Mondiali di calcio: paura di rischiare
Alcuni giorni dopo l’avvio dei campionati mondiali di calcio un editoriale tratto dal settimanale "Feral Tribune". Come si stanno comportando le squadre in campo? Nostra traduzione
Di Ivica Osim, Feral Tribune, 16 giugno 2006 (tit. orig. Strah od rizika)
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Ivana Telebak
Per i favoriti è sempre difficile. Le prime partite dei mondiali ancora una volta hanno ribadito questa famosa verità, e la maggior parte dei giocatori più famosi – con il loro gioco – hanno contribuito per non tradire questo pronostico. E’ comprensibile, perché sfiniti dalle partite dei propri club, appesati dall’imperativo della vittoria, stanno giocando contro avversari più freschi. Gli inglesi hanno vinto contro il Paraguay, ma hanno deluso sin dall’inizio. Qualcosa di simile al Brasile, mentre dei francesi è meglio non parlare… E’ strano vedere inglesi, brasiliani e portoghesi che vincono facendo un goal per poi vivacchiare il resto dell’incontro con quell’unica rete. I portoghesi dopo il goal hanno giocato come se occorresse portar loro il pallone proprio davanti ai piedi perché si decidessero a giocare ancora un pò.
Non dobbiamo trascurare nemmeno il fattore climatico, considerando che le oscillazioni della temperatura di giorno ovviamente hanno molta influenza su tutti. E’ molto più facile giocare le partite serali, alle 21, si vede che le squadre sono più vivaci di quelle che giocano alle 15. Fa freddo, poi fa caldo, soffrono anche quelli seduti in panchina. Adesso ci saranno, come sempre, quelli che diranno "va bene, ma per tutti quei soldi"… Lo so, ma bisogna considerare in modo obbiettivo la pressione alla quale i giocatori sono ulteriormente esposti, a causa dell’importanza dei mondiali, la competizione più importante che ci sia.
La miglior partita che ho visto fino ad adesso è stata quella fra Argentina e Costa d’Avorio. Mi interessa cosa potrà fare la squadra africana che ha giocato così bene nell’incontro con l’Olanda e con la Serbia e Montenegro. I cechi, come si può dire, con molta facilità si sono liberati degli americani, e hanno raggiunto un grande risultato con una certa facilità e sicurezza di gioco, e non abbiamo certo considerato l’America una squadra da poco… gli italiani si sono fatti vedere, Lippi in modo coraggioso ha cambiato la parte della squadra standard. Hanno giocato in modo saggio contro il Ghana, e senza dubbi hanno meritato la vittoria.
I tedeschi hanno puntato sui tiri, e così gli è andata bene. Come del resto in passato. Anche durante gli ultimi mondiali in Giappone e in Corea del Sud, tutti erano d’accordo sul fatto che fossero arrivati alla finale per caso. Invece, la squadra tedesca tiene il suo ritmo, gioca assumendosi i suoi rischi, così sono riusciti a fare i goal contro il Costarica. Se sei orientato su quel tipo di gioco, devi rischiare. Possono dire quello che vogliono su Ballack, ma sono anche consapevoli di non avere nemmeno un genio. Gli rimane il gruppo e il rischio, che oggi, fra altro, è la strada per il calcio in generale.
La Serbia e Montenegro può essere dispiaciuta perché non ha intrapreso quella strada giocando con l’Olanda. Penso che soffrano di un vecchio complesso, nella paura hanno sopravvalutato l’avversario. L’Olanda di oggi non è la squadra di una volta, e la Serbia e Montenegro l’ha capito più tardi, con l’entrata di Koroman e Ljuboje ha iniziato a giocare in modo più coraggioso. Di nuovo, quando si osserva il loro atteggiamento iniziale, è difficile negare all’allenatore Petkovic di aver inserito in modo logico Kezman e Milosevic. Soltanto che dopo era logico tirarli fuori entrambi. Fra l’altro, nel momento in cui uscirà questo numero del Feral, sapremo già in che modo si sono comportati gli spagnoli. Hanno una squadra molto interessante, vedremo quanta copertura avranno le loro ambizioni.
