Presenza OSCE in Albania: essere o non essere?
Infuriano le polemiche intorno al rapporto OSCE sul Paese: alta la natalità e l’inflazione? Ma chi l’ha detto che non va bene?
La stampa albanese reagisce vivacemente alla pubblicazione del rapporto OSCE sullo stato del Paese. Le reazioni hanno preso di mira la parte del rapporto OSCE dove si mettono in relazione il rischio di disordini e la crescita demografica e dell’inflazione. Mentre la stampa dell’opposizione ha apprezzato il rapporto OSCE interpretandolo come un’ulteriore conferma della difficile situazione del Paese di cui sarebbe responsabile il governo socialista, la stampa indipendente lo ha analizzato con occhio critico.
Il giornale Korrieri (07.06.2003) in un articolo dal titolo "L’Albania non è l’Uganda" scrive che le dichiarazioni dell’OSCE su possibili disordini non dovevano essere rese pubbliche perché possono avere conseguenze sull’economia e sugli investimenti stranieri. Secondo Korrieri la struttura della società Albanese, nella quale predominano i giovani, è uno degli aspetti migliori del Paese. Il giornale scrive che l’Albania non è l’Uganda, dove l’alta natalità si accompagna anche con un alto livello della mortalità e dove le inumane condizioni di vita portano a disordini sociali.
Il giornale Shekulli (8.06.2003) nel suo articolo dal titolo "L’ultimo stupore della ambasciatocrazia Albanese" scrive che le reazioni a Tirana di fronte al rapporto OSCE è quello che si aspetta da un regime ambasciatocratico, ovvero dove le decisioni finali spettano agli ambasciatori stranieri presenti nel Paese: "L’opposizione ha salutato l’obbiettività del rapporto mentre la maggioranza al governo, con una cortesia che deriva dal forte complesso di inferiorità, ha avanzato interpretazioni vagamente positive". Il giornale accusa il capo della OSCE a Tirana di irresponsabilità e lo descrive come un diplomatico a cui interessa un’Albania in crisi per giustificare il suo posto ed il suo salario.
Lo stesso giornale in un altro articolo intitolato "OSCE e i rischi dell’Albania" (10.06.2003) sottolinea il fatto che "per la prima volta nella storia della presenza dell’OSCE nel paese, le cause dei problemi non si vedono nella politica ma nella situazione economica del Paese". Il giornale accusa gli esperti OSCE di impreparazione professionale nell’analizzare la realtà economica e sociale Albanese. L’articolo afferma che l’inflazione al 4,5% non può essere la causa di disordini. Il problema maggiore, secondo l’articolo, sta nell’ "alto grado di monopolizzazione e nel basso livello di concorrenza e liberalizzazione dell’economia Albanese. Ciò si accompagna all’approfondirsi del divario tra un gruppo di oligarchi e il resto della popolazione". L’articolo identifica l’altro grave problema del Paese nella mancanza di politiche di sviluppo e l’alto livello di disoccupazione. Comunque, il giornale considera come indispensabile la presenza OSCE nel Paese almeno fino alle elezioni amministrative previste per l’ottobre 2003.
Il giornale Koha Jone (07.06.2003), infine, nel suo articolo "OSCE, essere o non essere" fa riferimento ad una dichiarazione del ambasciatore albanese presso la sede OSCE a Vienna, Zef Mazi, il quale ha chiesto il ridimensionamento del ruolo dell’organizzazione in Albania. Gli argomenti dell’ambasciatore sono l’esistenza di un consenso politico nel Paese, di un presidente eletto consensualmente e delle riforme promosse da entrambe maggioranza ed opposizione. L’ambasciatore Albanese all’OSCE Mazi ribadisce che l’Albania di oggi non e quella del 1997 e del 1998, dunque il lavoro dell’OSCE a Tirana ormai deve essere concentrato sulle priorità ed i bisogni del paese.
Vai al rapporto OSCE
editor's pick
latest video
news via inbox
Nulla turp dis cursus. Integer liberos euismod pretium faucibua