Papavero da oppio, tornerà nei campi della Macedonia del Nord?
Per secoli il papavero da oppio è stato coltivato con grande successo in quella che oggi è la Macedonia del nord. Dopo i divieti dell’epoca jugoslava, c’è ora chi vuole reintrodurlo per le necessità (legali) delle industrie farmaceutica e dell’alimentazione
Negli ultimi due secoli, il papavero da oppio è stato una delle principali colture agricole nei campi macedoni. Era quasi vietato nell’ex sistema socialista, ma dopo diversi decenni, nonostante le rigide norme e regolamenti, si sta cercando di ripristinare la tradizione della coltivazione di questa pianta nella Macedonia del Nord.
Come coltura agricola, il papavero era così presente che compare addirittura sullo stemma nazionale della Macedonia, creato nel 1946. In Jugoslavia, però, la sua produzione fu notevolmente ridotta e quasi vietata per non consentirne il commercio illegale, perché da esso si possono ottenere anche gli oppiacei.
Ora nella Macedonia del Nord ci sono norme e regolamenti rigidi per la produzione del papavero, e alcune persone stanno ora cercando di restituirlo ai campi perché è semplice da coltivare grazie al clima vantaggioso per questo tipo di coltivazione.
Riportare il papavero nei campi della Macedonia del nord?
Aleksandar Dimitrievski è un giovane imprenditore, proprietario di un’azienda che collabora con gli agricoltori e offre loro un acquisto garantito: secondo la legge, utilizza i semi di papavero per la produzione di prodotti farmaceutici e come integratori alimentari.
Secondo Aleksandar il papavero è molto facile da coltivare e il 90% del terreno fertile della Macedonia del Nord è adatto a questa coltura.
“Il papavero può essere piantato dalla prima alla sesta classe di terreno fertile. Non può essere piantato solo in zone collinari e ventose, perché quando soffia il vento semplicemente spazza via i papaveri. Non richiede molto lavoro, non necessita di irrigazione, cresce e basta, non ha bisogno di pesticidi, ma solo di fertilizzanti naturali”, dice Aleksandar.
Il papavero ha un gambo con una "testa", o capsula, in cima, colloquialmente chiamata peperone (чушка) in Macedonia del nord. Si pianta a settembre e si raccoglie a giugno e luglio dell’anno successivo. Dalla "testa" si prelevano i semi e si ricavano due prodotti: il collagene di papavero e l’olio di papavero, utilizzati come prodotti farmaceutici, ma anche nell’industria alimentare.
“I valori nutrizionali dei semi di papavero inalterati sono affascinanti e rivoluzionari. Trovano applicazione nella dieta moderna, che aggiunge un contributo all’immunità dell’organismo umano”, sottolinea Aleksandar.
A parte il suo potenziale commerciale, Aleksandar afferma che la sua idea di rilanciare la produzione del papavero fa parte del suo sogno di apportare un cambiamento alla società macedone. Ha iniziato la sua attività imprenditoriale con la raccolta e il trattamento degli oli alimentari esausti, con l’obiettivo di preservare l’ambiente, visto il rilascio incontrollato nella natura. Successivamente ha lavorato anche nel settore della selezione e trattamento del vetro.
Nella Macedonia del Nord la coltivazione del papavero è attualmente considerata pari a circa 25 ettari in totale, ma secondo le ultime tendenze potrebbe aumentare in modo significativo nei prossimi anni e, secondo alcune analisi, potrebbe raggiungere i 200 ettari. I dati disponibili sul papavero mostrano che in passato nella Macedonia del Nord il papavero veniva piantato su diverse decine di migliaia di ettari.
Il papavero nella storia macedone
Lo storico e pubblicista serbo Vladan Jovanović, nel suo studio "L’oppio macedone: sulle dimensioni finanziarie e politiche del fenomeno (1918-1941), ha pubblicato i dati sui produttori di papavero da oppio nella valle del Vardar: secondo l’autore, tra le due guerre mondiali la regione, che corrisponde all’attuale Macedonia del Nord, soddisfaceva circa il 43% della domanda dell’industria di trasformazione legale del papavero a livello mondiale.
Da un punto di vista culturale, il papavero è un tema significativo nella poesia e nell’arte macedone. Molte canzoni popolari e poesie celebrano il lavoro e lo stile di vita dei macedoni attraverso il papavero.
Un’altra importante fonte storica per quanto riguarda la produzione del papavero nella Macedonia del Nord è la raccolta di documenti "Ufficio centrale dell’oppio turco-jugoslavo (1931-1941)", dell’Archivio di Stato della Repubblica della Macedonia del Nord.
Secondo i documenti, la qualità del papavero da oppio macedone era conosciuta sul mercato mondiale già nel periodo in cui la Macedonia si trovava entro i confini dell’Impero Ottomano. I fattori principali erano le favorevoli predisposizioni geologiche del territorio e le specifiche condizioni climatiche caratteristiche di alcune parti della Macedonia.
Nello specifico, la penetrazione del clima mediterraneo dal Mar Egeo lungo le valli dei fiumi Vardar e Struma, combinata con il terreno morbido contenente sabbia fine e un po’ di calcare, offriva le condizioni ideali per la coltivazione del papavero.
Già dagli anni ’80 del XIX secolo si disponeva di informazioni secondo cui l’oppio da cui si otteneva la più alta percentuale di morfina, cioè la qualità migliore, veniva coltivato nella regione di Tikvesh, nella parte centrale della Macedonia.
Le fonti ufficiali sulla quantità di prodotto ottenuto in Macedonia, però, sono rare e insufficienti. Le statistiche dell’Impero Ottomano indicano che nel 1880 furono prodotte 70 tonnellate di oppio, e nell’anno successivo la produzione raggiunse le 79 tonnellate di oppio grezzo. Nel periodo dal 1901 al 1911, la produzione annua in Macedonia ammontava a 30-80 tonnellate. Durante i Balcani e la Prima Guerra Mondiale (1912-1919), la produzione ammontava in media a 60 tonnellate l’anno.
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