Ossezia del Sud: Vladikavkaz connection
La Duma russa vota a favore della riunificazione tra Ossezia del nord e del sud. La Georgia protesta ma le relazioni tra osseti e russi hanno origini lontane. Un’analisi di Eurasianet
Di Daniel J Gerstle, per Eurasianet , 27 dicembre 2006
La risoluzione della Duma russa, adottata lo scorso 6 dicembre, nella quale si richiedeva il riconoscimento della regione separatista dell’Ossezia del Sud ha causato forti reazioni in Georgia, e qualche sconcerto anche all’estero. Chi non segue da vicino quest’area geografica potrebbe chiedersi come mai la Russia, intenta a combattere vari separatismi in casa propria, ne sostiene invece al di fuori dei propri confini. L’ideologia nazionale osseta e i legami storici del popolo osseto con la Russia forniscono la chiave per comprendere i motivi alla base di questa risoluzione.
All’inizio del 19mo secolo l’Ossezia è stata annessa all’Impero russo. A partire dal 1922 poi l’allora Unione sovietica ha rafforzato il confine montagnoso che divideva la comunità osseta tra Russia e Georgia. L’Ossezia del Sud diventava una regione autonoma all’interno della da poco normalizzata Georgia sovietica.
Nel 1942-43, quando l’esercito sovietico riuscì a bloccare un’avanzata dell’esercito tedesco nel nord dell’Ossezia, sostenuta da combattenti locali, i dirigenti sovietici fecero rivivere l’ideologia nazionale osseta dichiarando questa comunità "eroica". Molti, nel governo sovietico, iniziarono a pensare agli osseti come solidi alleati.
L’ideologia nazionale osseta è in parte radicata nel lavoro di Kosta Khetagkhety, uno studioso nel 19mo secolo, pioniere della letteratura osseta moderna. Khetagkhety e i suoi collaboratori standardizzarono l’osseto scritto e la grammatica in modo da unificare tutti coloro i quali parlavano la lingua, che ha lontani legami con il persiano. Chiamarono la regione osseta "Alania" e la comunità che vi viveva "ir" o "iran adam", e la loro ideologia nazionale "farn". I leader nazionalisti osseti sostenevano che la loro comunità si distingueva dalle altre residenti nell’area del Caucaso, ed avesse un credo ortodosso del tutto particolare.
I leader osseti del periodo precedente al dominio sovietico e dei primi anni di quest’ultimo aggiunsero a questo la raccolta di racconti popolari, saghe, epiche storiche che collocavano l’origine del popolo osseto a Sciti, Sarmati e Alani dell’Eurasia. I racconti narravano delle lotte di un popolo che allora dominava sull’intera area del Caucaso.
Simboli del loro orgoglio nazionale possono essere rintracciati alle pendici del monte Narivhoh, al centro della catena del Caucaso, dove vi sono le rovine di alcune fortificazioni all’interno delle quali, nel 18mo secolo, i combattenti osseti nascondevano i propri cari e le loro ricchezze durante gli attacchi russi.
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Uno dei più rilenvanti siti è quello di Dzivgis, in cima alla valle del fiume Fiagdon, nell’Ossezia del nord. Nel 1830 qui si tenne la battaglia che pose fine alla guerriglia osseta contro il dominio russo.
La cooperazione economica iniziò poi ad alleggerire i diverbi del passato. Nell’era moderna la costruzione di una strada che ha congiunto l’Ossezia del sud a quella del nord e l’installazione di acciaierie e di impianti di imbottigliamento di vodka a Vladikavkaz, la capitale dell’Ossezia del nord, ha contribuito a rinforzare la collaborazione russo-osseta.
Ai giorni nostri, la sopravvivenza della regione separatista dell’Ossezia del sud è legata a questa strada, almeno tanto quanto le pressioni dell’Ossezia del nord a suo vantaggio. In seguito alla guerra separatista contro la Georgia dell’Ossezia del sud, nel 1991-1992, la lobby osseta in Russia ha inizialmente persuaso il Cremlino a ospitare gli sfollati del conflitto nei dintorni di Vladikavkaz, e poi di garantire agli osseti del sud uno status di quasi-doppia cittadinanza che permette loro di recarsi in Russia senza il bisogno di alcun visto.
Questo sostegno è spesso avvenuto a spese di altri gruppi etnici. Nel 1992, mentre si intensificava il conflitto tra Georgia e Ossezia del sud, l’Ossezia del nord condusse un breve conflitto contro la vicina Inguscezia per il controllo del distretto di Prigorodny, a est di Vladikavkaz. Dopo centinaia di morti, migliaia di ingusceti furno costretti ad abbandonare le proprie case e riparare in Inguscezia dove vivono tutt’ora in rifugi di fortuna. Una fonte delle Nazioni Unite ha confermato che le autorità dell’Ossezia del nord hanno fatto alloggiare i rifugiati sud osseti nelle case abbandonate dagli ingusceti.
L’attuale movimento nazionalista osseto ora si augura l’unificazione, in seno alla Federazione russa, dell’Ossezia del nord con quella del sud, non solo come modalità di proteggere gli osseti dalla Georgia ma anche dalla minaccia del conflitto inguscio e contro le periodiche sommosse anti-Cremlino che si sono verificate successivamente allo scoppio dei conflitti ceceni.
L’Ossezia del nord si è trovata al centro della lotta contro queste sommosse.
Dopo che, nell’autunno del 1994, è iniziata la guerra nella vicina Cecenia le autorità russe hanno iniziato a utilizzare la repubblica autonoma come base militare fondamentale per lanciare le campagne contro gli estremisti islamici in Cecenia e Inguscezia. Da allora l’Ossezia del nord è stata bersaglio di dozzine di attacchi terroristi, incluso nel 1999 un attacco dinamitardo ad un mercato che ha fatto 60 vittime e, nel 2004, la presa in ostaggio dei bambini di una scuola di Beslan che portò a centinaia di vittime. Queste questioni vengono tutt’ora trattate ampiamente dai media sia dell’Ossezia del nord che dell’Ossezia del sud e anche dalla stampa in lingua russa che, paradossalmente, lascia trasparire molto dell’ideologia nazionalista osseta
Le dichiarazioni della Georgia in merito alla volontà di recuperare il controllo territoriale dell’Ossezia del sud non hanno fatto altro che rinforzare i legami della regione separatista con Mosca. In mancanza di altre valide alternative, questi legami sono visti come essenziali per la sopravvivenza di quest’ultima.
L’Ossezia del sud potrebbe prima o poi rendersi conto degli svantaggi di unirsi al nord del Caucaso russo, caratterizzato da incertezza e depressione economica. Ma per ora spetta alla Georgia sottolienare quest’argomentazione. Dopo anni di allineamento di fatto alla linea russa la riunificazione dell’Ossezia del sud con la Georgia è diventata ormai una questione più di identità culturale che di volontà politica.
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