Politica e giustizia spettacolo
Il vicepresidente dei socialdemocratici macedoni (SDSM) viene arrestato di fronte alle telecamere. Scoppia la polemica: il VMRO del premier Gruevski appoggia l’operato dei giudici, l’SDSM parla di giustizia spettacolo e lascia il parlamento
Sabato 26 luglio il nuovo parlamento macedone si riunirà per votare la fiducia al governo disegnato dalle recenti elezioni, e composto dai due grandi vincitori il VMRO (Organizzazione Interna Rivoluzionaria Macedone) da parte macedone e la DUI (Unione Democratica per l’Integrazione) da quella albanese.
Ma, colpo di scena, VMRO e DUI andranno da soli in parlamento. I maggiori partiti di opposizione infatti, i socialdemocratici macedoni (SDSM) e il Partito Democratico degli Albanesi (DPA) hanno deciso di boicottarne i lavori.
Il DPA ha annunciato la sua mossa alcune settimane fa, quando è divenuto evidente che non avrebbe fatto parte del prossimo esecutivo. Il SDSM invece ha annunciato l’intenzione di boicottaggio alcuni giorni fa, in segno di protesta contro l’arresto di Zoran Zaev, vicepresidente del partito e sindaco di Strumica.
Il 17 luglio, in mattinata, Zaev è stato portato nella Corte di Giustizia di Skopje insieme ad altri cinque suoi collaboratori di Strumica. Tutti in manette, comprese alcune impiegate di mezza età. Le troupe televisive erano pronte ad aspettarli. Come al solito, la notizia era stata lasciata trapelare arrivando così ai media. Zaev e i suoi collaboratori sono stati accusati di abuso d’ufficio riguardo alla costruzione di un nuovo e moderno centro commerciale a Strumica, aperto nei primi mesi del 2008.
Quello di Zaev è solo l’ultimo di una lunga serie di arresti spettacolari di fronte alle televisioni, portati a termine durante il mandato del primo ministro Nikola Gruevski.
Alla notizia dell’arresto di Zaev, l’intero gruppo dirigente del SDSM si è recato di fronte al tribunale di Skopje, improvvisando una manifestazione di protesta. Le forze speciali della polizia erano già sul posto. Tra i socialdemocratici e la polizia c’è stato qualche spintone, mentre i primi chiedevano a gran voce la liberazione del proprio compagno di partito. Dopo alcune ore la situazione è tornata tranquilla. Più tardi, a notte fatta, e dopo dodici ore di interrogatorio, i giudici hanno deciso di rilasciare Zaev e i suoi collaboratori.
I sospettati sono quindi tornati a Strumica, dove Zaev è stato accolto come un eroe. Una vera folla lo ha atteso, e lacrime di gioia hanno rimpiazzato quelle di disperazione versate in precedenza. Una banda di ottoni rom, convocata al quartier generale dei socialdemocratici in città, ha reso l’atmosfera ancora più gioiosa. La democrazia ha vinto, hanno dichiarato Zaev e i suoi compagni di partito.
Il giorno successivo Radmila Sekerinska, presidente del SDSM, ha annunciato l’intenzione della formazione politica di abbandonare il parlamento.
Durante le proteste di fronte al tribunale della capitale, l’ex premier Vlado Buckovski ha dichiarato che l’intera faccenda lo faceva sentir male. "Questo arresto parte da motivazioni politiche ed avrà conseguenze politiche molto serie".
Buckovski ha dovuto subire un trattamento simile a quello riservato a Zaev soltanto alcuni mesi fa. Accusato di abuso d’ufficio nel periodo in cui era ministro della Difesa, anche Buckovski era stato arrestato di fronte alle telecamere. Allora anche la reazione dell SDSM fu la stessa: i compagni di partito si radunarono di fronte al tribunale e ne chiesero la liberazione. Buckovski, il cui processo è attualmente in corso, ottenne di potersi difendere da uomo libero. Altri accusati, invece, hanno dovuto subire la carcerazione per un certo periodo.
"Il governo di Gruevski sembra voler continuare sulla strada dell’intimidazione", ha aggiunto poi Buckovski.
