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Macedonia: tempi duri per i socialdemocratici

La sconfitta elettorale ha aperto una fase di lotte intestine in seno ai socialdemocratici dell’SDMS. Da una parte il leader del partito ed ex primo ministro Buckovski, dall’altra il presidente macedone Crvenkovski, che era stato, agli inizi, un suo sostenitore

17/08/2006, Risto Karajkov -

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Dopo la sconfitta alle elezioni politiche dello scorso 5 luglio, il principale partito dell’opposizione in Macedonia, i socialdemocratici dell’SDMS, sta vivendo una fase di lotte intestine e divisioni. Alla leadership, ed in particolare all’ex primo ministro e leader del partito Vlado Buckovski, si sta chiedendo di assumersi la responsabilità per la sconfitta elettorale.

"A questo punto la tensione in seno all’SDMS è altissima", ha affermato in un’intervista per il quotidiano Utrinski Vesnik Nikola Popovski, membro della direzione del partito ed ex ministro delle Finanze. Ha poi sottolineato come vi siano forti dissensi interni.

Vlado Buckovski è stato eletto alla presidenza dell’SDMS al congresso del partito del 2004, in seguito all’elezione a Presidente della Macedonia di Branko Crvenkovski – dopo la tragica morte del predecessore Boris Trajkovski – a lungo a capo del partito e per due volte primo ministro.

Dopo la sua elezione alla presidenza della Macedonia Crvenkovski si è dimesso dalla guida dell’SDSM, data l’incompatibilità delle due cariche. Dimettendosi ha appoggiato l’elezione di Buckovski. Ma ora la relazione tra i due è di molto peggiorata.

Dopo essere divenuto leader del partito e primo ministro Buckovski si è mosso per guadagnare autonomia dal suo collega ed ex patrono e le visioni politiche tra i due hanno iniziato a divergere. I loro diversi punti di vista sono emersi più volte anche in pubblico. Ora, all’indomani della sconfitta elettorale, le critiche più dure nei confronti di Buckovski arrivano proprio dall’entourage di Crvenkovski.

L’SDSM ha dedicato il mese di agosto proprio all’analisi delle ragioni della sconfitta elettorale, in vista di un cogresso del partito previsto per fine settembre, dove si dovrà arrivare a un voto di fiducia alla presidenza, come stabilito dallo statuto del partito stesso.

Buckovski ha cercato di trasmettere un’immagine di calma e fiducia. Ha dichiarato ai media che non sente affatto che il suo ruolo guida in seno al partito sia messo in discussione.

"Non mi aspetto divisioni. L’SDSM supererà le sue ansie che sono tipiche di ogni partito in seguito ad una sconfitta elettorale. Ho affermato in seno alla dirigenza del partito che sono pronto a dimettermi solo nel caso io ritenga che sia stato eslcusivamente io la causa della sconfitta. Ma in ogni caso non penso che le mie dimissioni risolverebbero i problemi. Questi ultimi si risolvono solo stimolando un dibattito aperto, e durante quest’ultimo incontro della dirigenza vi è stato un dibattito molto franco, coma mai prima, e questa è una condizione ottima per arrivare, una volta terminata la discussione, a buone conclusioni", ha commentato Buckovski.

Quello che Buckovski chiama "dialogo aperto" secondo i media corrisponderebbe ad un invito diretto, da parte di membri del partito vicini a Crvenkovski, ad un passo indietro. Igor Ivanovski, attualmente consigliere di Crvenkovski, ha aperto le danze contro Buckovski con critiche molto dirette.

Nonostante la calma molto retorica, Buckovski è ora impeganto ad organizzare la propria difesa, visitando sezioni locali del partito e cercando di trovare i consensi necessari a consolidare la propria posizione.

"Dobbiamo dimostrare di essere forti nelle sconfitte come nelle vittorie", ha affermato due settimane fa Buckovski durante una visita alla sezione locale dell’SDSM di Gostivar "dobbiamo prendere da uomini questa sconfitta. Credo che dovremmo uscire da quest’ultima apprendendo la lezione, ed in seguito al congresso saremo più forti. Dobbiamo dimostrare unità e dobbiamo evitare il pericolo di fratture interne", ha aggiunto.

La battaglia comunque è in atto e gli avversari si stanno organizzando. La campagna è stata lanciata con un editoriale a firma di Georgi Spasov, dirigente dell’SDSM e attualmente ambasciatore macedone in Gran Bretagna. In quest’editoriale si accusava direttamente Buckovski per lo stato di fragilità nel quale si trova ora il partito.

"L’SDSM assomiglia al vecchio autobus del film "Ko to tamo peva" ("Chi canta laggiù?", film cult dell’ex Jugoslavia, ndr). Se rimarrà nel partito non contribuirà ad unificare, né a rafforzare, ma a frammentare e ad annacquare ulteriormente la nostra identità", ha scritto Spasov.

Ma la fazione di Buckovski ha risposto con i stessi toni, attraverso l’editoriale di un altro collega ambasciatore, Ljupco Jordanovski, recentemente nominato a capo dell’ambasciata macedone negli USA. Quest’ultimo ha negato che Buckosvki abbia guidato il partito in modo autoritario, affermando che lo stesso Spasov, nel suo ruolo di dirigente del partito, non ha fatto nulla ed anzi ha "promosso la limitazione delle pratiche democratiche e creato divisioni".

Esperti ed ex ministri degli Esteri hanno definito irresponsbaile e contrario al bon ton diplomatico l’intervento di ambasciatori nelle questioni interne dell’SDSM. Il partito VMRO-DPMNE, che attualomente sta lavorando alla fomrazione del nuovo governo, ha richiesto le dimissioni dei due ambasciatori. Gli analisti hanno sottolineato che quando entrerà in carica il nuovo governo e vi sarò un ministro degli Esteri i due potrebbero essere richiamati in patria.

L’ex ministro delle Finanze Popovski ha affermato durante una recente intervista che l’SDSM ha ancora davanti a sè tempi difficili. Dal suo punto di vista "la battaglia in seno all’SDSM è tra due correnti. Una tradizionalista ed ortodossa e la seconda rappresentata dai più pragmatici che non si identificano con la sinistra e hanno una percezione superficiale delle linee programmatiche dell’SDSM". In modo implicito Popovski inserisce Buckovski nel secondo gruppo.

Il nome di Popovski, assieme a quello di Radmila Sekerinska, ex vice ministro per l’Integrazione europea, erano circolati come candidati al posto di Buckovski nel congresso del 2004. Ma allora Buckovski ricevette il sostegno di Crvenkovski. La sua vittoria lasciò i due molto delusi e su posizioni di debolezza. Ora stanno tornando in gioco per la leadership del partito.

Molte settimane fa, Buckovski ha dichiarato che Sekerinska è l’unica persona che ritiene abbia le competenze necessarie per guidare il partito, oltre a se stesso naturalmente, indentificandola quindi come l’unica possibile avversaria al congresso previsto epr fine settembre.

"Non è poi così sicuro vi sia un unico candidato alternativo a Buckovski" ha dichiarato Popovski un un’intervista.

I sostenitori di Buckovski in seno al partito hanno dichiarato che "lotteranno sino alla fine" e che ogni tentativo di obbligarlo alle dimissioni in modo disonesto o non conforme allo statuto del partito potrebbe portare ad un vero e proprio disastro.

In ogni caso, qualsiasi cosa accada, saranno tempi duri per i socialdemocratici.

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