Memorie sotto sequestro
Appello contro il sequestro del materiale informatico del centro informatico di ricerca scientifica e attività informativa "Memorial"
Fonte: Memorial
Giovedì 4 dicembre, la sede pietroburghese del Naučno-Informacionnij Centr "Memorial" (Centro di Ricerca Scientifica e Attività Informativa "Memorial") ha subito una perquisizione da parte delle forze di polizia in seguito ad un mandato della Procura di San Pietroburgo. Durante la stessa, sono stati sequestrati i dischi rigidi ed i supporti dati di tutti i computer di Memorial.
Il motivo della perquisizione è il presunto finanziamento da parte di "Memorial" di "Novyj Peterburg", giornale di opposizione al governo russo, fatto chiudere dalle autorità governative nel 2007 per "istigazione all’odio" e per l’appoggio alla "Marš nesoglasnych", l’insieme di manifestazioni antiputiniane che videro la repressione da parte delle forze speciali di polizia e l’arresto di numerosi partecipanti.
Il Centro di Ricerca Scientifica e Attività Informativa Memorial lavora sin dalla sua fondazione nel tentativo di salvare la memoria delle vittime delle repressioni sovietiche, nel rispetto dei diritti umani e nel monitoraggio dello sviluppo democratico della Russia post-sovietica. Grazie a Memorial sono stati emanati i pochi provvedimenti statali a tutela della memoria delle vittime dello stalinismo; sempre grazie a Memorial sono state denunciate numerose violazioni dei diritti umani da parte dell’esercito russo in Cecenia.
L’attività di Memorial è riconosciuta internazionalmente, come dimostra la candidatura al Premio Nobel per la Pace nel 2007 e nel 2008, ma viene osteggiata in patria. L’operazione del 4 dicembre ne è l’ennesima dimostrazione, anche perché i responsabili di Memorial hanno affermato di non aver alcun tipo di rapporto con il giornale "Novyj Peterburg". Al di là di ciò che sarà dimostrato dall’autorità giudiziaria, il sequestro dei dischi rigidi di Memorial mette a repentaglio l’esistenza stessa del Centro e soprattutto il materiale contenuto negli archivi della sede pietroburghese, informatizzato e sistematizzato su quei computer. Cento anni di storia russa sono in questo momento a rischio.
In una lettera rivolta alle autorità russe, un gruppo di studiosi ha messo in risalto l’importanza di questo archivio elettronico: «Un totale di undici dischi rigidi sono stati confiscati. Questi dischi contengono numerosi database con: informazioni biografiche su più di 50.000 vittime delle repressioni staliniane; i risultati della ricerca di siti di esecuzioni e di seppellimento di vittime delle repressioni (svariate centinaia di siti descritti e fotografati); la collezione fotografica (oltre 10.000 fotografie) e il testo di riferimento del "Museo virtuale del Gulag", una risorsa online unica al mondo che riunisce oltre cento musei russi locali sul Gulag. Sono stati inoltre confiscati i database contenenti l’archivio di storie orali e le collezioni elettroniche di fotografie, comprese le scansioni di materiali storici acquisiti da archivi privati».
Chiediamo quindi di sottoscrivere il presente appello da rivolgere all’Ambasciata Russa in Italia affinché venga denunciata la persecuzione ai danni di Memorial, e venga garantita ai suoi attivisti la libertà di attività. Chiediamo infine alla stampa italiana di diffondere la notizia, nella speranza che possa raggiungere un pubblico maggiore, come già successo in altri paesi, anche grazie alla denuncia di Amnesty International e di Human Rights Watch.
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