Macedonia del Nord, espandere le aree protette
La Macedonia del Nord si appresta a proteggere alcune delle sue principali catene montuose, come i monti Šar, Osogovo e Vodno, oggi sempre più minacciate da sfruttamento del suolo, delle acque e dei boschi. Un approfondimento
Nel 2021, il governo macedone dovrebbe adottare nuove misure per la protezione delle aree montuose del paese: per combattere i cambiamenti climatici, ma anche gli squilibri sociali. Il processo dovrebbe comportare un aumento della superficie totale delle montagne sotto protezione statale e tenere sotto controllo l’attuale sfruttamento di suolo e acque.
Lo Šar è un massiccio distribuito su 1.600 chilometri quadrati: il 56% in Macedonia, il resto in Kosovo e Albania. Il 5 maggio 2020, il governo ha deciso che "i monti Šar dovrebbero essere dichiarati parco nazionale, mentre i monti Osogovo e Vodno vicino a Skopje dovrebbero ottenere lo status di aree protette". Il piano è quello di proteggere un’area di 54.214,08 ettari sul territorio macedone, che vanta 27 laghi di montagna, 100 sorgenti d’acqua principali, sorgenti di 25 fiumi, 44 specie di animali selvatici (orsi, lupi, ecc.), oltre 200 specie di uccelli e 147 specie di farfalle.
Tale diversità biologica, con migliaia di specie di flora e fauna, rende lo Šar una delle aree più importanti per la conservazione della natura a livello nazionale, regionale ed europeo, afferma lo " Šar Mountain Valorization Study", un documento chiave di quasi 700 pagine, completato a marzo 2020.
I prossimi passi sono l’attuazione di consultazioni pubbliche e un dibattito pubblico, seguiti dall’adozione di una legge apposita da parte del parlamento. Attualmente, il 9% del territorio della Macedonia del Nord è area protetta, percentuale che salirà al 12% dopo la proclamazione del parco nazionale dello Šar.
L’impatto delle centrali idroelettriche
Le organizzazioni ambientaliste, preoccupate per le 11 piccole centrali idroelettriche già esistenti e per le altre 25 previste nella regione, chiedono l’immediata proclamazione del parco nazionale. Il nuovo status del massiccio dovrebbe porre fine alla costruzione di tali centrali.
Le piccole centrali idroelettriche utilizzano l’acqua per generare elettricità, ma distruggono i potenziali idrici, mettendo in pericolo i fiumi di montagna e le sorgenti naturali che forniscono acqua potabile a diverse città della regione.
"La costruzione delle centrali idroelettriche interesserà anche la popolazione locale, l’alimentazione del bestiame e l’irrigazione delle aree agricole. La prevista riduzione della produzione agricola cambierà il modo di vivere negli insediamenti della zona", segnala lo studio, citato da media locali.
Disboscamento illegale
Il disboscamento illegale è una delle principali minacce alle foreste dello Šar, poiché altera la qualità, la struttura e il potenziale di rigenerazione degli alberi e influisce negativamente sulla conservazione della biodiversità. La regione è anche minacciata da un’urbanizzazione non regolamentata e incontrollata.
Lo Šar ospita oltre 200 specie arboree endemiche: la percentuale più alta in tutto il paese. Le più comuni sono il faggio, il carpino e la quercia, che rappresentano circa il 90% delle foreste. Tuttavia, l’area forestale si sta riducendo a causa della deforestazione intensiva.
Secondo le stime, quasi il 30% del disboscamento totale nella regione viene effettuato illegalmente, come segnala lo studio "Devastation of our future: forms/ models of organized crime in illegal logging in the Republic of North Macedonia", pubblicato dall’ONG Eurothink, che identifica nella povertà e nella cattiva gestione due fattori chiave del fenomeno.
“I cittadini più vulnerabili sono a rischio di conflitto con la legge, poiché tendono ad acquistare legno di contrabbando a prezzi relativamente inferiori. I problemi nella gestione forestale sono invece la mancanza di risorse umane e l’attrezzatura inadeguata delle guardie forestali, la sovrapposizione delle competenze istituzionali e la supervisione inadeguata", spiega lo studio.
Di solito il disboscamento è maggiore in estate, poiché la legna viene immagazzinata per il riscaldamento in preparazione alla stagione invernale. Un metro cubo di legna da ardere viene solitamente offerto dai contrabbandieri alla metà del prezzo di mercato, che attualmente è di circa 55 euro.
Vodno, il polmone verde di Skopje
I monti Osogovo e Vodno si trovano di fronte a problemi simili: risorse idriche in pericolo, foreste in declino e crescente urbanizzazione. In particolare, il monte Vodno è fondamentale per la qualità dell’aria e dell’ambiente a Skopje: anche per la sua posizione, che rende estremamente difficile la ventilazione naturale, la capitale macedone è tra le città più inquinate d’Europa. La drastica riduzione delle foreste e della biodiversità contribuisce agli alti livelli di inquinamento atmosferico a Skopje.
La decisione del governo di adottare provvedimenti arriva dopo una lunga battaglia guidata dalle associazioni ambientaliste dopo l’inizio della costruzione della rete di distribuzione del gas, che dal monte Vodno attraversa la parte occidentale del paese verso Tetovo e Gostivar.
Anche parte del monte Osogovo (48.807,16 ettari) dovrebbe essere dichiarata area protetta grazie alla sua biodiversità, geodiversità, caratteristiche idrologiche e paesaggi, nonché per preservare la specifica interazione tra persona e natura.
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