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Miti e leggende della Cecenia contemporanea

Ai tempi dell’impero russo, tra il popolo era diffuso il mito secondo cui lo zar era buono e giusto, mentre erano i boiardi ad essere cattivi e sfruttatori. Ai tempi di Stalin, in molti raccontavano che il leader era saggio e buono, ed erano i suoi sottoposti corrotti a commettere crudeltà a sua insaputa. E quali sono le leggende che il popolo si racconta nella Cecenia di Kadyrov?

25/11/2011, Majnat Kurbanova -

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All’inizio della guerra in Cecenia era molto in voga questo aneddoto. Putin, che allora era primo ministro, arriva in Cecenia la sera dell’ultimo dell’anno per incoraggiare i soldati russi, che da mesi non riuscivano a conquistare Grozny. “Allora, ragazzi, li facciamo fuori questi ribelli ceceni?”, chiede Putin in tono scherzoso ai soldati. “Li facciamo fuori! li facciamo fuori!”, gridano in risposta i soldati, anche loro scherzando.

Mentre Putin scherzava con i soldati sulla vittoria in Cecenia, proprio quella notte, El’cin annunciava alla nazione il suo ritiro dalla politica e apriva la strada alla carriera presidenziale di Vladimir Putin.

Da allora sono passati oltre dieci anni. Putin ha fatto in tempo a diventare presidente, poi di nuovo primo ministro, e ora è di nuovo il futuro presidente della Russia. Di ribelli ceceni ne hanno fatti fuori molti, ma a farli fuori davvero non sono riusciti. L’aneddoto di cui sopra non fa più ridere nessuno. Ogni epoca genera battute che sono comprensibili e divertenti esclusivamente in quel contesto. Nella Cecenia di oggi, dove si rischia la libertà (e spesso la vita) per ogni critica alle autorità, si inventano altri aneddoti e barzellette. E ci si consola costruendo miti e leggende.

Non appena salito al potere, Kadyrov ha mostrato ben presto il sue stile di governo con il pugno di ferro; fra le prime vittime si contò il ministro dell’Istruzione, nominato in precedenza da Kadyrov padre. A dir la verità, sul ministro pesava una sfilza di episodi di corruzione, e non furono in molti a rimpiangerlo. Ma il punto è che una dei primi aneddoti su Kadyrov è legata proprio a questo licenziamento. Si dice che quando il presidente convocò l’anziano ministro, questi cercò di ammansirlo così: “Ramzan, tu puoi togliermi dall’incarico, ma non potrai mai togliermi dal cuore l’amore per tuo padre Akhmat”. La storia tace sulla reazione di Kadyrov junior: si sa solo che la sfacciata adulazione non salvò la poltrona al ministro, che fu licenziato lo stesso e, a quanto pare, costretto a farsi un bagno nella fontana prima di lasciare la residenza presidenziale.

La caduta del sindaco

Da allora, nel Paese si diffondono regolarmente leggende di ministri percossi, umiliati e offesi. L’estate scorsa, ad esempio, si vociferava che a cadere in disgrazia era stato il sindaco della capitale, in passato fra i favoriti di Kadyrov. Citando ben informati collaboratori del sindaco, i ceceni si raccontavano sempre nuovi dettagli sulla “caduta del sindaco”. Secondo le voci, a Kadyrov sarebbe stato riferito dell’amministrazione corrotta del sindaco di Grozny, ma soprattutto delle sue ambizioni di leadership e di un suo avvicinamento alla cerchia del presidente russo Medvedev nella speranza di diventare il nuovo favorito del Cremlino dopo le prossime elezioni presidenziali in Russia. Questo, va ricordato, succedeva prima che il tandem russo annunciasse che a salire sullo scranno presidenziale sarà di nuovo Putin, quando Medvedev non era ancora un’anatra zoppa e sembrava puntare al secondo mandato. È quindi del tutto possibile che siano state proprio le voci sulle sue ambizioni a segnare l’inizio della fine per il sindaco di Grozny. E in Cecenia, le cadute politiche sono fulminanti quanto le ascese.

Il sindaco sarebbe stato convocato nella residenza presidenziale e interrogato in materia di fedeltà e corruzione. Ovviamente, avrebbe giurato la propria fedeltà al “caro Ramzan Akhmatovich”. Ma ecco che Kadyrov avrebbe fatto entrare i più stretti collaboratori del sindaco, già interrogati in precedenza, che ad alcune domande specifiche poste dagli uomini di Kadyrov avrebbero rivelato tutto, e anche un po’ di più. I conti milionari all’estero. La residenza di lusso sulle rive del Lazur. I contatti segreti e paralleli con Medvedev. E addirittura il fatto che il sindaco, noto per la sua passione per la chirurgia plastica, si permetteva in privato persino di beffarsi del ragazzo semplice e uomo del popolo Ramzan Kadyrov. I sottoposti del sindaco, i segni degli interrogatori ancora in volto, avrebbero ripetuto tutto questo in presenza di Kadyrov e del sindaco stesso. E poco dopo, di segni sarebbe stato pieno anche il curatissimo volto del sindaco, che Kadyrov aveva definito “il sindaco più bello del mondo” all’inizio della loro collaborazione e amicizia. Si dice che gli sia stata risparmiata la vita a condizione che restituisse il maltolto nella fantascientifica (per la Cecenia) misura di 500 milioni di dollari.

