Napolitano a Lubiana
Slovenia nell’Ue, con l’euro e parte dell’area Schengen. L’ultima volta che Napolitano visitò la Slovenia fu 12 anni fa. Allora questi sembravano traguardi inimmaginabili. Ora Italia e Slovenia sono alla pari e nessun ”ricatto” o condizionamento che riguardi il passato è ormai più possibile
Quella di lunedì è stata la prima visita ufficiale di un capo di stato a Lubiana dopo l’insediamento del nuovo presidente sloveno Danilo Türk. Giorgio Napolitano ha visitato la Slovenia in circostanze che solo dodici anni fa, quando il paese ex-jugoslavo per la pressione italiana e per poter procedere nelle trattative per l’associazione, dovette inghiottire il »compromesso spagnolo«, concedendo ai cittadini europei, con tre anni di residenza nel paese, diritti immobiliari paritetici a quelli degli sloveni, sarebbero state impensabili, pura fantapolitica. Oggi Türk accoglie Napolitano a braccia aperte come anfitrione di uno stato che presiede l’Unione Europea, che ha introdotto l’euro e che fa parte del gruppo di Schengen.
Tra Slovenia e Italia c’è insomma piena parità, e nessun »ricatto« o condizionamento che riguardi il passato è ormai più possibile, anche se l’estrema destra triestina si morde le dita e continua a stramaledire chi ha normalizzato la situazione al confine, che ormai è sparito.
Napolitano e Türk si sono incontrati alla pari e, alla pari, hanno parlato soprattutto di Europa, del trattato di Lisbona e di quei problemi regionali che di più interessano entrambi i paesi; compreso il destino del Kosovo e dell’Adriatico.
Ci sono poi le due minoranze, sempre sensibile tassello nei rapporti bilaterali tra i due paesi. Napolitano ha firmato qualche mese fa il via libera alla lista dei comuni italiani dove la legge di tutela per la minoranza slovena dev’essere applicata. Ma la buona retorica ed i bei gesti formali non sempre bastano. I confini caduti con Schengen il 21 dicembre scorso rimangono in molte teste, poco propense a far propria la nuova realtà di partenariato sancita anche con la visita di Napolitano a Lubiana. Solo qualche giorno prima dell’arrivo del presidente italiano qualcuno ha voluto »omaggiarlo« imbrattando con sterco le scritte bilingui della scuola italiana Vincenzo-Diego De Castro a Pirano. Un fatto isolato, un ignobile colpo di coda del nazionalismo intollerante, si spera.
E la »riconciliazione«? Molti sono convinti che si stia realizzando così, con i piccoli passi concreti e soprattutto con un rapporto di piena parità e di reciproco rispetto. Certo, opportuno sarebbe un omaggio comune e condiviso ai luoghi simbolo della sofferenza, nel fascismo, durante la Seconda guerra mondiale e nell’immediato dopoguerra. Forse l’incontro tra Napolitano e Türk è stato anche un passo in questa direzione.
Ma sul tavolo bilaterale rimangono comunque alcuni problemi aperti; uno – per l’Italia – è il primato assoluto del capitale germanico nell’economia slovena, anche se gli investimenti italiani negli ultimi anni stanno aumentando. C’e’ poi una serie di questioni ambientali che toccano l’area di confine, soprattutto il Golfo di Trieste.
La pressione delle lobbies energetiche è particolarmente forte e pressante da entrambi i versanti. Si cercano perciò strategie comuni che non sempre prospettano soluzioni sostenibili per l’oberato fazzoletto di mare comune. E’ di questi giorni la notizia – fatta circolare in rete – di un procedimento legale nei confronti di un ambientalista triestino, Roberto Giurastante, segretario della locale Amici della Terra , che aveva denunciato a livello europeo l’inquinamento causato nell’area da Italia, Slovenia e Croazia.
Altri problemi condivisi tra Italia e Slovenia? Una brusca caduta del potere d’ acquisto, l’odore di recessione ed un certo pessimismo che si va insinuando nelle due opinioni pubbliche. Anche in merito al miracolo europeo.
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