E per quanto riguarda la Croazia, adesso ci chiederemo tutti perché i ragazzi non hanno giocato dall’inizio come hanno giocato nel secondo tempo, dunque, nel modo in cui dovevano fare. Ma da quando li sto seguendo questa cosa continua ad accadere alle squadre della ex Jugoslavia, ed è lo stesso per i club e le nazionali. Dopo questa partita mi sono chiesto e chiedo anche a voi: cosa sarebbe successo se avessero giocato così per la maggior parte della partita? I brasiliani allora avrebbero rischiato di più e come si sarebbe svolta la partita? Oppure avrebbero detto "va bene, in questa partita basta un punto a tutti e due". Non so voi, ma io non ho una risposta esatta a ciò e mi sembra che in quel caso non ci sarebbe stato il dispiacere che c’è adesso.
Però bisogna capire la nazionale croata. Non hanno giocato contro chiunque, e poi quello stadio e l’ambiente, l’importanza della stessa situazione… il Brasile era maturo per cadere, questa è la storia dei favoriti. Guardano sempre dall’alto verso basso, e non possono ripetere sempre le stesse partite, anche loro sono persone. Alla Croazia è mancato poco per farcela, solo che anche quel poco è tanto. E’ mancato che alcuni giocatori rischiassero, mentre il Brasile ha giocato il primo tempo con nove giocatori. Non scherzo, perché le loro due punte, Ronaldo e Adriano, non si muovevano. Conosco che tipo di giocatori sono i fratelli Kovac, Simunic e Simic, ma questi due non hanno cercato nemmeno di vedere se riuscivano a passarli. La Croazia non ha coperto bene lo spazio della difesa e per gran parte della partita non marcavano bene il giocatore. Non si allargavano in tempo, lo spazio per il tiro si era aperto alcune volte. Mentre Kaka si preparava a segnare, i difensori centrali stavano accanto alle punte, non c’era un terzino che chiudesse al centro.
Adesso bisogna guardare tutto in modo positivo, perché il gioco della Croazia di buona parte parte del secondo tempo fa ben sperare. Se dovessero giocare come hanno mostrato di riuscire a fare contro i più grandi, Giappone e Australia non dovrebbero essere un grosso problema. Nel calcio è difficile però fare pronostici, ma una certa garanzia ce l’hanno data. I successivi avversari non sono attraenti come il Brasile, ma il passaggio al secondo girone è una sfida sufficiente per motivare i giocatori croati affinché diano il massimo.
Come incontro di calcio intercontinentale, fra gli altri, i mondiali ci hanno mostrato di già anche dei rapporti che per alcuni, in modo tradizionale, non vanno molto bene. L’Africa paga il conto per la grande esportazione di giocatori che se ne sono andati in Europa per scappare alla fame, sebbene si comportino molto correttamente verso le loro squadre nazionali. Spero che siano consapevoli di quanto spazio possono aprire con i loro successi per le nuove generazioni delle squadre nazionali africane. Di regola si trova sempre qualche paese africano che sorprende con un gioco eccezionale. Questa volta potrebbero essere il Ghana e la Costa d’Avorio, anche se nel primo girone con un buon gioco non hanno ottenuto un buon risultato. Le squadre sono europeizzate, corrette nella tattica e nella corsa, c’è solo da chiedersi per quanto tempo sarà così.
E mentre l’Europa continua a procedere sempre a piccoli passi avanti, l’Asia continuerà ad affrontare il problema della sua grandezza geografica. Il suo calcio si può osservare soltanto diviso in due regioni, l’est asiatica e quella occidentale, due mondi molto diversi. Non so che influenza avrà un eventuale buon piazzamento su un ulteriore investimento nel calcio asiatico, ma queste grosse distanze geografiche non possono essere superate senza grosse spese e senza un’organizzazione complessiva. Bisogna capire che, se Vladivostok può giocare nel campionato russo e se quei ragazzi, come anche i giocatori di pallacanestro della NBA, riescono ad adeguarsi alla vita in aereo, allora lo possono fare anche i calciatori giapponesi e coreani. Perché il calcio unisce le persone e i popoli, ma bisogna giocarlo.
editor's pick
latest video
news via inbox
Nulla turp dis cursus. Integer liberos euismod pretium faucibua