Non è ovviamente possibile portare prove a conferma o smentita di quanto scritto sopra. Si sa solo che proprio allora la famiglia del sindaco ha venduto in tutta fretta svariate proprietà, automobili, gioielli e ristoranti. Se non altro, molti assicurano di aver visto il fratello del sindaco vendere una lussuosa jeep bianca al mercato d’auto della domenica.

Il sindaco di Grozny non è certo l’unico funzionario locale che le leggende danno caduto in disgrazia agli occhi di Kadyrov. Si può dire che voci simili aleggino intorno ad almeno metà del governo. Ad esempio, Kadyrov avrebbe convocato a sorpresa e in piena notte il ministro della Cultura e gli avrebbe chiesto quanto denaro avesse in casa. Il ministro avrebbe parlato di una somma modesta. Allora Kadyrov avrebbe ordinato al ministro di chiamare la moglie con il telefono in viva voce e chiederle di portare immediatamente tutto il denaro presente in casa. La moglie, ignara di essere ascoltata da Kadyrov in persona, avrebbe protestato a lungo per l’improbo compito assegnatole. “Ma lo sai che ci vogliono almeno tre auto e i nostri bodyguard se ne sono già andati. Come faccio di notte a portare tutto da sola?”. Si dice che del ministro in stato confusionale si sia presa poi cura la sicurezza di Kadyrov: oltre a perdere i soldi, non sarebbe stato in grado di reggersi in piedi per alcune lunghe settimane dopo gli eventi di quella notte.

Politici, funzionari, scrittori e giornalisti

I protagonisti di questi racconti sono o possono diventare politici, funzionari, scrittori e giornalisti al servizio del potere e cantanti che ne gorgheggiano le lodi: in pratica, chiunque sia asceso all’Olimpo ceceno negli ultimi anni. A mio avviso, questo si lega allo spudorato arricchimento che in Cecenia accompagna l’ascesa pubblica. Nei sobborghi di Grozny, fino a poco tempo fa in rovina, come in una favola sorgono, simili a castelli medievali, i palazzi dei nuovi ricchi ceceni. A fronte di una disoccupazione alle stelle e dell’impoverimento di gran parte della popolazione, costretta a sopravvivere con sussidi e pensioni al limite della miseria, un arricchimento smisurato di questo tipo è particolarmente appariscente. Ecco la magione di una giovane star che canta le lodi del presidente. Ecco il castello del ministro delle Finanze. Ecco la dimora del ministro della Cultura, che prima della nomina passava da un dormitorio all’altro. Per le strade di Grozny sfrecciano auto di lusso con la targa speciale “KRA”, abbreviazione del nome completo del presidente (Ramzan Akhemtovich Kadyrov). I loro proprietari appartengono ad una cerchia di eletti: il codice della strada non li riguarda, e nemmeno altri tipi di regole. Quelle sono per i comuni mortali. E ai comuni mortali non rimane che consolarsi con leggende di favoriti in disgrazia, ministri espropriati del maltolto e alti funzionari percossi.

La cosa più interessante è che i semplici cittadini sembrano davvero rallegrarsi quando “giustizia è fatta”, almeno nei confronti dei singoli funzionari corrotti. Paradossalmente, credono che Kadyrov sia all’oscuro dei misfatti dei suoi sottoposti e della corruzione che, come una metastasi, affligge ogni sfera della funzione pubblica. La maggioranza dei ceceni sembra aver adottato la tradizionale illusione russa dello “zar buono e dei boiardi cattivi” e ama credere che Kadyrov, appena viene a sapere che un suo sottoposto ha commesso un’ingiustizia, si precipita a castigarlo. Esattamente come i servi della gleba russi credevano che lo zar fosse buono e giusto e che tutto il male venisse dai malvagi boiardi. Ai tempi del terrore staliniano, si credeva anche che il “padre del popolo” fosse l’incarnazione della giustizia e repressioni ed esecuzioni di massa fossero opera dei suoi sottoposti.

Dopo alcuni secoli di conflitto armato e le due ultime sanguinose guerre, dopo quasi vent’anni di aspra opposizione alla Russia e a tutto ciò che è russo, all’improvviso si scopre che le mentalità dei due popoli acerrimi nemici è per certi versi identica.

Questo sembra essere il principale risultato della guerra russo-cecena.

 

P.S. Tutte le storie riportate in questo articolo sono voci, miti e leggende raccontati all’autrice da ceceni. Ogni somiglianza con fatti o persone realmente esistenti o accaduti è da considerarsi puramente casuale.

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