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Area: Montenegro

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Montenegro: discariche e rischio epidemie

I cittadini di Budva bloccano la vecchia discarica. "Le condizioni sanitarie sono divenute insostenibili" denunciano "occorre al più presto costruire una discarica nuova e bonificare l’intera area".

26/04/2002, Tanja Bošković -

Negli ultimi giorni le condizioni sanitarie a Budva, maggior centro turistico del Montenegro, sono in continuo peggioramento tant’è che vi è qualcuno che paventa il rischio dello scoppiare di epidemie.
I cittadini della località balneare hanno bloccato la vecchia discarica insistendo affinchè quest’ultima venga bonificata e si inizi invece la costruzione di una nuova discarica, secondo standard europei. Il Ministero per la protezione dell’ambiente e i tecnici dell’acquedotto regionale hanno preparato un progetto di una nuova discarica che dovrebbe essere finanziato da fondi della Banca Mondiale che però non soddisfa i comitati creati dai cittadini di Budva.
Sebbene i consiglieri della municipalità, i rappresentati del governo ed i cittadini siano concordi sull’urgente necessità di risolvere il problema della discarica di Budva l’Assemblea municipale non riesce a prendere una decisione in merito. All’ultima riunione convocata sull’argomento è venuto a mancare il numero legale.
I rappresentanti dei cittadini si aspettano l’elaborazione di un piano ben cadenzato che preveda i tempi di realizzazione della nuova discarica, che indichi chiaramente dove verrà costruita e che preveda le modalità di bonifica del territorio contaminato dalla vecchia discarica nonché rimborsi per le persone che hanno subito danni diretti.
I cittadini contestano il progetto proposto dal Ministero per l’Ambiente e dalle autorità preposte alla gestione dell’acquedotto poiché "non è razionale e rischia di essere controproducente. Non rispetta inoltre gli standard previsti dall’UE".
Il rappresentante dell’acquedotto regionale ha ribattuto che il progetto elaborato corrisponde agli standard dell’Unione Europea ed e’ stato preparato in base a condizioni poste dalla stessa Banca Mondiale. Il dibattito continua ed ancora non è chiara la soluzione del problema. Ed intanto siamo molto vicini all’inizio della stagione turistica (Vijesti e Pobjeda, 17.04.02).

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