Mladić all’Aja: tempo di giustizia
Inizia oggi all’Aja il processo a Ratko Mladić: l’ex capo dell’esercito serbo-bosniaco è chiamato a rispondere di genocidio, crimini contro l’umanità e violazione delle leggi e delle consuetudini di guerra
L’attesa per il processo
A quasi un anno di distanza dalla cattura di Mladić, il Tribunale Penale Internazionale per l’ex-Jugoslavia (ICTY) dovrà giudicare uno dei principali responsabili dei crimini commessi durante la guerra in Bosnia Erzegovina tra il 1992 e il 1996.
Si tratta di un processo che suscita grande interesse, come indica il numero di persone previste oggi in Tribunale per seguire l’udienza. Si attendono infatti 126 giornalisti accreditati, di cui 41 potranno sedere nella galleria pubblica dell’aula; seguiranno il processo anche 45 vittime, alcune scampate alla strage di Srebrenica del luglio 1995 in cui morirono quasi 8.000 musulmani.
Accusato per la prima volta il 25 luglio 1995, Mladić è rimasto latitante per circa sedici anni, fino alla cattura avvenuta il 26 maggio 2011 nei pressi di Belgrado.
Comparendo per la prima volta davanti ai giudici, l’ex capo delle truppe serbo-bosniache aveva dichiarato: “Non temo i giornalisti, non temo nessuno di qualsiasi nazione o appartenenza etnica. Ho difeso il mio popolo e il mio Paese, e non Ratko Mladić”. Ha insomma combattuto per quel Paese, la Serbia, che ha ottenuto lo status di candidato all’Unione Europea anche grazie al suo arresto.
Il primo testimone
Comincia oggi la prima delle quattro parti di cui si comporrà l’accusa: prenderà in esame, tra le altre cose, le prove relative a cinque massacri avvenuti nel 1992, l’impiego di due campi di concentramento (Vlasenica e Trnopolje) e i primi bombardamenti su Sarajevo.
In questo segmento saranno chiamati in causa numerosi testimoni, sia sopravvissuti che rappresentanti internazionali impegnati in Bosnia durante il conflitto e reporter di guerra. L’accusa potrà avvalersi di oltre 400 testimoni, di cui 148 chiamati a presentarsi in aula. Il primo dovrebbe essere Elvedin Pasić, scampato all’esecuzione di 150 persone nel villaggio di Grabovica (Kotor Varoš) nel novembre del 1992. La sua testimonianza è attesa per martedì 29 maggio.
Clima di tensione
Il processo inizierà nei tempi previsti nonostante la difesa di Mladić avesse messo in dubbio l’imparzialità del giudice olandese Alphons Orie sulla base di presunti conflitti di interesse. Theodor Meron, Presidente del Tribunale, ha tuttavia respinto nella giornata di ieri questa mozione.
Il processo suscita opinioni contrastanti in Serbia: secondo un recente sondaggio, infatti, circa la metà della popolazione è convinta che Mladić non sia responsabile dei crimini di cui è accusato e oltre il 70% degli intervistati si dichiara critico sulle possibilità del Tribunale di contribuire a una reale pacificazione nella regione.
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