Protestano i lavoratori della azienda elettrica macedone
La ristrutturazione in corso, in vista della inevitabile privatizzazione dell’azienda elettrica macedone, ha scatenato una serie di proteste dei lavoratori licenziati. Scontri con la polizia e qualche ferito
Mercoledì 16 luglio i lavoratori licenziati dalla "Elektrostopanstvo na Makedonija" (ESM – la azienda statale che fornisce l’energia elettrica) sono scesi in strada e hanno protestato davanti al Parlamento della Repubblica di Macedonia. Le loro richieste erano rivolte ad ottenere un incontro con i rappresentanti del Parlamento.
Per chi non lo sapesse, circa 1.000 impiegati sono stati licenziati dalla ESM, come parte del progetto di ristrutturazione della compagnia elettrica prima della inevitabile privatizzazione. La guida della ESM, inclusa l’Unione indipendente degli impiegati alla ESM, si è accordata sul piano di ristrutturazione già nel 1997. Alcuni formulari sono stati distribuiti agli impiegati per stimare la loro produttività ed è stata stilata una lista di gradimento, dopo di che è stata presa la decisione su chi sarebbe stato licenziato.
Ad ogni modo, tra i lavoratori licenziati ci sono persone che, per esempio, sono laureati con lode e pieni voti presso la Scuola di ingegneria elettrica di Skopje, persone sulle quali la stessa compagnia ha investito parecchio, inviandoli in vari paesi europei per svolgere programmi di addestramento, ma tra i lavoratori che rimarranno senza lavoro si trovano anche numerosi impiegati dell’amministrazione, autisti, portieri, ecc.
Vale la pena di notare che l’ESM, a causa del suo status di azienda pubblica, è stata usata dal precedente governo della VMRO-DPMNE, come un utile strumento per la campagna elettorale. Durante la campagna elettorale per le elezioni del 2002, circa 800 persone furono impiegate, molte delle quali erano membri di partito, altri perché avrebbero offerto il loro appoggio elettorale al suddetto partito. Ora, alcune delle persone che furono impiegate per ragioni più semplici, come il fatto di essere altamente qualificati, sentono di essere trattati come mere pedine e resi vittime nel conflitto politico tra il VMRO-DPMNE e il suo avversario, ora al governo, il SDSM.
Gli impiegati si sono pure rivolti al proprio sindacato, il quale non ha fatto nulla per proteggere i loro diritti. L’Associazione dei sindacati della Macedonia (SSM) ha annunciato che prenderà provvedimenti disciplinari contro la guida del sindacato della ESM, e ha promesso un aiuto legale e l’assistenza ai lavoratori licenziati.
Tuttavia, dopo alcune settimane di proteste di fronte agli uffici della ESM (nel centro di Skopje), quando i lavoratori hanno bloccato l’edificio in modo così efficace che la direzione è stata costretta a chiamare la polizia per assicurare un cordone di sicurezza per l’ingresso, i lavoratori licenziati hanno deciso di inoltrare la loro causa al Parlamento. Essi hanno chiesto, come abbiamo già detto, un incontro con i rappresentanti del Parlamento per poter presentare le proprie richieste. Ma quando buona parte delle loro richieste è rimasta senza riposta, hanno caricato l’edificio del Parlamento, cercando di forzarlo per entrarvi. Nei due tentativi di sfondamento si sono scontrati con la polizia e come risultato della mischia e del fracasso dieci manifestanti e due poliziotti sono rimasti feriti.
I deputati del VMRO-DPMNE, i quali non hanno perso occasione per guadagnare qualche punto a favore del loro populismo, hanno abbandonato la sessione in corso e sono scesi per cercare di portare la calma. Per il resto della giornata, i lavoratori e la polizia si sono posizionati l’uno di fronte all’altro lungo i due lati del boulevard che passa di fronte al Parlamento. I manifestanti, riparatisi dal sole nel Parco della Donne Combattenti hanno precisato che continueranno la loro battaglia per la giustizia.
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