Macedonia del nord, il coronavirus ferma le elezioni
L’epidemia di coronavirus ha portato le autorità macedoni a posticipare a data da destinarsi le elezioni anticipate, causate dal veto francese all’apertura dei negoziati di ingresso all’UE e previste per il 12 aprile. Ora la priorità è la salute dei cittadini
Le elezioni parlamentari anticipate in Macedonia del Nord, previste per il 12 aprile, sono state rinviate a causa della pandemia di COVID-19. Dopo giorni di speculazioni e dubbi, i principali attori politici hanno deciso di dare massima priorità alla salute dei cittadini e rinviare le elezioni.
In una riunione convocata dal presidente Stevo Pendarovski, i sette partiti rappresentati nel parlamento di Skopje hanno convenuto sul rinvio, pur lasciando senza risposta alcune domande cruciali: la data delle nuove elezioni, ma anche quale sia la base giuridica per rinviarle, poiché il parlamento è sospeso e al potere c’è un governo provvisorio.
Nel frattempo, gli attori politici si sono accordati anche nel dichiarare lo stato di emergenza sul territorio nazionale per fronteggiare l’epidemia di coronavirus, dopo aver dibattuto sulle misure più adatte da intraprendere: stato di emergenza, come caldeggiato dai socialdemocratici, oppure "situazione di crisi", soluzione preferita dall’opposizione di centrodestra.
Campagna elettorale
Prima della scoperta dei casi di COVID-19 nella regione e della probabile diffusione nel paese, erano già state messe in atto tutte le condizioni preliminari necessarie per le elezioni anticipate. Un governo ad interim, formato da maggioranza e opposizione nell’ambito di un precedente accordo politico per aumentare la fiducia nel processo di voto, è entrato al potere 100 giorni prima del giorno delle elezioni. Inoltre, è stata dispiegata nel paese la Missione di osservazione elettorale dell’OSCE/ODIHR al fine di monitorare la preparazione e lo svolgimento delle elezioni.
Nel frattempo, sono stati scoperti i primi casi di COVID-19 nel paese. Pertanto, ha annunciato il Primo Ministro ad interim Oliver Spasovski, tutti i partiti politici hanno concordato una moratoria fino al 22 marzo su tutte le attività previste per le elezioni. L’idea era di ridurre al minimo la diffusione del virus. I partiti si sono impegnati a fare campagna senza raduni pubblici, comizi o visite porta a porta e a concentrarsi su mass media e social network.
Nel frattempo, 15 coalizioni e partiti hanno presentato una lista di candidati entro la mezzanotte del 12 marzo. La maggior parte ha presentato liste per tutti e sei i collegi elettorali, alcuni per il voto della diaspora. La campagna sarebbe dovuta iniziare il 23 marzo, ma i principali partiti hanno riveduto la propria posizione dopo le segnalazioni dei nuovi casi.
Salute dei cittadini
La prima istituzione a chiedere apertamente il rinvio è stata la Commissione elettorale statale che, pur riconoscendo di non avere giurisdizione in materia, ha chiesto il rinvio delle elezioni in considerazione della quantità di persone coinvolte nel complicato processo. Secondo la CES, circa 35.000 cittadini sono impegnati solo nei comitati elettorali e vi sono anche molte altre persone coinvolte che devono comunicare tra loro, sia prima che durante le elezioni.
Il presidente ha anche sollecitato un comportamento responsabile al fine di proteggere la salute dei cittadini. "Secondo tutte le raccomandazioni dell’OSCE e delle altre organizzazioni, i cittadini devono essere pienamente informati al fine di poter prendere decisioni informate il giorno delle elezioni", ha dichiarato Pendarovski, e con una campagna così limitata questo sarebbe impossibile, in quanto non tutti usano i social media.
Basandosi sulla posizione della CES, Pendarovski ha aggiunto che "il giorno prima delle elezioni viene condotta una gigantesca operazione di trasferimento di materiale e lo stesso materiale viene restituito alle commissioni elettorali a fine giornata per calcolare i risultati".
A seguito di questi sviluppi e a causa del crescente numero di casi di coronavirus, l’Ufficio OSCE per le istituzioni democratiche e i diritti umani (ODIHR) ha sospeso la missione di osservazione elettorale nel paese. Tutti questi eventi portano all’unica possibile risoluzione: il rinvio delle elezioni.
Focus sul coronavirus
Con il rinvio delle elezioni, l’attenzione si concentra ora sulla prevenzione dell’ulteriore diffusione del virus. La gestione della crisi è principalmente nelle mani del ministro della Salute Venko Filipche. Dalla registrazione dei primi casi di coronavirus, le istituzioni statali vengono elogiate dal pubblico indipendentemente dall’appartenenza politica. Questo è di per sé un successo, poiché in una società fortemente polarizzata come la Macedonia è abbastanza raro avere un consenso unanime. Persino alcuni piccoli tentativi dell’opposizione di politicizzare la crisi iniziale sono falliti.
Attraverso diverse conferenze stampa dal vivo, il ministro della Sanità informa quotidianamente il pubblico sui nuovi sviluppi e sulle misure suggerite. Finora sono state chiuse scuole, università e centri commerciali, ad eccezione di supermercati, negozi di alimentari e farmacie. Interrotte le attività di caffè, ristoranti, bar, club, casinò e centri di scommesse sportive. Tutti gli esercizi di ristorazione sono autorizzati a lavorare in modalità alternative (asporto o consegna a domicilio) senza ricevere avventori.
Finora è stato registrato nel paese un totale di 42 pazienti con COVID-19. Tutti sono in condizioni stabili e uno è già stato dimesso dall’ospedale. La maggior parte dei casi si trova nell’area di Debar e Centar Zhupa, dove è stata dichiarata una situazione di crisi, e nella capitale Skopje.
Situazione di crisi o stato di emergenza
I due principali partiti politici hanno espresso idee diverse su come affrontare la diffusione della SARS-CoV-2. Mentre SDSM e Zoran Zaev spingevano per dichiarare lo stato di emergenza, VMRO-DPMNE e Hristijan Mickoski avrebbero preferito la "situazione di crisi" per 30 giorni in tutto il paese.
Secondo Zaev, un’implementazione rapida ed efficiente delle misure sanitarie ed economiche richiedeva uno stato di emergenza, mentre "dovrebbe rimanere in vigore l’attuale assetto del governo, cioè il governo tecnico". D’altra parte, Mickovski e VMRO-DPMNE invitavano a dichiarare una situazione di crisi in tutto il paese per un minimo di 30 giorni, e solo allora considerare un possibile stato di emergenza.
L’impasse è stata risolta mercoledì 18 marzo, quando il presidente Pendarovski in un discorso alla nazione ha informato i cittadini di aver firmato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale. La richiesta è arrivata dall’esecutivo: visto che il parlamento è impossibilitato a riunirsi, la decisione compete oggi proprio al presidente.
Nel frattempo il premier Spasovski ha invitato i cittadini a seguire le raccomandazioni e rimanere a casa. "Lo stato di emergenza permette alle istituzioni di agire in modo veloce ed efficiente per garantire le misure di sicurezza", ha dichiarato Spasovksi, aggiungendo che questa è la prima volta che lo stato di emergenza viene dichiarato nella storia del paese, definendo la decisione presa come "la più difficile dalla nostra indipendenza".
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