Macedonia: nuova primavera e nuova crisi?
Di recente sempre più analisi e rapporti indicano il riaccendersi di tensioni locali. I diplomatici internazionali smentiscono una tale possibilità, mentre invece l’ANA minaccia una nuova offensiva primaverile. I timori della gente sono forti.
In un recente rapporto (No. 403, 3 feb. 2003) preparato dall’Institute for War and Peace Reporting (IWPR) si legge che l’Esercito nazionale albanese (ANA) minaccia ancora la pace in Macedonia. La stessa ANA, sul suo sito internet, avvisa che "la Macedonia è uno stato in cui il conflitto militare ha mancato di portare un qualsiasi risultato per la popolazione albanese" e per questo motivo "ci sarà un’altra primavera di offensive".
Il rapporto dell’IWPR è solo l’ultimo di una serie di rapporti indicanti che un gruppo di uomini armati, in uniforme e recanti le insegne dell’ANA, è stato visto nella regione a nord di Kumanovo e a Skopje. L’ANA stessa ha annunciato che le sue forze sono già concentrate nell’area montagnosa attorno alle città di Skopje, Kumanovo e Tetovo, e che invierà altre truppe a Kicevo e a Gostivar.Il quotidiano "Dnevnik" cita un certo Valdet Vardari, leader dell’ANUF, la frazione politica dell’ANA, il quale dice che la divisione "Skender -Bey" già opera nelle regioni coinvolte nel conflitto del 2001. Vardari ha inoltre rilasciato una dichiarazione per il settimanale di Skopje in lingua albanese "Lobi", in cui dice che "l’ANA sin dal momento in cui è stato siglato l’Accordo di Ohrid lo ha denunciato e lo ha condannato come sbagliato e traditore".
I Ali Ahmeti di tradimento degli interessi nazionali. Fonti diplomatiche, citate dai media, affermano che Ali Ahmeti in gennaio ha viaggiato sino in Svizzera per cercare di convincere la diaspora albanese che controlla l’ANA di sospendere i piani per un’offensiva primaverile. Ahmeti ha promesso "un miglioramento politico per la gente albanese di Macedonia" che dovrebbe "giungere presto".
I media riportano inoltre di una lettera inviata ad Ahmeti attraverso il quotidiano in lingua albanese "Fakti", contenente un messaggio in cui si invita Ahmeti a "migliorare i diritti degli albanesi in Macedonia". Anche il quotidiano kosovaro "Koha Ditore" cita un ex membro dell’UCK che "si lamenta" dicendo "che egli non ha combattuto per fare in modo che qualcuno si possa poi sedere comodamente sulle sedie del governo e fraternizzare con gli slavomacedoni". "Quando si combatteva, i leader dell’UCK ci dicevano che stavamo combattendo contro gli slavomacedoni, ma ora Ahmeti vuole che suo figlio abbia come migliore amico un certo Jovan di Stip" riferisce con insoddisfazione l’uomo a "Koha Ditore".
L’urto delle recenti dichiarazioni dell’ANA si è abbattuto anche sui rappresentanti diplomatici in Macedonia. Per esempio, un commento dell’ambasciatore degli USA Lawrence Butler, che assolutamente smentisce la possibilità di un rinnovarsi del conflitto in Macedonia, afferma che "ci sono dei patetici idioti perdenti che invocano una nuova tornata di conflitti". Dichiarazioni che sembrano però essere smentite da Alban Vjosa, segretario politico del Fronte Unito Nazionale Albanese (ANUF). Vjosa ha ribadito che "i rappresentanti stranieri in Macedonia chiedono sempre agli albanesi di essere pazienti. Inoltre credono in quella fabbricazione chiamata Accordo di Ohrid che è stato usato per coprire il colonialismo serbo-macedone contro gli albanesi".
La medesima organizzazione ha definito la Macedonia come una creazione artificiale costruita su false basi, uno stato senza identità, con simboli nazionali stranieri, basata sulla discriminazione della locale popolazione albanese. Vjosa ha detto per il quotidiano albanese "Tema" che "l’ANA raccoglie nuove reclute ogni giorno" e che "molte primavere ed estati calde attendono al varco la Macedonia". L’ANUF ha detto inoltre che "il 2003 segnerà la posa delle basi per la soluzione finale riguardo la questione nazionale albanese".
