Omosessualità in Macedonia
Dragi Jankovski, giornalista del quotidiano di Skopje "Dnevenik", ha intervistato per Osservatorio sui Balcani, Vesna Mihajlovska, direttore esecutivo del Centro per i diritti umani e civili, una ong particolarmente attiva sulle questioni LGBT
Di Dragi Jankovski
L’organizzazione non governativa macedone Centro per i diritti umani e civili (CDUC) è la prima e per ora l’unica organizzazione ad aver pubblicamente parlato dei diritti e delle necessità delle persone di diversi orientamenti sessuali in Macedonia.
Nella sua breve, ma intensa, attività lavorativa, questa organizzazione è ricordata per molte cose, per essere stata la prima e perché storicamente ha divulgato e difeso i diritti e i bisogni degli omosessuali, bisessuali, transessuali in Macedonia.
Nel curriculum di questa organizzazione compare la prima campagna di manifesti e cartelli collocati in tutto il Paese invitanti il pubblico a confrontarsi con le differenze; la prima conferenza gay in Macedonia; il primo rimprovero pubblico al presidente della repubblica e la sua accusa di diffondere l’omofobia nel Paese; l’invito a tutti i candidati per la presidenza della Repubblica a impegnarsi per migliorare la difesa e la promozione dei diritti e dei bisogni degli omosessuali, bisessuali, lesbiche, transessuali (LGBT), un’iniziativa presso il Tribunale costituzionale per confermare l’articolo 121 comma 16 della Legge sul servizio militare in Macedonia, e da ultimo, per la fine di settembre i membri del CDUC hanno annunciano l’organizzazione del primo film festival nazionale con tematiche sulla vita degli appartenenti alle minoranze sessuali.
Di tutto questo abbiamo discusso con Vesna Mihajlovska, direttore esecutivo del CDUC.
Osservatorio sui Balcani: Ci dica, come si è giunti alla formazione e all’inizio dei lavori della vostra organizzazione? E l’iniziativa per la fondazione di questo Centro parte solo dai LGBT macedoni o è giunta anche dagli amici eterosessuali?
Vesna Mihajlovska: L’organizzazione è stata fondata nel febbraio del 2002 grazie ad un’iniziativa comune degli omosessuali e degli eterosessuali. In pratica, l’idea è sorta spontaneamente. Ad un anno dalla realizzazione del nostro primo progetto esisteva l’idea di rendere attuale l’esistenza di questa popolazione, perché fino ad allora in Macedonia nessuno si era accorto che questa gente esisteva, e ancora meno erano interessati ad aiutarli.
OB: La vostra organizzazione è stata partner dell’Helsinki Committee macedone nella prima, e per ora unica, ricerca nazionale sul concetto che l’opinione pubblica ha nei confronti degli omosessuali.
VM: La ricerca è stata condotta nel periodo tra giugno e dicembre 2002. Sono state intervistate persone che vivono sia in città che in villaggi, gente di differenti religioni, nazionalità ed educazione scolastica. Come risultato generale di questa ricerca è uscito che la maggior parte della gente in Macedonia considera l’omosessualità come una malattia. Gli uomini sono molto più omofobici delle donne e i vecchi sono più omofobici dei giovani. Un dato interessante è che la maggior parte degli intervistati ha dichiarato di non aver nulla contro gli omosessuali, finché non sono nelle immediate vicinanze, e non accetterebbero un omosessuale nella propria famiglia. Per i maschi, l’omosessualità femminile è normale, mentre l’omosessualità maschile è una malattia.
Questa ricerca ha mostrato in pratica la via lungo la quale si deve attivare la nostra organizzazione. È stato mostrato che in Macedonia serve ancora parecchio lavoro per fare in modo che si alzi la coscienza pubblica a favore dell’esistenza, dei bisogni e la semplice accettazione delle persone che sono omosessuali, bisessuali, transessuali…
OB: Tra il pubblico macedone siete diventati molto conosciuti dopo la vostra prima campagna di manifesti "Confrontatevi con le differenze". Qual è stato l’effetto di quella campagna, se si tiene presente che i poster sono rimasti affissi solo 1-2 mesi, e in special modo perché di questa campagna si è discusso anche alla Casa Bianca, al Congresso americano e al Senato di Washington?
