Proteste e celle
A Tbilisi proseguono le proteste per ottenere le dimissioni di Saakashvili. Le autorità aspettano che l’opposizione si stanchi, l’opposizione attende un errore da parte del presidente
Come aveva previsto la maggior parte degli esperti, le manifestazioni organizzate dall’opposizione per richiedere le dimissioni del presidente Saakashvili sono finite in una situazione di stallo: l’opposizione non ha abbastanza sostenitori per obbligare il capo dello stato a dimettersi, mentre le autorità non hanno mezzi che permettano loro di risolvere la situazione.
Chi sostiene l’opposizione non crede al presidente e non ha intenzione di lasciare la piazza finché non saranno i leader delle proteste a dirglielo. Allo stesso tempo, il governo non può porre fine alle proteste con la forza, perché sa che i suoi partner occidentali non potrebbero perdonare un comportamento di questo tipo.
L’opposizione
È evidente che l’opposizione è rimasta vittima del mito da lei stessa creato continuando a dichiarare di avere "il completo sostegno della società". Non vi è dubbio riguardo al fatto che il livello di popolarità di Saakashvili dopo la guerra con la Russia dello scorso agosto sia crollato. Questo però non significa che il livello di supporto per l’opposizione sia aumentato radicalmente: gran parte della popolazione si lamenta sia delle autorità che dell’opposizione.
Ciononostante, i leader dell’opposizione hanno preferito radicalizzare la situazione per mobilizzare al massimo i propri sostenitori, ponendo un’unica condizione: le dimissioni del presidente Saakashvili.
In un certo senso, i rappresentanti dell’opposizione hanno peccato di ingenuità. Sembravano convinti che dopo il 9 aprile tutti gli abitanti del paese sarebbero scesi in piazza dichiarando disobbedienza civile, gli uffici pubblici avrebbero smesso di lavorare, il traffico automobilistico si sarebbe interrotto…e così via. Così invece non è stato.
Giorgi Gachechiladze, uno degli ideologi delle proteste del 9 aprile, rapper, cantante e showman, aveva infatti dichiarato: "La città sarà completamente ferma non per opera nostra, ma sarà la gente a farlo, bloccheranno tutto. Sarà una definitiva espressione del fatto che il popolo è pronto a tutto per liberarsi dell’attuale gruppo al potere".
In realtà le cose sono andate piuttosto diversamente, visto che solo la manifestazione del 9 aprile è stata davvero di massa, con circa 20-25.000 persone, mentre nei giorni successivi non sono scese in strada più di 5.000-7.000 persone.
Non ha aiutato neppure il tentativo di portare attivisti dell’opposizione dalle regioni. Alcuni leader delle proteste sono riusciti a portare a Tbilisi circa 4.000-5.000 persone, ma questo non è stato sufficiente a portare ad una svolta.
L’opposizione cerca di mobilizzare il numero massimo di sostenitori, e a questo fine cerca di sfruttare ogni piccola rissa che ha luogo durante la manifestazione e dà massima visibilità ad ogni scontro o pestaggio di cui rimangono vittime i propri sostenitori. In secondo luogo, cerca di forzare le autorità ad intervenire con la forza per sciogliere le manifestazioni. Un tale sviluppo degli eventi potrebbe risvegliare uno slancio di malcontento nei confronti del governo e delegittimare Saakashvili a livello internazionale. Levan Gachechiladze, ex-candidato dell’opposizione alle scorse elezioni presidenziali, durante un intervento in piazza ha dichiarato: "In fin dei conti, o le autorità sciolgono le manifestazioni con la forza, oppure dimostrano debolezza".
Tutte le azioni dell’opposizione sono mirate a provocare le autorità e a tentarle ad usare la forza. Tende e finte celle che vogliono simboleggiare la "protesta contro uno stato di polizia" sono disposte per il centro di Tbilisi e causano traffico e lunghe code in tutta la città.
Tra l’altro, le celle sono per metà vuote, e durante il giorno non c’è praticamente nessuno.
Allo scopo di provocare le autorità, i leader dell’opposizione impiegano anche insulti personali nei confronti del presidente. Si riferiscono al presidente con termini ingiuriosi e lo accusano di essere un vigliacco, anche con manifesti o azioni teatrali, come ad esempio quando è stato liberato in aria un orsetto con il pannolino simboleggiante appunto Mikheil Saakashvili.
Le autorità
Le autorità georgiane hanno definitivamente imparato la lezione del 7 novembre 2007, quando in una situazione analoga il presidente aveva dato ordine di sciogliere la manifestazione con la forza. Quella decisione ha rovinato la reputazione internazionale di Saakashvili, ha aumentato sensibilmente il livello di sostegno per l’opposizione, e l’ha costretto a indire elezioni anticipate.
Per questo le autorità si comportano più che cautamente. La polizia rimane ad almeno 500 metri di distanza dai dimostranti per evitare qualsiasi provocazione. Inoltre, gira voce che il presidente abbia invitato degli specialisti francesi, i quali seguirebbero costantemente gli sviluppi delle dimostrazioni e cercherebbero di stabilire quando sarà possibile sciogliere le manifestazioni senza conseguenze negative.
Allo stesso tempo, le autorità offrono di iniziare negoziati per discutere di qualsiasi tema, ad eccezione di elezioni anticipate.
"Abbiamo offerto all’opposizione di tenere incontri confidenziali il 18 e 19 aprile per discutere di quelle importanti questioni su cui è possibile avere un dialogo. Ma l’opposizione ha risposto con dichiarazioni che non lasciano alcuno spazio al dialogo. Noi abbiamo proposto loro schemi e meccanismi precisi per condurre i negoziati, un’ora e un luogo. L’ordine del giorno che proponiamo non è cambiato: una riforma costituzionale che permetta di aumentare i poteri del Parlamento, il codice elettorale, e metodi per risolvere le attuali difficoltà economiche", ha dichiarato il presidente del Parlamento David Bakradze.
Ciononostante, l’opposizione, temendo di perdere il supporto dei suoi sostenitori, si rifiuta categoricamente di condurre dei negoziati su qualsiasi tema, tranne le dimissioni del presidente.
La comunità internazionale
È evidente che la comunità internazionale, e in particolare USA e Unione Europea, non sostengono le richieste radicali dell’opposizione. Il 7 novembre 2007 e la guerra dello scorso agosto hanno sì rovinato la reputazione di Saakashvili, ma non a tal punto da far sì che l’Occidente sostenga un’opposizione divisa e poco organizzata, i cui leader non condividono niente se non il desiderio di far dimettere il presidente.
A riprova di questo, nel pieno delle manifestazioni, il ministro degli esteri georgiano si è incontrato a Washington con Hillary Clinton – un chiaro segnalo che, con qualche cautela, Saakashvili rimane un leader accettabile per gli Stati Uniti.
Allo stesso tempo, EU e USA giudicano positivamente le azioni dell’opposizione quale esempio di protesta democratica.
Questa posizione è stata espressa chiaramente dal rappresentante dell’Unione Europea nel Caucaso meridionale Peter Semneby. "Questioni e problemi politici non devono essere risolti in piazza, ma al tavolo dei negoziati. Mi sono incontrato più volte con i leader dell’opposizione. Capisco le loro posizioni, ma ritengo comunque che i problemi vadano risolti al tavolo dei negoziati", ha dichiarato il rappresentante dell’UE.
Attualmente non si conduce però alcun negoziato e la situazione rimane invariata. Le autorità aspettano che l’opposizione si stanchi, l’opposizione aspetta che le autorità commettano uno sbaglio.
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