Macedonia: sei anni, tre elezioni anticipate
In Macedonia si vota domenica per il secondo turno delle presidenziali e per le politiche. In entrambe appare scontata la vittoria del VMRO, partito dell’attuale premier Nikola Gruevski. L’analisi del nostro corrispondente
Domenica 27 aprile i cittadini voteranno per le elezioni politiche anticipate. Verranno tenute in concomitanza con il secondo turno delle elezioni presidenziali, il cui primo turno si è tenuto due settimane fa.
Il vincitore scontato alle politiche pare essere il primo ministro in carica Nikola Gruevski e il suo VMRO. Stesse previsioni, nel blocco albanese, per il DUI di Ali Ahmeti, suo partner di governo.
3 per 6
E’ la terza volta in sei anni che i cittadini macedoni sono chiamati ad elezioni politiche anticipate. L’ultima volta in cui si è arrivati a fine legislatura è stato nel 2006, quando ritornò al potere un VMRO riformato alla cui guida vi era proprio Nikola Gruesvki, succeduto quell’anno ad uno dei fondatori del partito, Ljubco Georgievski, primo ministro dal 1998-2002 e uscito sconfitto dal confronto con i Socialdemocratici nel 2002, nella prima tornata elettorale successiva al breve conflitto del 2001.
Il primo voto anticipato è arrivato poi nel 2008, dopo lo shock della porta in faccia chiusa dalla Grecia al Summit NATO di Bucarest, con il suo veto all’ingresso della Macedonia. Si è tornati al voto tre anni dopo, nel 2011, quando Gruevski raccolse la sfida dell’ormai ex leader dei socialdemocratici macedoni Branko Crvenkovski (due mandati da primo ministro ed uno da presidente del paese). Crvenkovski si è poi dimesso dalla presidenza dei Socialdemocratici (SDSM) dopo l’umiliante sconfitta alle locali dello scorso anno ed ha lasciato il posto a Zoran Zaev, ora alla guida del partito.
In entrambi gli appuntamenti elettorali Gruevski vinse. Nel 2008 riuscì addirittura ad ottenere la maggioranza assoluta in parlamento, con 63 seggi, divenuti “solo” 56 nella tornata successiva, con l’SDMS che passò da 27 a 42 seggi. L’attuale motto di Gurevski, “62 seggi”, non lascia dubbi sulle sue intenzioni e cioè di ottenere un risultato elettorale che lo possa liberare dai continui condizionamenti dell’attuale partner di governo, il DUI.
Buon matrimonio di convenienza
VMRO e DUI hanno condiviso il potere dal 2008. Il loro, nonostante sia da sempre considerato un matrimonio di convenienza, è sino ad ora andato bene.
Entrambi i leader dei due partiti hanno dimostrato un cinismo pragmatico quando si è trattato di suddividersi i benefici del potere. Certo, i problemi non sono mancati, come ad esempio le violenze scoppiate a seguito del tentativo del VMRO di costruire una chiesa sull’area della fortezza di Kale in centro a Skopje, il fallimento del censimento e più recentemente gli "attacchi” di numerosi funzionari del DUI al monumento allo zar serbo Dušan. Ma continuano a governare insieme.
Secondo alcuni analisti la regola ferrea grazie alla quale la coalizione funzionerebbe, quella del “quello è un campo tuo e io non lo tocco e viceversa” avrebbe però finito per esacerbare la polarizzazione etnica, promuovendo il bi-nazionalismo e indebolendo lo stato di diritto nel paese.
Ciononostante, è evidente che VMRO e DUI abbiano concordato la mossa per arrivare ad elezioni anticipate, anche se entrambe le parti hanno infiammato la campagna elettorale con la retorica nazionalista. Entrambi sanno che continueranno a governare assieme anche dopo ma appare importante che, per i loro calcoli, chi vince e di quanto è rilevante.
I due partner sono anche campioni nel non essere d’accordo tra loro: il DUI ad esempio ha boicottato il primo turno delle presidenziali mentre il VMRO ha sostenuto il presidente uscente Gjorgji Ivanov, che si è imposto in modo convincente sul candidato del SDSM, Stevo Pendarovski. Il DUI sosteneva la necessità di avere un candidato “consensuale”, dove per consensuale si intendeva sostenuto sia da VMRO che dal DUI. Ma il VMRO non ha accettato la proposta dei partner di governo e per questo la coalizione è “crollata” e si è andati alle elezioni anticipate.
Ma, si noti bene, anche se il DUI ha poi boicottato il primo turno delle presidenziali ha accettato di tenere le politiche in concomitanza con il secondo turno delle presidenziali in modo da favorire l’affluenza alle urne: essendo infatti le elezioni presidenziali considerate poco importanti, ancor meno con una presidenza leggera come quella di Gjorgi Ivanov, il VMRO teme che al secondo turno non si raggiunga la necessaria soglia dei 40% degli aventi diritto che votano. E’ allora arrivato in aiuto il DUI, che tra l’altro continuerà probabilmente nel suo boicottaggio. I suoi voti non servono perché la vittoria di Ivanov su Pendarovski appare scontata.
Per alcuni analisti con la candidatura di Ivanov, che esce da una presidenza inconsistente, il VMRO aveva rimesso in corsa il candidato SDSM Pendarovski. Evidentemente si sbagliavano e il VMRO ha dimostrato un grande controllo sul proprio elettorato e tutto questo è considerato come il preludio di una grande affermazione del VMRO anche alle politiche del prossimo 27 aprile.
Crisi SDSM
Del resto un secondo motivo per cui si è arrivati a queste elezioni anticipate è la manifesta debolezza dimostrata dall’opposizione e in particolare dal SDSM. Il 2013 ha segnato la fine della guida del partito da parte di Branko Crvenkovski, la cui figura ormai troppo ingombrante aveva limitato le potenzialità di riforma all’interno del partito.
Ma ora all’SDMS serve tempo per riorganizzarsi. Vi è stato infatti un naturale processo di ristrutturazione con una serie di quadri vicini a Crvenkovski rimpiazzati dalla nuova leadership. A testimoniarlo il fatto che molti funzionari storici dell’SDMS non hanno trovato posto in lista. Ma il processo non è certo lineare e lo dimostra il fatto che lo stesso leader del partito Zaev ed altre figure di rilievo tra i socialdemocratici non sono inclusi nelle liste elettorali. Una scelta alquanto anomala.
A seguito del vantaggio inaspettato segnato da Ivanov al primo turno delle presidenziali l’SDMS ha radicalizzato la propria campagna elettorale accusando Gruevski e il suo VMRO di essere coinvolti in numerosi scandali di corruzione. Una mossa probabilmente non sufficiente a colmare il gap esistente o perlomeno a limitare i danni.
Nel 2011 i risultati delle elezioni politiche sembravano inaugurare una fase discendente per il VMRO. In realtà il ballottaggio di due settimane fa sembra aver minato le certezze di chi pensava che il declino del VMRO sarebbe continuato.
I sondaggi in Macedonia sono spesso inaffidabili perché vengono utilizzati come uno strumento di marketing politico, ciononostante è significativo che quasi tutti indichino una consistente vittoria del VMRO. La morsa del governo sui media realizzata negli ultimi anni – che ha di fatto causato una caduta libera del paese negli indici internazionali sulla libertà d’espressione – probabilmente pesa molto su questo. Se si guardano i notiziari dei canali TV vicini al governo (la maggior parte) si rischia infatti di credere di essere nel paese delle Meraviglie
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