VM: Di tutte le nostre attività svolte fino ad ora, quella che ha avuto un effetto maggiore è stata senz’altro questa campagna. Mediante quei poster, il nostro obiettivo era di svegliare ed educare l’opinione pubblica in Macedonia sull’esistenza degli omosessuali anche nel nostro paese. Ci sono state molte reazioni forti, sia positive che negative. Ad ogni modo la campagna ha fatto in modo che la gente iniziasse a pensare molto di più sull’esistenza degli omosessuali, il che di per sé rappresenta un grosso passo in avanti. Interessante è il fatto che quella campagna sia diventata sinonimo della nostra organizzazione e del nostro lavoro.
OB: Alla fine di novembre dello scorso anno a Skopje siete stati gli organizzatori della prima conferenza nazionale e regionale sugli omosessuali in Macedonia. Il CDUC come giovane organizzazione ha avuto un ruolo importante in questo evento storico per gli omosessuali macedoni. Diteci qualcosa di più sui risultati di quella conferenza.
VM: Intento della conferenza intitolata "Homosexuality in the Republic of Macedonia – Between Prejudices and Europeanization: Social Status of Homosexuals and Legislation on Homosexuality" è stato che per la prima volta nella storia del movimento sulla uguaglianza degli omosessuali in Macedonia si sono sentite le opinioni di persone che lavorano in ambito legislativo, che lavorano, sui bisogni e l’eguaglianza della popolazione LGBT nella regione e al suo esterno. Sono venuti i rappresentanti delle organizzazioni del mondo occidentale e i rappresentanti delle organizzazioni LGBT dei Balcani. Grazie alla conferenza sono stati stabiliti numerosi contatti, introdotta una collaborazione, e allo stesso tempo sono state scambiate le esperienze e le idee, che possono essere un buon motivo per una futura collaborazione tra le organizzazioni regionali e quelle europee. La conferenza ha fatto il punto su tutto ciò che fino ad oggi è deciso in ambito legislativo, ha innalzato la percezione pubblica dell’omosessualità sia in Macedonia che negli altri paesi della regione e, allo stesso tempo, ha rappresentato una traccia per ciò che c’è da fare e in che modo deve essere fatto.
OB: La vostra organizzazione è conosciuta da un vasto pubblico nella regione, ma ancora di più per essere stata la prima organizzazione che ha sgridato pubblicamente il presidente della repubblica, il defunto Boris Trajkovski, perché diffondeva l’omofobia nel Paese. Qual è stato il motivo della vostra reazione e gli omosessuali macedoni hanno avuto le scuse dal presidente della Repubblica?
VM: Il motivo della nostra reazione è stata una dichiarazione fatta dall’allora presidente Boris Trajkovski sul numero di gennaio della rivista americana "The National Review". Il presidente Trajkovski aveva dichiarato di essersi "inorridito" dopo aver visto i cartelloni con scritto "Confrontatevi con le differenze – campagna a favore delle minoranze sessuali", sponsorizzata dal governo svedese.
In poche parole, non potevamo rimanere sordi alle sue dichiarazioni. Contemporaneamente, abbiamo reagito pure alle dichiarazioni e ai commenti dei giornalisti e dei politici che hanno interpretato e presentato il nostro lavoro in modo decisamente sbagliato. Abbiamo considerato che attraverso i loro commenti pubblici stessero diffondendo l’omofobia e l’inimicizia nei confronti della gente LGBT. Fino ad ora non abbiamo ricevuto nessuna scusa pubblica, ma non c’è stata neanche una risposta alle nostre reazioni.
