Montenegro: stallo presidenziale
Dopo le elezioni presidenziali il Montenegro è entrato in una profonda crisi politica. L’opposizione contesta l’esito elettorale mentre il governo invita a risolvere tutti i problemi all’interno del quadro istituzionale. Probabili elezioni anticipate in autunno
Il Montenegro è nuovamente in stallo. Nonostante la Commissione elettorale statale, a due settimane dalla fine delle elezioni, abbia proclamato come vincitore il candidato del Partito democratico dei socialisti (DPS) Filip Vujanović, l’opposizione ritiene abbia invece trionfato Miodrag Lekić, il candidato indipendente che hanno sostenuto. E si è detta pronta a lottare con tutti i mezzi democratici, incluse le proteste di piazza.
10 giorni
La prima di queste proteste si è tenuta sabato scorso, davanti al palazzo della Presidenza del Montenegro a Podgorica. Migliaia di persone hanno dato al governo la scadenza di dieci giorni per “adottare una legge speciale, con la quale verrebbero annullati i risultati delle elezioni presidenziali, dopo di che il presidente del Parlamento dovrebbe indire nuove elezioni”. In caso contrario hanno annunciato nuove proteste. “Non abbiamo intenzione di accettare la frode elettorale e la violazione della Costituzione”, ha detto Lekić ai manifestanti.
Ma, anche se in linea di massima il governo si dichiara pronto a raggiungere un compromesso, non sembra abbia intenzione di soddisfare le richieste dell’opposizione. Il vicepresidente del DPS Svetozar Marović ha dichiarato che lo scopo dell’opposizione è la destabilizzazione del Montenegro e frenarne il percorso euro-atlantico. “Si tratta di forze politiche contrarie all’ingresso del Montenegro nell’UE e nella Nato”, ha chiarito Marović.
L’opposizione, guidata dal Fronte democratico (DF) di Lekić, ha annunciato che boicotterà anche i lavori del parlamento. In un momento in cui il paese sta affrontando una situazione economica sempre più grave – con la chiusura certa della più grande azienda del paese, il Kombinat di alluminio di Podgorica (KAP), l’aumento dell’IVA, e le richieste di Bruxelles di riformare il sistema giudiziario – la decisione dell’opposizione farà crollare ulteriormente la legittimità del governo del premier Milo Đukanović.
Decisivo il ruolo dei socialdemocratici
Ecco perché gli occhi dell’opinione pubblica sono tutti rivolti verso il Partito socialdemocratico (SDP) di Ranko Krivokapić, partner minore di governo del DPS. Sono stati proprio i socialdemocratici la causa dello scarso risultato del candidato del DPS: non hanno infatti dato il loro sostegno a Vujanović, argomentando che la sua candidatura era anticostituzionale. Da come si comporterà questo partito dipenderanno i prossimi sviluppi politici in Montenegro.
Secondo la direttrice del settimanale indipendente di Podgorica Monitor Milka Tadić-Mijović, oggi il Montenegro si trova nella situazione in cui si trovava la Serbia il 5 ottobre del 2000 [anno della caduta di Slobodan Milošević, ndt]. La direttrice di Monitor sottolinea che le istituzioni stesse sono in pericolo e che quindi su Lekić e sull’opposizione pesa una grande responsabilità. “In molti si erano chiesti se fosse il caso di partecipare comunque alle elezioni visto tutti i meccanismi di manipolazione e le frodi rivelate dallo ‘scandalo Snimak’. Io credo che adesso l’opposizione, che ha in mano una vittoria di fatto, lotterà per la legittimità delle elezioni e per i cambiamenti democratici in Montenegro”, ha aggiunto Milka Tadić-Mijović.
Primavera in arrivo?
Alcuni esponenti dell’opposizione prevedono che, a causa di tutti problemi accumulati relativi a frodi elettorali, corruzione, criminalità e nepotismo, potrebbe nascere una “primavera montenegrina”, in particolare se il governo rimarrà fermo sulla sua posizione. “La formazione di un governo di transizione è l’unico modo per superare questa difficile situazione”, ritiene Miodrag Lekić.
Ad ogni modo, in Montenegro ormai c’è sempre meno tempo, spazio e risorse per sostenere questo dramma post-elettorale. Anche se non dovesse esserci un accordo fra il governo e l’opposizione in primavera, non c’è alcun dubbio che in autunno, in questo piccolo stato balcanico, si andrà ad elezioni politiche anticipate.
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