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Non confondete il 9 settembre con le repressioni dopo il 1944

In un’intervista a uno dei leader del Partito Socialisto bulgaro, le commemorazioni del 9 settembre 1944, anniversario del rovesciamento del regime filonazista, nonché della presa del potere da parte dei comunisti. Una traduzione a cura di Italia-Bulgaria

21/09/2004, Redazione -

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Sig. Petkov, il BSP (Partito Socialista Bulgaro, ndt) ha aperto la nuova stagione politica con una imponente celebrazione del 60-esimo anniversario del 9 settembre 1944. Non è rischiosa questa iniziativa? State dando alla destra un ottimo pretesto di attaccarvi.

L’idea di celebrare il 9 Settembre è, prima di tutto, del comitato nazionale d’iniziativa del quale fanno parte nostri illustri connazionali e di autorità morale indiscutibile. Ne fanno parte il sindaco di Suhindol Ali Rafiev, il giornalista Garo Hairaledjan, l’uomo d’affari Dobromir Gushterov, il pittore Suli Seferov, lo scultore Vegdi Rashidov, il compositore Toncho Russev e tanti altri. Il 9 settembre non è una data del BSP ma della Bulgaria. Questa è una data che ha permesso alla Bulgaria di entrare nella coalizione antifascista, una data che ha permesso al paese di conservare i suoi confini e che ci ha tirati fuori da una coalizione che è rimasta la più oscura nella storia mondiale. Il 9 settembre è una data della nostra storia che non può essere trascurata, tanto meno da un partito con tradizioni così ricche come il BSP.

Il 9 Settembre, però, è una data in contraddizione con i 45 anni seguenti?

Non dobbiamo confondere le cose. Quello che è successo dopo il 9 Settembre – le distorsioni, le perversioni e le repressioni, non possono e non devono essere legati alla resistenza antifascista precedente. A maggior ragione che il tanto discusso Congresso Nazionale in Bulgaria fu su iniziativa degli Stati Uniti e non del BKP (Partito Comunista Bulgaro, ndt). I tentativi di associare tutto quello che è successo dopo il 9 settembre alle persone che hanno sacrificato la propria vita nel nome dell’idea antifascista, non è serio.

Che cosa volete ottenere con questa celebrazione? Volete mobilitare l’elettorato più adulto?

Un paese non può andare avanti senza apprezzare la propria storia. E se cercassimo di trascrivere la storia conformemente ad ogni nuova maggioranza politica, questo non sarebbe un bene per il nostro popolo e per la nostra coscienza nazionale, tanto meno sarebbe un buon segno verso i nostri partner esteri. Purtroppo, i libri di storia che escono negli ultimi 15 anni sono un esempio categorico di tentativi di trascrizione della storia recente e di avvenimenti di trattazione discutibile.

Adesso, però, voi parlate di una nuova lettura del 9 settembre. Questo non è un tentativo di riscrivere la storia?

No. La nostra aspirazione è di dare una valutazione obiettiva del 9 settembre. Questa è una data che è costata tante vittime del partito agrario, dei senza partito, dei socialdemocratici. E’ ovvio che la Bulgaria necessita di un’analisi molto seria e una lettura del periodo del dopo il 9 settembre con tutte le sue distorsioni, ma anche con i suoi lati positivi. Sarebbe un grave errore cercare di spiegare che dopo il 9 settembre sono successe solo cose negative.

Perché proprio adesso avete deciso di effettuare questa nuova lettura?

Questo 60-esimo anniversario è estremamente importante. Vorrei tanto sapere dove saranno tutti questi critici della resistenza antifascista il 9 Maggio dell’anno prossimo. Sono profondamente convinto che sia in Europa, che negli Stati Uniti, sarà festeggiato il 60-esimo anniversario della vittoria sulla Germania nazifascista. Sarebbe interessante sapere quale sarà la loro tesi. Sostenere oggi che in Bulgaria non c’è mai stata una resistenza antifascista è poco serio. Ancora più irresponsabile è sostenere che la Bulgaria è sia occupata dalla Russia.

Dovrà essere il 9 settembre una festa nazionale?

Non penso che debba essere una festa nazionale. La Bulgaria ne ha di feste nazionali – il 3 Marzo e il 6 Settembre. Questi sono giorni di carattere indiscutibile, giorni in quali la Bulgaria ha preso il suo posto nella mappa politica mondiale. Però anche giorni come il 9 settembre non possono essere cancellati dal calendario. La celebrazione che stiamo facendo è soprattutto un omaggio ai morti nel nome dell’idea antifascista.

Come si inserisce questa celebrazione nel desiderio del BSP di essere più moderno? Questa nostalgia e sguardo verso il passato non saranno un ostacolo per la socialdemocratizzazione del partito?

Non penso che il 9 settembre oggi sia un segno di nostalgia degli anni dopo il 1944. Ripeto, dobbiamo fare una netta distinzione tra il periodo 1923-1944 e il periodo dopo il 1944. Non possono essere attribuiti al 9 settembre avvenimenti accaduti dopo il 1944. Per noi è importante dimostrare che conosciamo la nostra storia. Noi siamo un partito moderno, membro dell’Internazionale Socialista e membro associato del Partito dei socialisti europei. I processi di modernizzazione del BSP sono fuori dubbio per ogni persona di buon senso. Per questo i tentativi di attribuire al 9 settembre sfumature di ricordi e nostalgia non sono giustificati. Tanto più che noi non guardiamo al 9 settembre come elemento di base della nostra campagna elettorale. L’affermazione che in questa maniera noi mobilitiamo il nostro elettorato duro non è reale. Per noi la celebrazione è questione di memoria storica e della sua valutazione moderna. La cosa più importante è il rispetto per le persone che hanno partecipato attivamente nella resistenza antifascista. Non possiamo non tenere conto che la maggior parte di loro hanno vissuto onestamente e dignitosamente per tutto il periodo dopo 1944, mentre oggi vivono in miseria. Un simile segno nei loro confronti è indispensabile dal punto di vista umano, sociale e statale.

Rumen Petkov è vice-presidente del BSP.

Vedi anche:

Bulgaria: l’anniversario del 9 settembre

*traduzione dal bulgaro di Sonia Domoutschieva, per gentile concessione del sito Bulgaria-Italia

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