Montenegro, il conto svizzero della famiglia Marović
Una recente inchiesta condotta dal team investigativo OCCRP e dalla ong MANS ha rivelato un conto segreto svizzero con 3,8 milioni di dollari intestato alla moglie di Svetozar Marović, uno dei politici di spicco del partito di governo. Intervista con Vanja Ćalović, direttrice di MANS
Lo scorso 9 marzo avete pubblicato un’inchiesta realizzata insieme a Organized Crime and Corruption Reporting Project (OCCRP) con cui avete rivelato l’esistenza presso una banca svizzera di un conto segreto della famiglia Marović, funzionario di alto livello del partito di governo DPS ed ex presidente dell’Unione di Serbia e Montenegro (2003-2006). Il titolo dell’inchiesta dice: “La moglie di Svetozar Marović ha nascosto 3,8 milioni di dollari in Svizzera ”. Ci vuole spiegare di cosa si tratta e come siete giunti in possesso di questi documenti?
I documenti li abbiamo ottenuti dal Consorzio internazionale di giornalisti investigativi tramite i nostri partner del OCCRP. Si tratta di una copia del database che un impiegato nel settore informatico della banca HSBC ha messo a disposizione delle autorità francesi. Secondo questi dati, sul conto della moglie di Zvetozar Marović, Đorđina, nel 2006 e 2007 c’erano 3,8 milioni di dollari. Questo denaro non è mai stato denunciato fiscalmente da Marović alla Commissione per il conflitto di interessi, né tanto meno l’acquisizione di una tale cifra di denaro può essere spiegata con le entrate regolari di Marović. La documentazione completa l’abbiamo inviata all’Alta procura di stato sotto forma di denuncia e anche la procura ha chiesto informazioni ufficiali presso la magistratura svizzera.
Non è la prima volta che indagate sugli affari di Marović in Montenegro… Cosa è cambiato dal famoso scandalo Zavala, che avete definito nel vostro recente rapporto come “uno dei più controversi progetti edili del Montenegro”, ad oggi? Quel progetto, che prevedeva la realizzazione sulla penisola di Zavala di un nuovo resort destinato al cosiddetto turismo di lusso, alla fine eravate riusciti a bloccarlo e il fratello di Svetozar Marović, Dragan, è finito agli arresti. È successo qualcosa?
Purtroppo non è accaduto nulla. Invece di finire sul banco degli accusati, Marović è testimone in quel processo. Durante la fase processuale si è visto bene che la magistratura non ha la benché minima volontà politica di processare questo alto funzionario del partito di governo. Vedremo se il nuovo Alto procuratore di stato si comporterà fino in fondo professionalmente nell’indagine sul conto segreto della moglie di Marović.
Come ha reagito Marović all’inchiesta?
Non ha né smentito né confermato quanto abbiamo scritto, anzi si è abbassato agli insulti più vili, mentre il suo avvocato ha recentemente dichiarato che i Marović ora non hanno un conto in quella banca, senza dire se il conto è esistito tra il 2006 e il 2007, come dimostra la documentazione della banca svizzera.
Questo caso può essere considerato in qualche modo un test per sondare l’indipendenza dell’Alto procuratore di stato?
Questo sarà di sicuro un grande test per il nuovo Procuratore di stato. Per ora hanno reagito molto efficacemente e noi seguiremo nel dettaglio il loro comportamento, ma sono sicura che questo caso desterà anche un certo interesse da parte della Commissione europea, sapendo quali sono le richieste di quest’ultima nei confronti del Montenegro, cioè dimostrare risultati concreti nella lotta alla corruzione ad alto livello.
Crede che l’UE reagirà in qualche modo?
Credo che l’UE seguirà attentamente questo caso e, a seconda di come agiranno e si comporteranno le istituzioni, riusciranno ad avere un’immagine nitida di quale sia l’effettiva volontà politica di condurre la lotta contro la corruzione ad alto livello.
Questo caso avrà ripercussioni sulla scena politica montenegrina?
Non credo che possa avere una grande influenza sulla scena politica locale, a meno che Marović non decida di parlare anche degli altri funzionari in possesso di conti segreti all’estero. Dal comportamento del DPS si evince che faranno il possibile per prendere pubblicamente le distanze da questo caso, perché ha già screditato il principale ideologo del DPS presso l’opinione pubblica anche presso alcuni membri dello stesso DPS, che vivono di magri stipendi e che di sicuro sono consapevoli di essere stati sfruttati come macchina elettorale a favore degli interessi privati e del profitto di qualcuno.
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