Nei giorni successivi all’arresto di Zaev, SDSM e VMRO hanno continuato a scambiarsi accuse. L’SDSM ha accusato gli avversari di voler instaurare una dittatura, di perseguire gli oppositori politici e dell’abuso di diritti umani, soprattutto della presunzione di innocenza. Il VMRO a sua volta ha risposto sostenendo che i socialdemocratici vogliono interferire nel lavoro della magistratura minacciando i giudici e ha polemicamente proposto di votare una legge che garantisce l’immunità a tutti i membri dell’SDSM.
La verità, naturalmente, come spesso succede, si trova da qualche parte nel mezzo. L’SDSM sta interferendo con quella che rimane soprattutto un’inchiesta giudiziaria, con l’obiettivo di provocare una crisi a poche settimane dalla più grande sconfitta subita dal partito nella sua storia. E se Zaev è davvero colpevole, chiedono gli analisti?
"Se i socialdemocratici restano fuori dal parlamento, e poi Zaev si rivela colpevole, c’è il rischio che le mosse del partito vengano interpretate come un tentativo di interferire con la giustizia", ha commentato il professor Jovan Donev, dell’Eurobalkan Institute.
E’ anche vero, però, che gli arresti-spettacolo di fronte alle telecamere emettono giudizi di colpevolezza ancor prima che il processo venga iniziato. Anche se il sospettato viene poi assolto, rischia di rimanere segnato per sempre.
"La giustizia televisiva non ha niente a che vedere con la lotta contro corruzione e crimine, né con la presunzione di innocenza", ha dichiarato Saso Ordanovski di "Transparency Macedonia". "La situazione è andata fuori controllo, e questo ha poco a che fare con la democrazia".
Molti analisti hanno concluso che l’SDSM non può ribellarsi al fatto che uno dei suoi sia stato messo sotto inchiesta, ma che abbia comunque il diritto di protestare se questo accade.
Anche il Comitato Helsinki per i Diritti Umani ha messo in guardia il governo dalla violazione della presunzione di innocenza, che diventa implicita con gli arresti-spettacolo.
D’altro canto, critiche di ogni tipo sono piovute sulla decisione dei socialdemocratici di abbandonare il parlamento. "La gente li ha eletti, e paga perché seggano sui seggi del parlamento", ha detto il professor George Ivanov della facoltà di Legge dell’Università di Skopje.
Un appello all’opposizione a tornare in parlamento, per lavorare alle riforme, è arrivato anche dalla Commissione Europea.
Per il momento, però, l’SDSM non sembra voler tornare indietro. In una riunione tenuta a Strumica, visto che Zaev non può lasciare la città in attesa del giudizio, la direzione del partito ha infatti confermato la posizione presa.
"Se la settimana scorsa alcuni di noi si chiedevano se non avessimo per caso superato il limite, ora siamo convinti di aver preso la decisione giusta", ha detto la Sekerinska dopo la riunione, aggiungendo poi che, visto che il VMRO non vuole un dialogo democratico, può proseguire sulla sua strada da solo.
Il VMRO ha utilizzato i pochi giorni senza opposizione in parlamento per approvare in fretta decine di provvedimenti legislativi, incluso il nuovo statuto parlamentare, che regola le attività dello stesso organo legislativo.
Le tradizioni democratiche vogliono che questo venga approvato su una base consensuale tra maggioranza e opposizione, e l’Unione Europea ha richiesto che lo stesso avvenga in Macedonia, come precondizione all’apertura dei negoziati sull’ingresso del paese in Ue. Sia Bruxelles che Washington hanno espresso quindi tutto il loro disappunto sul fatto che lo statuto sia stato approvato dalla sola maggioranza.
Il nuovo governo, che potrà contare su una solida maggioranza, vedrà la luce sabato 26 luglio. La democrazia va avanti, anche se a modo tutto macedone.
Entrambi i contendenti della disputa in atto dovrebbero tornare sui propri passi. Gli sforzi del governo nella lotta alla corruzione sono da salutare positivamente, ma il linciaggio mediatico non è giustizia. L’opposizione, a sua volta, dovrebbe abbandonare i panni della vittima innocente, e cominciare ad agire con responsabilità.
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