Macedonia, di nuovo elezioni anticipate?
Ad aprile la Macedonia vota per il nuovo presidente. Sempre più probabilmente i cittadini macedoni saranno chiamati anche a scegliere i propri rappresentanti in parlamento. Il punto del nostro corrispondente
Le elezioni presidenziali in Macedonia sono in programma nella prossima primavera. Il mandato del presidente Gjorgi Ivanov si sta concludendo nello stesso modo in cui è iniziato, nell’indifferenza. Il voto per il successore avrà luogo probabilmente a metà aprile. Ma nessuno si mostra particolarmente interessato a chi sarà il prossimo presidente del paese. C’è un’altra questione a preoccupare pubblico e politici da mesi: insieme alle presidenziali si terranno anche elezioni politiche anticipate? A giudicare dal comportamento convulso dei partiti politici, ed in particolare del maggior partito di governo, la VMRO (Organizzazione Rivoluzionaria Interna Macedone), la risposta sembra essere sì.
Il 23 gennaio il parlamento ha adottato la nuova legge sulle elezioni che, come da tradizione, è stata condivisa dai maggiori partiti. Si tratta di una delle poche cose su cui le formazioni politiche macedoni riescono a mettersi d’accordo. Il partito di governo, la VMRO, ha dovuto cedere ad alcune richieste dell’opposizione, tra cui la “ripulitura” delle liste elettorali, per far passare la legge. Nella stessa settimana anche altre leggi sono state approvate. La più significativa riguarda il welfare e i diritti sociali di due categorie che hanno fatto sentire con forza la propria voce e criticato il governo nell’ultimo periodo: i lavoratori che hanno perso il proprio impiego durante la transizione, senza poter maturare i requisiti per la pensione, e i militari professionisti. Si tratta soltanto degli ultimi provvedimenti di una serie che indica che il governo del primo ministro Nikola Gruevski si sta meticolosamente preparando alla rielezione.
Vincere le elezioni in Macedonia: pensionati ed amministrazione pubblica
In Macedonia ci sono alcune “strategie obbligate” per vincere le elezioni: prime fra tutte, tenere felici i pensionati e mantenere stretta la presa sulla pubblica amministrazione. I 280mila pensionati macedoni costituisono il gruppo di elettori più disposti a recarsi alle urne, ma anche più “facili” da convincere. Già in settembre, il governo ha promesso ai pensionati un aumento del 5% a partire dalla primavera del 2014 (leggi, dopo le elezioni). Ha inoltre ridotto il prezzo di un gran numero di farmaci. Ai pensionati macedoni è stato mostrato in molti altri modi che il governo si occupa di loro: ad esempio garantendo trattamenti termali e trasporto pubblico gratuiti.
Le stesse promesse sono state fatte alla pubblica amministrazione: un aumento del 5% in vigore a partire dall’autunno 2014. I dipendenti pubblici macedoni sono il secondo grande serbatoio elettorale tradizionalmente controllato da una combinazione di strategia della “carota” e del “bastone”. Quest’ultimo include intimidazioni, minacce, richieste di voto di scambio, e simili. Tutto ciò si aggiunge alle estese campagne di assunzioni che si tengono prima delle elezioni e che non fanno altro che gonfiare a dismisura il già elefantiaco settore pubblico macedone.
Si tratta di metodi che, per quanto prerogativa del partito di governo, non sono stati inventati dall’attuale esecutivo targato VMRO. Oggi minoranza, l’SDSM (Unione socialdemocratica di Macedonia) ha praticato le stesse tecniche con entusiasmo durante il suo mandato. Eppure, molti sostengono che la VMRO li abbia perfezionati durante i suoi otto anni al governo.
Per quanto riguarda le “carote”, naturalmente l’aumento di salari e stipendi non è un problema, ammesso però che ci siano i soldi per farlo. Altri paesi della regione hanno dovuto tagliare sotto la morsa della recessione. Politici responsabili dovrebbero considerare quanto una pubblica amministrazione costosa ed inefficiente possa essere sostenuta da un debole settore privato. Ma non è questa la preoccupazione principale dei partiti alla vigilia delle elezioni.
