Montenegro: gli scontri tra cittadini e polizia non si fermano
Proseguono a Budva, capitale del turismo montenegrino, e in altre città montenegrine le tensioni e le violenze tra cittadini e la polizia. Cronaca da un paese sull’orlo di una pericolosa crisi social-istituzionale
(Originariamente pubblicato da Radio Slobodna Evropa , il 24 giugno 2020)
Nella serata di mercoledì 24 giugno la polizia montenegrina ha usato gas lacrimogeni per disperdere i cittadini che si erano radunati intorno alle 20:00 davanti alla sede della polizia municipale di Podgorica per protestare contro quanto accaduto a Budva [dove lo scorso 17 giugno il sindaco della città, il presidente del consiglio comunale e alcuni consiglieri sono stati arrestati per aver rifiutato di dimettersi dalle loro funzioni dopo aver perso la maggioranza in consiglio comunale, ndt].
Come riportato dal giornalista di Radio Slobodna Evropa presente sul posto, gli agenti di polizia sono intervenuti dopo che i manifestanti hanno cominciato a lanciare vari oggetti contro di loro.
La Direzione centrale di polizia ha fatto sapere che 18 persone sono state poste in stato di fermo dalla polizia.
Anche il secondo tentativo da parte dei cittadini di radunarsi davanti alla sede della polizia municipale di Podgorica è sfociato, intorno alle 22:00, in uno scontro con la polizia, che ha di nuovo usato gas lacrimogeni.
“Stasera intorno alle 20:00 un gruppo di circa 70 cittadini ed esponenti dell’opposizione si è radunato davanti alla sede della polizia di Podgorica, senza aver chiesto né ottenuto l’autorizzazione per organizzare un raduno pubblico; ha ignorato l’ordine di disperdersi, reagendo con urla e fischi, dopodiché ha cominciato a lanciare sassi contro la polizia. In quell’occasione sono state danneggiate alcune auto della polizia e un agente è rimasto ferito”, si legge in un comunicato stampa emesso dalla Direzione centrale di polizia.
Tra le persone arrestate lo scorso mercoledì a Podgorica c’erano anche due deputati del parlamento montenegrino eletti nelle fila del Fronte democratico (DF), Marina Jočić e Milun Zogović.
Scontri anche a Nikšić
Anche a Nikšić nella serata di mercoledì 24 giugno si sono verificati scontri dopo che alcune centinaia di cittadini hanno rifiutato l’invito della polizia a disperdersi.
Gli agenti hanno lanciato gas lacrimogeni per disperdere i manifestanti, riunitisi per esprimere il loro sostegno all’ormai ex sindaco e i consiglieri comunali di Budva arrestati qualche giorno prima.
La polizia di Nikšić ha reso noto che due persone sono state sottoposte a fermo, mentre quattro agenti sono rimasti feriti.
In questo momento un’unità operativa di pronto intervento della polizia montenegrina, in tenuta antisommossa, sta sorvegliano l’ingresso della sede del municipio di Nikšić.
Nella giornata di mercoledì 24 giugno anche a Budva – dove ormai da giorni regna un clima di tensione a causa del passaggio del potere nelle mani della nuova maggioranza – gli agenti di polizia hanno usato gas lacrimogeni per disperdere i cittadini radunati davanti alla sede della polizia municipale.
In quell’occasione – come confermato dalla polizia – un agente di polizia è rimasto ferito, mentre 17 persone sono state arrestate.
A Budva arrestate più di 50 persone
Đorđije Vujović, membro del consiglio comunale di Budva eletto nelle fila del Fronte democratico (DF), è stato fermato durante gli scontri verificatisi lo scorso mercoledì a Budva, per poi essere rilasciato nella serata dello stesso giorno.
“Sono stati arrestati circa 50-60 cittadini, 5 consiglieri comunali, il sindaco Marko Carević e il presidente del consiglio comunale Krsto Radović”, ha dichiarato Vujović.
La polizia non ha ancora reso noti i nomi dei cittadini arrestati durante i disordini a Budva.
Nella tarda serata di mercoledì 24 giugno il sindaco e i consiglieri comunali di Budva sono stati rilasciati.
I tafferugli e gli scontri verbali tra cittadini e polizia sono iniziati nella mattina di mercoledì 24 giugno intorno al palazzo del municipio e davanti alla sede della polizia locale, che è stata presa di mira dai manifestanti con un lancio di sassi. La sede della polizia si trova ad un centinaio di metri dal municipio.
