupare di rientrare in scatolette pre-confezionate. L’ultimo mio lavoro in tal senso è stata la riscrittura dell’inno nazionale italiano, per realizzare il quale ho collaborato con un musicista ed un coro e che forse presto verrà suonato presso il Quirinale.
Dopo l’esperienza del 2008 sei ritornata a Belgrado quest’estate …
Allora presi parte al workshop promosso da Biljana e Dobrila. Un’esperienza stimolante, anche perché mai mi ero trovata a dover spiegare il senso del mio lavoro e della mia poetica ad un pubblico ampio di altri giovani artisti, provenienti da tutto il mondo. Quest’anno invece sono stata chiamata ad esporre presso Palazzo Italia, sede dell’Istituto di cultura italiano, un luogo che mi è sembrato fin da subito molto vivace e dinamico. Ho portato una mia fotografia, titolata “La resa dei conti con la storia”.
Più di 1400 artisti invitati in questi dieci anni, centinaia di eventi promossi, peccato che di Real Presence si debba ormai parlare al passato…
Biljana e Dobrila, le due curatrici, sono persone piene d’energia. Penso che ogni esperienza debba concludersi e questo permette ne nascano di nuove. Real Presence doveva essere una sorta di ponte che permettesse, dopo i frantumi degli anni ’90, un flusso dinamico di idee, energie, visioni. Così mi sembra sia stato.
Che impressione ti ha lasciato Belgrado?
Nel 2008 ero tornata più carica di energia. Quest’anno ho avuto, più di allora, la possibilità di girare di più la città, anche da sola. Ho trovato una città un po’ schiva, come se fosse girata dall’altra parte. Forse ormai tutto è in moto, in una direzione però che tende a rimuovere un passato troppo pesante.
L’esperienza di Real Presence ha influito in qualche modo sulle tue opere artistiche?
Non saprei. Certamente mi ha cambiato nella consapevolezza dell’importanza di fare rete. Ho trovato persone con le mie stesse necessità. In Italia vi è un panorama artistico pianificato e cristallizzato. Se non entri in contatto con le gallerie e con i critici giusti non fai molta strada. Ma ci sono anche molti giovani artisti impegnati a cercare una dimensione differente. E’ paradossalmente Real Presence che mi ha aiutato ad entrare in contatto con loro. Sono dovuta andare all’estero per far rete in Italia … Recentemente ci siamo visti con molte delle persone incontrate presso il BOCS di Catania. L’evento era chiamato “Riunione di famiglia” ed abbiamo discusso di come favorire lo scambio tra di noi e dare sostenibilità al nostro lavoro.
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