Elezioni: tutti le vogliono, nessuno le chiama
Mentre tutto indica che la VMRO spinge per il voto anticipato, nulla è detto esplicitamente. Secondo alcuni analisti, la VMRO preferirebbe che fosse l’opposizione a chiederlo. E’ molto probabile che la VMRO ritenga giusto il momento per le elezioni anticipate. Il maggior partito di opposizione, la SDSM, nel 2013 ha vissuto un lungo periodo di cambio di leadership e il nuovo leader, il sindaco di Strumica Zoran Zaev ha ancora bisogno di tempo per consolidare la sua posizione e raggruppare attorno a sé le forze nel partito. Da molti mesi Zaev è al centro di una campagna di diffamazione sponsorizzata dalla VMRO.
Le elezioni anticipate sono uno strumento che la VMRO ha usato più volte, e con successo, per restare al potere. Dopo aver preso il posto della sua ormai tramontata nemesi politica Branko Crvenkovski nel 2006, l’attuale premier Nikola Gruevski ha chiesto ed ottenuto elezioni anticipate due volte. La prima nel 2008, probabilmente a ragione, dopo lo shock del veto greco che bloccò l’ingresso della Macedonia nella NATO. La seconda volta nel 2011, in risposta alle richieste insistenti dell’SDSM e del suo leader Branko Crvenkoski. In quell’occasione l’SDSM riuscì a migliorare la sua posizione in parlamento, aumentando il numero dei propri parlamentari da 28 a 41, senza però vincere le elezioni.
Dunque in quell’occasione furono i socialdemocratici che spinsero per il voto anticipato. Questa volta però la SDSM sente che non è il momento giusto. Di fronte all’azione decisa della VMRO, non possono tirarsi indietro, ma appare evidente dal loro comportamento che non hanno alcuna fretta di andare alle urne. Per ora hanno organizzato una mobilitazione di critica contro il governo, basata soprattutto su accuse di corruzione.
Il ruolo dell’Unione Democratica per l’Integrazione
Finora il partito con più carte da giocare, sia per le presidenziali che per le politiche anticipate, è stato il partito albanese dell’Unione Democratica per l’Integrazione (DUI) di Ali Ahmeti, alleato di coalizione della VMRO. Come noto, DUI e VMRO vivono un freddo (forse persino congelato) matrimonio di convenienza. E tuttavia, essi hanno gestito con successo questa coalizione di separati in casa sin dal 2008.
Inizialmente la DUI aveva sostenuto di non voler appoggiare l’ipotesi di un altro mandato per l’attuale presidente Ivanov. Secondo la DUI, Ivanov non ha fatto niente per danneggiare la comunità albanese, ma neanche niente di particolarmente positivo nei suoi confronti. Inoltre, un paio di mesi fa la DUI ha sostenuto di non volere le elezioni anticipate, premendo affinché il governo si impegnasse piuttosto a risolvere la questione della disputa sul nome. Ma il partito di Ahmeti aveva anche proposto l’idea di un candidato presidente condiviso con la VMRO, qualcuno che potesse essere un presidente di tutti, non un affiliato di partito. La VMRO ha però rifiutato l’idea. In risposta, la DUI ha minacciato di portare avanti la sua proposta insieme alla SDSM.
La scorsa settimana, dopo un incontro tra Ahmeti e Gruevski, la DUI ha temporaneamente ammorbidito la sua posizione contro le elezioni anticipate. Questo episodio è stato interpretato dai media come un segno di un possibile accordo per andare verso il voto. Tuttavia, nei giorni seguenti, la DUI ha ripetuto di non aver ancora considerato la questione. Ma è chiaro che c’è un accordo in corso tra i due partner di coalizione: la DUI concederà alla VMRO le elezioni anticipate, chiedendo, in cambio, un candidato condiviso per la presidenza.
Tutti si preparano al voto, il resto può attendere
Nel frattempo tutti si preparano con fervore al voto. La VMRO, grazie al suo controllo sui maggiori media, è in televisione a tagliare nastri da mesi e letteralmente bombarda il pubblico con buone notizie sugli investimenti esteri che starebbero arrivando nel paese. Da parte sua, l’opposizione critica il governo, con tutta la voce che ha, e rivela, uno dopo l’altro, scandali di corruzione.
Ogni cosa indica che la Macedonia andrà al voto ad aprile, per il semplice fatto che la VMRO ritiene che sia il momento giusto per rinnovare il proprio mandato. Decisioni delicate, come quella sulla disputa del nome, saranno posticipate ancora una volta. Secondo alcuni analisti i cittadini sono stanchi delle elezioni, ma questo può essere un fatto soggettivo. Probabilmente è già troppo tardi. La campagna elettorale in Macedonia è già iniziata.
editor's pick
latest video
news via inbox
Nulla turp dis cursus. Integer liberos euismod pretium faucibua