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Non son solo canzonette

Miroslav Košuta è poeta, drammaturgo, traduttore. Uno dei più importanti scrittori in lingua slovena. Ma anche autore di centinaia di canzoni di musica leggera

29/04/2009, Luciano Panella - Trieste

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Miroslav Košuta (S. Croce di Trieste, 1936), poeta, drammaturgo, traduttore, è uno dei più importanti scrittori in lingua slovena contemporanei conosciuti e pubblicati anche in Italia.

Tra i suoi innumerevoli lavori ricordiamo Pričevanje (Testimonianza, 1976), Premio Fondazione Prešeren 1978, Odseljeni čas (Il tempo traslocato, 1990), Spomin odsotnega telesa (Memoria del corpo assente, 1999).

Košuta ha scritto anche molte opere per ragazzi come Zidamo dan (Costruiamo il giorno, 1987), Premio Kajuh 1988, Na Krasu je krasno (Di corsa sul Carso, 1988), Premio Levstik 1989, e l’antologia Kriško kraške inserita nella prestigiosa selezione Honour List IBBY nel 2008.

Pressoché sconosciuta al pubblico italiano è invece l’intensa attività di paroliere e traduttore di Miroslav Košuta nell’ambito della musica leggera slovena, la cosiddetta slovenska popevka, un genere musicale che vede il suo periodo d’oro tra i primi anni ’60 e gli anni ’70 del novecento, proprio il periodo in cui Košuta vive a lavora a Lubiana.

Nei primi anni ’60 la Slovenia vuole dare un certo impulso alla propria musica leggera, per limitare il ricorso alla musica straniera alla radio e alla televisione, per promuovere la propria lingua e anche indirettamente per accentuare la propria distanza dal governo e dalla cultura centrale.

La Slovenia avvia la sua stagione di festival canori inaugurando nel 1962 il I Festival della Slovenska Popevka sul lago di Bled. Da quel momento il termine slovenska popevka, letteralmente "canzonetta slovena", indicherà sia il festival che il genere musicale melodico.

A differenza della musica leggera italiana, francese o americana, conosciute in tutto il mondo, la musica leggera slovena degli anni ’60 ha avuto una diffusione limitata principalmente ai paesi della ex Yugoslavia, sia per la differente impostazione del mercato discografico, sia per la scarsa promozione pubblicitaria. Uno dei pochi brani sloveni ad essere esportati all’estero negli anni ’60 è Brez besed (senza parole), la canzone che Berta Ambrož presenta nel 1966 al Grand Prix de la Chanson (il cosiddetto Eurofestival). E’ la prima volta che un cantante sloveno rappresenta l’intera Yugoslavia in questa competizione, il pezzo ottiene un buon successo e viene interpretato anche in inglese con il titolo Without words dal cantante olandese Willeke Alberti.

La musica leggera slovena nasce, si può dire, già adulta: vengono chiamati infatti a collaborare i migliori esponenti del mondo della musica e della cultura.

I musicisti sono grandi professionisti, spesso reduci da studi all’estero, perfettamente al corrente con quanto avviene nel mondo in campo musicale, come Jože Privšek, Mojmir Sepe, Jure Robežnik, Ati Soss, Boris Kovačič, Urban Koder, per non citarne che alcuni.

Scorrendo i nomi degli autori dei testi delle canzoni degli anni ’60, oltre a Miroslav Košuta, troviamo una vera e propria antologia della poesia e della prosa slovena: Gregor Strniša, Veno Taufer, Svetlana Makarovič, Ivan Minatti, Ciril Zlobec, Edvard Kocbek, Niko Grafenauer, Oton Župančič.

Miroslav Košuta inizia a scrivere testi per canzoni dopo la laurea nei primi anni ’60, quando inizia a lavorare per la radio-televisione slovena. Ha già alcune esperienze letterarie alle spalle: la sua prima raccolta Morje brez Obale (mare senza lidi) è del 1963.

Scrivere testi per canzoni destinate a un pubblico ampio è diverso dallo scrivere poesie per riviste letterarie. Le parole devono essere semplici da poter essere subito recepite da chi ascolta e il tempo a disposizione è sempre poco, a volte un giorno soltanto, come per il brano Zlata trobenta (la tromba d’oro) composto su musica di Ati Soss per il cantante Nino Robič. Dopo aver ascoltato e registrato la melodia, il paroliere compone il testo; fondamentale è la scelta delle parole, l’attenzione al loro suono, oltre che al loro significato, e altrettanto importante è pensare al cantante che le pronuncerà, tenendo presente il suo stile, la sua personalità, il suo accento.

Košuta scrive centinaia di canzoni nell’arco di una decina di anni, per i migliori interpreti della canzone slovena degli anni ’60 e ’70, molto diversi tra loro per tecnica e temperamento. Ricordiamo Marjana Deržaj, cantante popolarissima, compagna di università dello scrittore e in particolare il brano Cvet v laseh (un fiore nei capelli), uno struggente valzer composto da Jože Privšek nel 1967. Citiamo ancora Alenka Pinterič, il gruppo vocale Bele Vrane, Berta Ambrož, l’elegante Majda Sepe, che insieme al marito Mojmir, direttore d’orchestra e compositore, ha formato una coppia artistica di grande successo sulla scena musicale slovena. Ricordiamo ancora i tanti successi scritti da Košuta per Elda Viler, grande protagonista della musica slovena, la cui voce è stata paragonata a quella di Ella Fitzgerald.

Gli anni tra il 1965 e il 1970 sono gli anni di massimo fulgore per il Festival della Slovenska Popevka; l’edizione del 1969, in particolare, è particolarmente felice per Miroslav Košuta: su sei canzoni piazzate, quattro hanno un suo testo.

All’intensa attività di paroliere, negli stessi anni Košuta affianca anche quella di traduttore di canzoni straniere, spesso italiane, persino canzoni napoletane, tradotte per il tenore Jurij Reja. Tradurre dall’italiano allo sloveno non è semplice: la lingua slovena ha molte parole tronche, molti suoni aspirati e sibilati, diversamente dall’italiano; importante è riuscire a mantenere la vocalità della canzone originale, rispettando il contenuto ma anche la melodiosità del testo.

Nei primi anni ’70 Miroslav Košuta ottiene l’incarico di direttore del Teatro Stabile Sloveno di Trieste e progressivamente rallenta la sua produzione di popevke. Ottiene ancora un grande successo nel 1973 con Zato sem noro te ljubila (Ti ho amato alla follia) interpretata dalla voce profonda di Tatjana Gros, ma successivamente sceglie di dedicarsi al teatro. L’epoca d’oro del Festival della Slovenska Popevka e di quel tipo di produzione musicale si avvia al termine e il genere langue per alcuni anni.

Negli ultimi anni si è assistito ad un certo ritorno di attenzione per la popevka. Molti cantanti melodici sloveni contemporanei hanno attinto al vasto repertorio del passato, la RTV Slovenija ha avviato la ristampa su CD di tante registrazioni dei propri archivi e c’è stato un tentativo di riproporre anche il Festival, che però non ha più l’impatto sulla cultura popolare che aveva negli anni ’60.

Quasi a simboleggiare questo interesse per la canzone melodica slovena, nell’edizione del 2008 del Festival è stato chiamato proprio Miroslav Košuta a fare parte della giuria, riconoscendo il suo lungo lavoro a favore della slovenska popevka, il suo genere e i suoi interpreti.

L’autore desidera ringraziare Vladimir Frantar (RTV Slovenija) per l’aiuto e il materiale relativi al Festival della Slovenska Popevka.

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