Orfeo, cittadino dei Balcani
Orfeo è nato in Grecia o Bulgaria? Una domanda che può lasciare basiti. Ma non la trovano affatto ridicola i tour operators dei due Paesi che si stanno contendendo il mito del magico musicista e poeta. Obiettivo? Lo sviluppo del "turismo culturale"
Nei Balcani le dispute su base storico-culturale sono tante: negli ultimi tempi queste controversie sono arrivate a turbare anche Orfeo, il mitologico musicista dei monti Rodopi che riusciva a incantare tutti gli esseri viventi con la sua musica. E’ difficile immaginare che il famoso Orfeo si sarebbe dovuto interessare della sua futura nazionalità; è stato anzi fortunato a non aver conosciuto il concetto di stato-nazione, una nozione piuttosto recente. Negli ultimi tempi i tour operators bulgari e greci hanno deciso di iniziare delle campagne pubblicitarie usando il suo nome per promuovere delle visite turistiche nei propri paesi. Ed Orfeo è subito uscito dal mondo mitologico ed è divenuto oggetto di un’accesa controversia.
Mitologia e tour operators
Negli ultimi tempi la Bulgaria ha deciso di seguire l’esempio delle vicine Grecia e Turchia e di inserirsi nel settore del turismo culturale. In questo "business" una strategia pubblicitaria molto convincente ed ormai approvata da tanti Stati è cercare di evidenziare ed usare dei nomi di personaggi mitologici e storici che possono attirare l’attenzione dei turisti.
La polemica attuale tra la Bulgaria e la Grecia è nata in merito ad un litigio tra i tour operators dei due Paesi per potersi appropriare di un personaggio mitologico come Orfeo. I tour operators greci della zona di Evros, all’estremità nord-orientale della Grecia, stanno promuovendo per la prossima stagione lo slogan "Venite nella terra del mitico Orfeo". Allo stesso tempo i loro colleghi bulgari protestano contro questa pubblicità. I tre personaggi appartenenti all’antichità, Orfeo, Dioniso e Spartaco sono considerati infatti da questi ultimi originari del territorio bulgaro. Dioniso il Dio del vino era particolarmente venerato dall’antico popolo dei traci. Donka Solova dall’Associazione Bulgara delle agenzie di viaggio (BATA) ha espresso l’opinione che questo slogan priverà la Bulgaria della sua storia e in questo senso dei suoi tesori, ed ha inoltre chiarito che esiste anche qualche agenzia bulgara che sta già usando questo slogan.
Le relazioni tra Grecia e Bulgaria
Dopo la seconda guerra Mondiale Grecia e Bulgara hanno seguito una sorte diversa, anche in relazione al fatto che rappresentavano uno dei confini tra i due blocchi della guerra Fredda.
Con alti e bassi nei periodi precedenti alla caduta del muro di Berlino, le relazioni tra Grecia e Bulgaria hanno ripreso definitivamente una fase di stabilità nel periodo tra 1970 e 1980. Il presidente della Bulgaria comunista Todor Zivkov ha più volte affermato, non senza enfasi retorica, che la stabilità delle relazioni tra i due Paesi fosse un modello di cooperazione tra gli Stati balcanici. Nel 1986 i due Stati firmarono un accordo di relazioni amichevoli, vicinanza e cooperazione.
La promulgazione di questo accordo era spinto dall’opposizione di entrambi alle pressioni della Repubblica Jugoslava e della Turchia verso il riconoscimento delle minoranze macedoni in Bulgaria e Grecia. Una questione molto delicata per i due Stati, tanto da spingerli a raggiungere una politica comune nonostante gravitassero in aree di influenza del tutto opposte.
La questione delle minoranze macedoni diventa più complicata per i due stati negli anni novanta con il sorgere delle richieste di indipendenza per lo stato di Macedonia.
La Bulgaria è stato il primo Paese a riconoscere la Macedonia come stato indipendente con una definizione particolare del Presidente della Repubblica di allora Zheliu Zhelev: "La Bulgaria riconosce lo stato macedone ma non riconosce l’identità della nazione macedone perché questa identità nazionale è artificialmente creata per scopi politici. In primis non viene riconosciuta la lingua macedone, considerata una forma dialettale (ndr, del bulgaro)".
L’approccio della Grecia sulla questione è stato invece diverso e le relazioni tra Skopje ed Atene sono passate attraverso varie fasi non certo facili dato che la Grecia si è sempre rifiutata di riconoscere il nome "Macedonia" ed adotta una sorta di embargo nei confronti dello Stato confinante.
La Grecia è stata inoltre molto costante nell’appoggiare l’entrata della Bulgaria nella NATO e nell’Unione Europea, l’adesione di quest’ultima come membro della Unione sposterebbe i confini dell’Europa unita e in questo modo lo stato ellenico avrà per la prima volta una frontiera terrestre con un altro stato dell’Unione. L’adesione di un altro stato balcanico viene inoltre considerato come un passo decisivo verso una maggiore stabilità economica e soprattutto politica nei Balcani.
Anche le relazioni economiche tra i due Stati sono buone. La Grecia è uno degli investitori maggiori in Bulgaria dove hanno sede circa 500 imprese greche o joint venture bulgaro-greche, nelle quali lavorano quasi 45.000 persone.
I turisti greci sono inoltre al secondo posto per visite in Bulgaria e secondo le statistiche le entrate da questo turismo ammontano a circa 130 milioni di dollari all’anno. Un settore che la Bulgaria intende assolutamente sviluppare.
La grotta di Orfeo
Nonostante questi ultimi anni siano stati definiti una sorta di "Luna di miele" tra i due Paesi i tour operator non sembrano influenzati da questa reciproca amicizia. E continuano a strattonarsi Orfeo da una parte e dall’altra del confine.
Si crede che il mitico Orfeo abbia vissuto nei monti Rodopi, ma pare molto difficile capire se si tratti della parte greca o bulgara della montagna. Vicino a Trigrad nel sud della Bulgaria è stata individuata una grotta nella quale si afferma che Orfeo abbia fatto il suo viaggio negli inferi per cercare l’amata Euridice. Questa grotta viene infatti citata in molte guide turistiche per la leggenda del viaggio del mitico eroe. Sarebbe forse ancora più assurda l’idea di cercare di trovare una "verità" per Dioniso, Dio venerato da tanti popoli antichi con nomi diversi.
Nonostante questa controversia le buone relazioni tra i due Paesi continueranno, visti gli interessi economici e strategico-politici che li legano.
Per quanto riguarda Orfeo ciò che però importa sembra essere solo chi avrà il diritto di "venderlo" e non importa che la sua fama mitologica abbia superato il tempo e lo spazio dall’antichità fino ad oggi. Forse una soluzione potrebbe arrivare dalla promozione di un mito contemporaneo "dell’uomo spaesato". Così diffuso nei Balcani.
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