Nomi in Azerbaijan: discriminazione più che tutela
In Azerbaijan è proibito dare alcuni nomi ai nuovi nati. Ufficialmente per tutelare da stravaganze che portino a derisione ma spesso nel mirino dell’apposita commissione sono finiti i nomi tradizionali delle minoranze
(Pubblicato originariamente da OC Media )
In Azerbaijan viene vietato l’utilizzo di alcuni nomi per i nuovi nati: lo scopo ufficialmente è quello di proteggere i bambini da ”derisione, repulsione e umiliazione”. Tuttavia, dato che tra i nomi proibiti ci sono quelli comunemente usati dai parlanti lingua russa ed altre minoranze quali i Talysh, molti sospettano che il vero motivo di queste politiche sui nomi sia la discriminazione etnica.
”Mi fa sentire umiliato”, dice Ali Nazarov, un residente di Baku di origini Talysh riguardo alla decisione di 5 anni fa di proibire l’utilizzo del nome ”Talysh” per i neonati in Azerbaijan. ”C’è poi qualcuno che effettivamente chiama suo figlio Talysh in Azerbaijan?!”, si chiede.
”Il nome è stato messo su una lista di nomi accusati di generare derisione, repulsione e umiliazione (…). La lista non conteneva i nomi delle altre comunità, c’era solo il nome ”Talysh”.
”Mi chiedo cosa ha spinto la commissione a decidere che il nome ”Talysh” non dovesse essere dato ai bambini. Chi ha preso parte a quelle discussioni e su quale base hanno preso la decisione? C’è una sola ragione che mi viene in mente – odio razziale”, conclude.
Mentre parla, Nazarov si agita, alza la voce prima di iniziare a raccontare diverse storie di discriminazione contro il popolo Talysh. Nazarov dice che ad aggravare la situazione è stato anche il silenzio della società civile di cui egli stesso è testimone. ”Nessuno al di fuori delle persone Talysh ha parlato del problema”.
La lista di nomi proibiti era stata creata inizialmente nel 2015 ed è stata definita dalla Commissione governativa della Terminologia.
La commissione ha dichiarato che ha proibito solo l’uso di quei nomi che potessero essere motivo di umiliazione e derisione. Tuttavia, non ha dato alcuna spiegazione sul perché specifici nomi sono stati scelti. Il presidente della commissione, Sayali Sadigova, ha commentato pubblicamente la questione la prima volta nel 2015 su Xezer TV.
Nonostante molte delle proteste (contro il divieto di utilizzo di alcuni nomi) fossero focalizzate sul nome ”Talysh”, non ha nemmeno menzionato il nome concentrandosi invece sulla proibizione dell’utilizzo di nomi religiosi.
"Perché i bambini non dovrebbero chiamarsi Pyort?"
L’ottobre scorso, nuove proteste sono nate a seguito del divieto della commissione di utilizzare una serie di nomi diffusi tra i parlanti della lingua russa quali Sofu, Saida, Ezel e Rina. La commissione ha inoltre incluso diversi nomi religiosi quali "Gulfallah" e "Aliyanvaliyullah".
A seguito del respingimento della decisione, il capo della Commissione della Terminologia, Sayali Sadigova ha spiegato chiaramente il motivo alla base della decisione. "Se sei un cittadino azerbaigiano, non puoi chiamare tuo figlio Pyotr o Pavel. Non possiamo portare i nomi russi nel nostro paese", ha dichiarato in un’intervista con Oxu.Az
In una comparsata nel settembre 2019 nel programma ‘Sabaha Sakhlamayag’ della televisione pubblica, ha fatto un altro commento impregnato di sentimenti nazionalisti: "La storia di un popolo si riflette nei suoi nomi. Quando i genitori scelgono i nomi dei loro bambini, devono ricordarsi che il bambino è azerbaigiano e che deve avere un nome azerbaigiano. I nomi devono riflettere l’identità del popolo azerbaigiano".
”Qualcosa di peggio”
Atakhan Abilov, un avvocato e un attivista per i diritti umani di origini Talysh, dice che il governo ha dimostrato tutto il suo approccio discriminatorio: "Se le istituzioni del governo dell’Azerbaijan non fossero gestite in un modo simile a quello mafioso i membri della commissione si sarebbero dimessi dopo aver adottato una decisione così discriminatoria e dopo i discorsi discriminatori che hanno pronunciato".
"Ci sono diversi dettagli in questa questione che rivelano l’intenzione del governo. Proibire l’uso del nome di una nazione e non quello di altre non è solo sbagliato, è qualcosa di peggio. Il governo dell’Azerbaijan sta dimostrando che discrimina la minoranza etnica Talysh" ha detto Abilov a OC Media..
"Proibire l’utilizzo di un numero di nomi russi è altresì assurdo. Prima di tutto, ogni nazione dovrebbe permettere alle persone di poter chiamare i propri figli secondo la propria cultura".
L’avvocato per i diritti umani Nicat Mammadbayli ha sottolineato che il sostegno a politiche simili in Europa viene da gruppi di estrema destra. "Nell’Unione europea il principale criterio seguito per dare un nome ai figli è relativo al genere e alla prevenzione di danni allo sviluppo del bambino", ha dichiarato Mammadbayli a OC Media. "Qualche anno fa gruppi di estrema destra in Germania si sono opposti all’uso del nome Muhammad. È del tutto inaccettabile. Quindi perché qui i bambini non possono chiamarsi Pyort?”