OB: Durante il primo turno delle elezioni presidenziali del 2004, il CDUC ha chiesto ai candidati alla presidenza, qualora avessero occupato la più alta carica dello stato, di impegnarsi come promotori dell’eguaglianza delle persone a prescindere dai loro orientamenti sessuali e dalle loro inclinazioni. Ci dia un suo commento.
VM: Certamente. Lo abbiamo fatto con l’intento di ricordare ai candidati che il Presidente è di tutti i cittadini della Macedonia senza distinzioni di sesso e che il suo compito è di promuovere e difendere i diritti umani di tutti i cittadini. Ci sono state reazioni da parte dei suoi uffici, ma erano tutte non definite. Ciò che si deve tenere a mente è il ruolo del presidente previsto dalla Costituzione della Macedonia: il presidente firma tutte le leggi per far sì che entrino in vigore. Il nostro obiettivo di queste reazioni è stato quello di ricordare ai candidati per la presidenza che quando devono firmare delle leggi, devono controllare prima se difendono e promuovono l’eguaglianza di tutte le persone senza distinzione delle loro particolarità naturali e sociali. Perché l’unico compito di ciascun governo è di trattare ugualmente tutti i suoi cittadini, tanto nei loro diritti quanto nei loro doveri.
OB: La vostra più recente reazione in pubblico ha di nuovo messo il vostro nome in prima pagina e, in termini negativi, negli annunci informativi. Un mese fa avete avviato un’azione per la revisione dell’articolo 121, comma 16 della Legge sul servizio militare in Macedonia. Ci dica qualcosa di più su questa iniziativa e sulle leggi che difendono, o non difendono, gli omosessuali in Macedonia?
VM: Al Tribunale costituzionale abbiamo consegnato una richiesta per verificare la costituzionalità di questo articolo, perché crediamo che esso per primo introduca un abuso sessuale sugli omosessuali, così come è incomprensibile, che a priori discrimini gli omosessuali che lavorano nell’Esercito. Secondo questo articolo un omosessuale è a priori anche un malfattore, cose che per noi non sono accettabili.
Questo è ancora più interessante quando si tiene presente il fatto che nel 1996 la Macedonia ha decriminalizzato l’omosessualità come reato penale, mentre nel 2002 in modo inconsapevole è stata introdotta una legge discriminatoria. Il fatto che il Codice penale macedone non sanzioni l’omosessualità maschile come reato penale (quella femminile non è mai stata sanzionata), non significa che nella legislazione macedone, per quanto riguarda l’omosessualità, vada tutto bene. Gli omosessuali non sono definitivamente riconosciuti né difesi dalla legislazione macedone. Speriamo che col processo di armonizzazione della legislazione macedone con quella europea, i legislatori macedoni tengano conto dell’implementazione di norme anti-discriminatorie e di difesa da qualsiasi forma di discriminazione. Ciò che è richiesto dall’Europa!
OB: Quando si parla delle vostre attività si può dire tranquillamente che avete lavorato parecchio in due anni. Quanta persone ci sono dietro le attività del vostro Centro?
VM: Il Centro ha circa 70 membri, dei quali circa una decina lavora attivamente.
OB: La vostra attività è esposta ai media e conosciuta da un ampio pubblico. Quanto ha contribuito tutto ciò al risveglio degli omosessuali in Macedonia?
VM: La nostra posizione è che tutto ciò che facciamo, in particolare quando ci si riferisce alla situazione della popolazione LGBT, deve essere coperto dai media e ciò per due motivi:
Primo, in quel modo il pubblico macedone diventa sempre più cosciente dell’esistenza di questa popolazione e si sfrutta ogni occasione per ricordare all’opinione pubblica che questa gente esiste, ha dei diritti e lotta affinché vengano riconosciuti da una comunità più ampia.
Secondo, la stessa popolazione LGBT in questo modo si informa su come e perché si lavora al miglioramento dei loro diritti legali garantiti. Grazie ai media, possiamo essere ascoltati da tutti quelli che vivono in questo Paese, sia nelle città che nei villaggi più lontani. Questo è di aiuto a tutti quelli che sentono di avere qualche problema o che hanno problemi a causa del loro orientamento sessuale, così che sappiano a chi rivolgersi.