La DUI, il partito politico che ha ereditato, o in altre parole che è nato dall’ex UCK, chiede pazienza, dal momento che come partito partecipano al governo solo per tre mesi. Comunque, si fa largo l’opinione secondo la quale la DUI, per dirla in breve, è risultata una forza politica insoddisfacente. Vero è che forniscono un appoggio senza riserve al corpo diplomatico in Macedonia, riscotendo un alto supporto da parte della popolazione albanese. Tuttavia potrebbe essere vero che essi stessi in qualche modo abbiano mancato di volgere questo supporto verso un attuale effettivo controllo sul terreno. Come hanno riportato recentemente diversi giornali " il DPA mostra ancora di essere un combattente troppo duro da sconfiggere nella lotta per le anime degli elettori albanesi".
Venerdì 7 febbraio il quotidiano "Dnevnik" ha scritto che "il DPA sta usando le bande di criminali locali, sotto il diretto controllo di Menduh Thaqi, il vice presidente del DPA, per spingere fuori la DUI dalle strutture di Tetovo e creare una zona in cui le loro proprie regole possano diventare la Legge". L’intera campagna comprende gli ex comandanti dell’UCK, vicini al DPA, che eseguono gli ordini provenienti dal DPA per compromettere e minare la posizione della DUI agli occhi dell’elettorato.
I rappresentati diplomatici rigettano invece tutte le possibilità per una qualche "offensiva di primavera" L’ambasciatore statunitense Butler si è sentito persino obbligato a minacciare coloro che vogliono destabilizzare la macedonia con una "decisiva azione degli USA". Alexis Bruns, il rappresentate per la UE, ha detto in una lettera aperta su "Dnevnik" che "la strada macedone per l’integrazione europea passa attraverso Ohrid".
La situazione attuale rimane alquanto incerta, a maggior ragione se consideriamo quanto segue. È vero, non c’è guerra in Macedonia, ma le violenze aumentano sempre più quotidianamente e tangibilmente. Mentre durante i quattro mesi di combattimenti nella guerra del 2001 ci sono stati 65 incidenti tra le forze di sicurezza macedoni e, secondo le stime dei più informati, 150 morti tra i combattenti dell’UCK, ben 27 persone sono state uccise in atti criminali solo nel mese di gennaio 2003. Proiettato nell’intero anno, ciò potrebbe significare oltre 300 morti, che è un numero enormemente alto per un paese di due milioni di abitanti.
Nel frattempo l’ormai ex Unità speciale di rapido intervento i Leoni è scesa in sciopero, bloccando le strade e minacciando di aprire il fuoco sulla polizia giunta per sgomberare i blocchi sull’autostrada che collega il Kosovo alla Macedonia.
La polizia lentamente, ma con fermezza, cerca di prendere il controllo della situazione. La scorsa settimana, come parte di una più ampia campagna, sono state fermate diverse bande nella regione di Tetovo e sono stati arrestati i leader di due bande. Secondo le fonti del Ministero dell’Interno, l’intera campagna è diretta contro 30 leader di bande locali, molti dei quali sono comandanti dell’ex UCK, ed anche un non specificato membro del parlamento è stato nominato tra i probabili arresti della polizia.
Inoltre il Ministero dell’Interno ha in progetto l’apertura di alcune nuove stazioni di polizia nei villaggi delle regioni di Tetovo e Kumanovo, allo scopo di incrementare la propria presenza e di prevenire che le bande armate terrorizzino la popolazione locale. L’esercito, dal canto suo, è più concentrato con l’acuirsi delle tensioni in Kosovo e al Sud della Serbia. Durante un incontro tra il ministro macedone della difesa Vladimir Buckovksi e Nebojsa Covic, il coordinatore per il Kosovo e il Sud della Serbia del Governo di Belgrado, è stato preso accordo sulla cooperazione dei due paesi nella lotta contro gli estremismi su entrambi i lati della frontiera.
La primavera in Macedonia sta arrivando (in questi giorni a giudicare dalle giornate di sole, si potrebbe persino dire che sia già iniziata). Cosa ci porterà resta ancora da vedere. Gli ottimisti sono sicuri che non potrà succedere nulla di grave. Tuttavia, come Alban Vjosa ha detto nel suo commento alle dichiarazioni dei diplomatici "fanno le previsioni per la primavera sulla base di un’errata lettura della pressione atmosferica".
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