”La lista contraddice l’essenza del diritto”
L’avvocato Ruslan Aliyev sottolinea che lo stato ha il diritto di regolamentare i nomi proibendo ”nomi ridicoli” e richiedendo che i nomi siano conformi al sesso del bambino. Questo, egli dice, può essere fatto con l’intento di proteggere i diritti umani ed individuali delle persone.
"La legge vede questa come una necessità per lo sviluppo fisico e psicologico di un bambino in quanto questi ultimi debbono portare i loro nomi fino all’età adulta", ha detto Aliyev a OC Media. Ma aggiunge che la lista dell’Azerbaijan dei nomi proibiti contraddice la legge.
"C’è una certa logica dietro alla lista, basata sulla ricerca e sull’opinione degli esperti. Tuttavia questa logica deve essere contestualizzata relativamente alle esperienze nel quotidiano delle persone. Per esempio, se una persona crescendo trova il suo nome ridicolo e vuole cambiarlo, e se ci sono ragioni che affermino la ridicolezza del nome, allora quei nomi possono essere inclusi nella lista dei nomi proibiti".
"Una lista di nomi considerati ridicoli secondo le ricerche condotte da linguisti, sociologi e psicologi può essere presentata al pubblico come una raccomandazione. Tuttavia non spetta alle istituzioni statali di attenersi a tale elenco. Non dovrebbe attribuire alcun potere di censura".
Aliyev puntualizza inoltre che la legge influenza negativamente alcune persone queer: "È limitante dare un nome secondo il genere. L’accezione del genere in questa lista è limitata a uomo e donna. Ma ciò non è conforme alla concezione moderna di genere".
"Le persone che cambiamo il loro sesso sono soggette a seri problemi quando devono cambiare il loro nome per conformarlo al nuovo genere. Se un uomo si vede come una donna trova difficoltà a cambiare il proprio nome", egli aggiunge.
Anche Seymur Nazarov, un residente di Baku, ha dovuto far fronte a questo problema. Anche se si è rivolto all’Azerbaijan Service and Assessment Network (ASAN) per cambiare il nome, la sua richiesta è stata respinta: "Li ho informati che volevo cambiare il mio nome in ‘Lili’. Ho ricevuto una risposta dura e sessista. Mi hanno detto che era un nome da donna, adatto ‘per una moglie’. Io ho risposto che non ero la moglie di nessuno".
"In seguito hanno affermato che non potevano confermare il cambio di nome perché il nome proposto era femminile". Seymur Nazarov si è poi rivolto ad un avvocato e sta aspettando una soluzione alla questione, nonostante le difficoltà legali.
Nemmeno i cognomi sono sfuggiti alle attenzioni del governo
È opinione diffusa che gli ordini riguardanti il divieto di dare alcuni nomi provengano dall’ufficio del Presidente.
Una delle prime persone a discutere pubblicamente il problema è stata Ali Hasanov, l’attuale direttore del Dipartimento del Controllo di Stato nell’ufficio presidenziale in una strana intervista rilasciata all’agenzia stampa ”Trend” nel 2010. "Propongo che tutti i cognomi in Azerbaijan abbiano ‘az’ alla fine”, affermò Hasanov in quell’occasione.
"Ovviamente, le ultime due lettere di un cognome non hanno nessun particolare significato – continuò – per esempio, le finali russe ”ov”, persiane ”an” o ”yan” o georgiane ”ze” non hanno nessun particolare significato, sono solo indicatori di appartenenza ad una nazionalità. Sarebbe meglio se i cognomi azerbaigiani finissero in ”az”. ”Az” è sia il dominio Internet del paese sia la prima sillaba del nome del popolo e del paese stesso".
Ruslan Aliyev ricorda come da quell’intervista neppure i cognomi sono stati risparmiati: ”Lo stato raccomanda ora – in una lista – vari finali per i cognomi", aggiungendo che se si arrivasse anche all’obbligatorietà di tale lista si sarebbe davanti "ad un’infrazione significativa della legge”.
Anche se questa è solo una lista di raccomandazioni, secondo Aliyev lo stato dovrebbe adottare un approccio inclusivo. In altre parole, una lista come questa dovrebbe includere tutte le finali di cognomi appartenenti a tutti i gruppi etnici del paese: "Per esempio le persone di origine Talysh hanno la ‘i’ alla fine del cognome e le persone di origine Udi hanno la sillaba ‘ian’. Anche queste tradizionali finali dei cognomi dovrebbero essere incluse nella lista. Questo è molto importante nel diritto internazionale".
Ruslan Aliyev critica inoltre il rifiuto dell’Azerbaijan di aderire alla Dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni delle Nazioni Unite sottolineando che l’Azerbaijan resta obbligato legalmente a "proteggere le identità delle minoranze" in quanto firmatario della Convenzione per la protezione delle minoranze nazionali del Consiglio d’Europa.
"Una parte integrante dell’identità è il cognome dato alla nascita", afferma. Aliyev mette in rilievo anche problemi specifici relativi alla minoranza Udi dell’Azerbaijan e agli armeni del Nagorno-Karabakh: "Le persone della minoranza Udi non possono utilizzare le finali dei propri cognomi in quanto esse sono simili a quelle degli armeni".
"Bisogna prendere in considerazione anche gli armeni del Karabakh. La guerra del Nagorno Karabakh è solo uno dei molti conflitti nel mondo e questa non è una ragione per limitare i diritti dei cittadini udi o armeni dell’Azerbaijan".
Aliyev considera l’assenza dei cognomi di queste persone dalla lista dei cognomi raccomandati come una forma di discriminazione e un’infrazione della legge: "La lista è composta per lo più dalle finali di cognomi Turkic e l’importanza delle finali dei cognomi di altri gruppi etnici non è stata presa in considerazione".
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