OB: Qual è l’effetto delle vostre campagne, innanzitutto rispetto agli stessi omosessuali, in secondo luogo per tutta l’opinione pubblica macedone, e cosa pensate dei media quando si tratta di informare obiettivamente sui diritti e i bisogni degli omosessuali?
VM: Crediamo che le nostre attività aiutino questa gente ad essere più sicura, perché sanno che esiste qualcuno che lavora ai loro bisogni. Questo aiuta pure il loro incoraggiamento nell’accettare sé stessi, ad aprirsi verso i propri familiari e a parlare di sé senza paura o vergogna. Si tratta di un lungo e difficile processo, e noi siamo solo all’inizio. Ciò che è più importante è che gli omosessuali e tutti gli altri capiscano che sono tutti uguali.
L’opinione pubblica macedone è sempre più consapevole dell’esistenza degli omosessuali in Macedonia e del fatto che non sono "extraterrestri", ma gente che non è così lontana o differente dagli eterosessuali. Ad ogni modo, rimangono ancora molti pregiudizi, molta gente crede che l’omosessualità sia una malattia, e gli omosessuali delle persone malate, ma grazie a questo lavoro, in particolare con la popolazione giovane, crediamo di estirpare tutti i pregiudizi.
La maggior parte dei giornalisti informa obiettivamente tutto ciò che facciamo. Anche se ci sono gli omofobici, che purtroppo interpretano in modo errato il nostro lavoro e, piuttosto di frequente, vengono smentiti. In generale, per adesso siamo molto soddisfatti del lavoro e della collaborazione coi media.
OB: Il vostro Centro ha in programma di organizzare il prossimo settembre nel centro di Skopje il primo Festival del cinema gay, chiamato "Dzunica" (arcobaleno). Di cosa si tratta?
VM: Sì, il primo festival del cinema gay si terrà in settembre. Durerà tre giorni e metterà in mostra nove film su tematiche gay, lesbiche, bisessuali e transessuali. Sarà un festival di carattere aperto. Oltre alla proiezione dei film, verranno distribuiti e potranno essere letti parecchi materiali e documenti preparati dai membri del Centro. In agosto parte anche una nostra campagna di marketing per meglio informare il pubblico su questo grande evento.
OB: Quali sono i vostri progetti futuri nell’ambito della difesa degli omosessuali in Macedonia?
VM: Abbiamo in programma per quest’anno di lavorare parecchio e direttamente sulla popolazione LGBT, attraverso tavoli di lavoro e una help-line. Se riusciremo ad ottenere il denaro necessario inizieremo a pubblicare la prima rivista per LGBT in Macedonia. Fra poco al Centro inizierà a funzionare una videoteca e una biblioteca con le più nuove pubblicazioni delle note riviste LGBT. In collaborazione con la ONG "Egal" nell’arco di due anni condurremo una ricerca sulla situazione attuale della popolazione LGBT di questo Paese, sulle loro posizioni e sui loro bisogni. Per quanto riguarda la difesa legale, per adesso in Macedonia non sono stati registrati casi di violazione dei diritti umani a causa dell’orientamento sessuale. Questo perché in Macedonia gli omosessuali vivono nella paura e non desiderano parlare dei loro problemi. Noi siamo pronti ad offrire tutto l’aiuto possibile per difendere le persone che desiderano parlare.
OB: Infine, il Centro è diventato davvero il Centro per la difesa e la promozione degli omosessuali macedoni?
VM: Il CDUC sin dall’inizio del suo funzionamento è stato promosso come una organizzazione la cui priorità sono i diritti delle minoranze sessuali. Per adesso è l’unica organizzazione che si occupa della difesa e della promozione dei diritti di LGBT e il nostro obiettivo è di proseguire col nostro lavoro.
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