Moni Ovadia aderisce alle iniziative di Sarajevo
Anche Moni Ovadia per l’integrazione dei Balcani in Europa. Ha aderito all’Appello promosso da Osservatorio ed ICS ed alle giornate di Sarajevo anche se, per impegni pregressi, non potrà essere in aprile in Bosnia Erzegovina
I monti Rodopi, in Bulgaria, sono un mondo misterioso. Sono i luoghi di Valja Balkanski, la cantante che è la voce stessa della Bulgaria.
Lo racconta al telefono Moni Ovadia a Rumiz, Altan e Rigatti che con le loro biciclette stanno attraversando la Bulgaria verso un’Istanbul oramai non troppo lontana.
"La voce di Valja è stata mandata nello spazio, per spiegare agli alieni la cultura della Terra", continua Moni Ovadia. Ed ai tre incalliti cicloamatori narra poi del festival di Rozen, un posto dove ogni due anni si radunano ottomila esecutori popolari. "Ho sentito 170 zampogne suonare insieme, un brivido".
Moni Ovadia è nato a Plovdiv, Bulgaria, nel 1946, da una famiglia ebraica. Fin dall’inizio della carriera si è dedicato allo studio della musica tradizionale di vari paesi, in particolare dell’area balcanica. Incarna per alcuni versi il mito dell’ebreo errante, che ha visto molte genti e molti paesi e da tutti ha preso qualcosa. Reinterpretando e vivendo poi tutto secondo la cultura e la lingua Yiddish. Un ventoso girovagare, la malinconia della diaspora.
Anche Moni Ovadia aderisce all’Appello ‘L’Europa oltre i confini’ promosso dall’Osservatorio sui Balcani e dal Consorzio Italiano di Solidarietà. Difficile potesse essere altrimenti per chi concepisce nel proprio lavoro il confine come sinonimo di ricchezza e diversità culturale e non come barriera e neo "cortina di ferro". Per chi si fa cantore del coraggio di valicare e contaminare i limiti.
Moni Ovadia purtroppo non potrà essere a Sarajevo dal 4 al 7 aprile 2002 ma ha ribadito la sua adesione all’iniziativa. Per i Balcani in Europa e non rimossi. Per un’Europa dal basso.
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