Commentando i recenti fatti accaduti a Budva, il premier montenegrino Duško Marković ha accusato il Fronte democratico (DF) e il Montenegro democratico (DCG) di essere i principali responsabili della situazione creatasi nella città. Il premier ha affermato che la polizia di Budva potrebbe “risolvere la situazione in 15 minuti, ma vuole dare un’occasione alla ragione”, aggiungendo che a Budva si assiste a un episodio di violenza politica.
Tensioni non accennano a placarsi
I recenti scontri tra cittadini e polizia sono conseguenza delle tensioni politiche scoppiate all’inizio di giugno quando un consigliere di maggioranza del consiglio comunale di Budva, Stevan Džaković, è passato dalla parte dell’opposizione, composta dal Partito democratico dei socialisti (DPS) e dal Partito Montenegrino (CP), consentendo così a questi ultimi di formare una nuova maggioranza pronta a rovesciare il governo locale (in quel momento guidato da DF e DCG).
Il consiglio comunale di Budva ha discusso, in due occasioni (lo scorso 30 maggio e lo scorso 3 giugno) della possibilità di destituire il sindaco di Budva Marko Carević (DF) e il presidente del consiglio comunale Krsto Radović (DCG), ma a causa dei lunghi tempi procedurali non si è mai giunti al voto.
Lo scorso 11 giugno la nuova maggioranza (composta da DPS, CP e Stevan Džaković) ha organizzato una seduta fuori dalla sede del consiglio comunale, nell’albergo “Slovenska plaža”, durante la quale ha nominato un nuovo sindaco ad interim (Vladimir Bulatović, CP) e un nuovo presidente del consiglio comunale ad interim (Snežana Kuč, DPS).
Il Tribunale amministrativo, l’unico che potrebbe porre fine alla polemica su chi siano i legittimi detentori del potere a Budva, non si è ancora espresso sulla questione.
Alla nomina di un nuovo sindaco e un nuovo presidente del consiglio ad interim sono seguite proteste, organizzate ogni giorno davanti alla sede del municipio di Budva dai membri dell’ormai ex maggioranza, e accompagnate da una massiccia presenza della polizia.
La polemica tra nuova e vecchia maggioranza è proseguita per giorni. Poi lo scorso 24 giugno alcune guardie di sicurezza privata hanno impedito a Marko Carević e Krsto Radović di entrare nell’edificio del municipio, motivando tale divieto con il fatto che i nomi di Carević e Radović non compaiono sull’elenco fornito agli uomini della sicurezza dai rappresentanti della nuova maggioranza.
Dragan Krapović, consigliere comunale di Budva eletto nelle fila del DCG, ha chiesto alle autorità chi e in base a quali criteri ha ingaggiato le guardie di sicurezza privata che hanno impedito a Carević e Radović di entrare nel palazzo del municipio, constatando che “a Budva la costituzione e le leggi sono state calpestate”.
L’ormai ex presidente del consiglio comunale di Budva Krsto Radović ha invitato i cittadini a riunirsi ogni giorno davanti alla sede del municipio per non permettere che il tentativo di “rubare la volontà popolare espressa alle elezioni” passi inosservato.
I partiti che finora hanno governato la città di Budva (DF, DCG e URA) sono all’opposizione nel parlamento nazionale, mentre il DPS, alla guida della nuova maggioranza a Budva, governa il Montenegro ormai da trent’anni.
La lunga egemonia del DPS a Budva è stata interrotta alle elezioni amministrative del 2016, dopo le quali è stato formato un nuovo governo locale, composto da DF, DCG, URA e CP. Successivamente tre consiglieri eletti nelle fila del CP sono passati dalla parte dell’opposizione, all’epoca composta dal DPS e da un membro del Partito socialdemocratico (SDP).
Dopo questo passaggio, la maggioranza contava un solo consigliere in più rispetto all’opposizione.
Alla fine di aprile di quest’anno, il consigliere Stevan Džaković, eletto nelle fila del DF, ha appoggiato il tentativo di destituire i vertici dell’amministrazione comunale, appartenenti al suo stesso partito. Questa decisione di Džaković, che è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stata definita dal DF come frutto del tentativo del DPS di prendere il potere a Budva ricorrendo ad una palese corruzione.
Insieme alle elezioni politiche, indette dal presidente del Montenegro Milo Đukanović per il prossimo 30 agosto, si terranno anche le elezioni amministrative in alcune città, compresa Budva.
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