ONG e Global Governance
Un paper su "Società civile, ONG e governo globale". Nell’epoca della globalizzazione lo studio delle politiche sociali non puo’ piu’ essere limitato all’interno di un solo stato, affermano gli autori.
Il paper che presentiamo è stato curato da un team di studiosi inglesi che in questi anni hanno lavorato molto sul rapporto fra ONG e global governance e molto hanno scritto anche sull’operato delle grandi ONG internazionali nei Balcani. Il titolo del documento e’: Civil Society, NGOs and Global Governance.
L’assunto sul quale da anni lavorano questi studiosi, guidati da Bob Deacon, e’ che nell’epoca della globalizzazione lo studio delle politiche sociali non puo’ piu’ essere limitato all’interno di un solo stato, e questo per due motivi sostanzialmente:
I. La competizione economica fra stati porta molti governi a risparmiare sui costi della protezione e dei servizi sociali;
II. Le pressioni delle migrazioni internazionali portano vari stati a trasferire porzioni di spesa sociale nei paesi di provenienza delle migrazioni per arginarne le proporzioni.
Le stesse attivita’ di Banca mondiale e Fondo Monetario Internazionale ci dicono che le politiche sociali hanno sempre piu’ rilevanza sovranazionale.
Da un lato possiamo cosi’ parlare di globalizzazione delle politiche sociali e dall’altro di socializzazione politiche globali. Quest’ultima e’ la dura realta’ che i vari paesi, sia quelli poveri tramite le terapie di aggiustamento strutturale, sia quelli ricchi tramite i ripetuti richiami alla flessibilita’ del lavoro e ai tagli alla spesa pubblica, devono affrontare nel rapportarsi con le istituzioni di Bretton Woods. La globalizzazione delle politiche sociali sta invece nel campo delle possibilita’ di riforma del governo mondiale dell’economia, affinche’ tutta una serie di diritti sociali possa avere valore internazionale, e forme di ridistribuzione del capitale, che gia’ avvengono a livello dell’Unione Europea (fondi strutturali), possano estendersi a livello globale.
In uno studio dell’ILO del 1993 si legge:
«Le politiche dello stato sociale, e piu’ in generale quelle domestiche, stanno diventanto sempre piu’ un affare internazionale. Gli standard globali e l’agenda stanno stabilendo i ruoli sostenuti nella rapida espansione dei programmi di alcuni stati… E’ quindi utile contestualizzare il discorso considerando il welfare state come globale nella portata, ed uscendo dai modelli normativi e dalle istituzioni che caratterizzano le societa’ nazionali».
Le politiche sociali stanno diventano sempre piu’ globali e non e’ un caso che le grandi agenzie dell’ONU, assieme alle ONG internazionali, sono protagoniste attive della politica di welfare in molti paesi soggetti a guerre, crisi economiche, devstazione o transizione dal comunismo al cosiddetto "libero mercato". A questo proposito ci si potrebbe fare la domanda che spesso questo gruppo di studiosi inglese si pone: «In questo contesto ci si deve chiedere se le organizzazioni internazionali come la Banca Mondiale e le ONG internazionali stanno dalla parte degli angeli nella loro partecipazione alle attivita’ per sradicare la poverta’ mondiale, o dalla parte dei criminali imperialisti che ammantano gli interventi occidentali con un nuovo drappo morale».
La tendenza alla globalizzazione delle politiche sociali, rilevano questi studiosi, e’ in atto anche nei paesi balcanici usciti dal conflitto exjugoslavo. Non ci deve trarre in inganno l’emergenzialita’ di molti interventi, per cui non dobbiamo pensare che anche nei Balcani non siano in atto politiche sociali direttamente influenzate dalle grandi agenzie sovranazionali economiche e dalle cooperazioni governative a cui si accodano, purtroppo, quasi tutte le ONG internazionali. Per questi studiosi, e soprattutto per Paul Stubbs che in questi anni si e’ occupato assiduamente di Balcani e vi ha vissuto, le ONG internazionali non hanno fatto altro che seguire la politica dei grandi donatori che hanno mirato a imporre il "relief model", ovvero un modello di stato sociale basato sull’assistenza umanitaria e non su diritti di cittadinanza certi e garantiti dallo stato. In molti paesi balcanici, vi sono ancora decine di soggetti privati (locali e internazionali) che distribuiscono servizi senza alcun coordinamento con lo stato e spesso in competizione con esso. La stessa promozione della societa’ civile locale da parte delle ONG internazionali non e’ stata altro che la creazione di una "classe media dell’aiuto umanitario" per nulla radicata sul territorio, che agisce solamente in funzione della distribuzione dei servizi, senza alcun obiettivo di trasformazione e progresso sociale per le classi piu’ deboli.
Il paper si pone proprio le domande circa il ruolo delle ONG nel processo di governo della globalizzazione e riforma delle istituzioni sovrannazionali. Sono allora tre i problemi che Deacon pone nell’introduzione:
1. Global Social Governance: What role do and should INGOs and Consulting Companies
play in global social governance in terms of their relationship with the UN system andglobal financial institutions? How does this differ from the role of other parts of what
might be termed global civil society? Have they a role as regulatory agencies ensuringadherence to social codes and rights? How are INGOs and Consulting Companies
themselves governed? What kinds of regulatory mechanisms would promote bestpractice by INGOs and Consulting Companies? Can INGOs both lobby and be
subcontractors?
2. Global Social Policy: What are the dominant themes in the policy advice which INGOs
and Consulting Companies provide? How far is advice on global and national socialpolicy shaped by humanitarian values and a concern with social rights, or the interests
of the INGOs and Companies as potential service providers and regulators, or theviews of the agencies for whom they are subcontractors? Is there an emerging common
view among INGOs about global social policy? Does this reflect a northern perspectiveonly?
3. Global Social Provision: What is the role of INGOs and Consulting Companies in theprovision of and advice about social and health services in developing and transition
societies? What implications are there for governmental responsibility for universalsocial protection and social provision? What impacts do INGOs and International
Consulting Companies have on local NGO, consulting company and civil societycapacity?
Il ragionamento si articola attraverso il contributo di Julian Disney sul ruolo del sistema delle ONG rispetto agli obiettivi del forum di Copenhagen, di Paul Stubbs sulle politiche attuate dalle ONG in Bosnia Erzegovina, di Janine Wedel sull’intervento dell’aiuto economico americano in Russia e di Angela Wood sul rapporto tra grandi donatori, istituzioni di Bretton Woods e ONG nelle politiche di eliminazione della poverta’, a partire dai nuovi propositi di Fondo Monetario e Banca Mondiale, di collegamento tra politiche economiche e politiche sociali.
Chi volesse documentarsi ulteriormente sul lavoro del gruppo di studiosi in oggetto, puo’ visitare la pagine del sito dell’istituto di ricerca finlandese sui problemi del welfare, STAKES (in particolare le pagine del GASPP, Globalism and Social Policy Programme) , a cui questi studiosi fanno in vario modo riferimento.-
Claudio Bazzocchi
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