L’Unione Europea e la Croazia si allontanano
Bruxelles ribadisce le condizioni per l’avvio dei negoziati di adesione, mentre il latitante Gotovina resta irreperibile. Il premier Sanader cerca di mantenere l’obiettivo di ingresso nell’Unione, ma la maggioranza dei Croati, proprio per il caso Gotovina, diviene euroscettica
Il Primo Ministro croato Ivo Sanader sta lottando contro il tempo e le dichiarazioni sempre più dure da parte di Bruxelles, che ribadiscono come la data di avvio dei negoziati per l’adesione all’Unione – 17 marzo – non sarà confermata a meno che il generale latitante Ante Gotovina non si presenti di fronte al Tribunale dell’Aja. Sanader si trova tuttavia ad affrontare anche un’altro scoraggiante problema. L’ultimo sondaggio, condotto con regolarità dal quotidiano "Vecernji List", mostra che a febbraio di quest’anno la percentuale di coloro che sostengono la adesione della Croazia all’Unione Europea è la minore in assoluto. Secondo il sondaggio, se si tenesse oggi un referendum sull’ingresso nell’Unione Europea, solo il 47,3% dei Croati voterebbe sì. Si tratta della percentuale più bassa da quando viene condotto questo rilevamento, che mostra inoltre una radicale caduta di 5 punti percentuali in un solo mese.
A Zagabria, gli osservatori ritengono che l’improvvisa perdita di interesse, da parte dei Croati, nei confronti dell’adesione all’UE, sia causata anche dal fatto che Bruxelles condiziona l’avvio dei negoziati alla consegna del ricercato per crimini di guerra Ante Gotovina al Tribunale Penale Internazionale. Una parte importante della popolazione considera ancora Gotovina come un eroe nazionale. Tuttavia, fino ad ora si potevano solamente fare delle speculazioni su quanti fossero effettivamente i sostenitori del generale. Un sondaggio di "Jutarnji List", che analizza un campione di 1.000 persone, mostra che il 54,4% è contrario all’arresto del generale e ad un processo all’Aja, mentre l’81,4% ritiene che Gotovina abbia conseguito meriti eroici durante la guerra.
Particolarmente interessante è la risposta alla domanda su come abbiano influenzato l’opinione del pubblico croato le nuove informazioni sul passato criminale di Gotovina, e sulle condanne ricevute dal generale per tre diversi crimini commessi in Francia, per un totale di nove anni di prigione. Il 79,4% degli intervistati ha dichiarato che queste rivelazioni non hanno influenzato l’opinione positiva che avevano di Gotovina, e solo il 10,1% ha affermato di rispettarlo meno dopo essere venuto a conoscenza di questi fatti.
Il Primo Ministro Sanader si è quindi trovato ancora una volta in una situazione impossibile: il suo obiettivo più importante di politica estera, sul quale ha investito maggior energia da quando è arrivato al potere nel novembre 2003, non solo è seriamente messo in pericolo dalle condizioni poste da Bruxelles: anche la maggioranza dei Croati non lo sostiene!
Eppure, nonostante una lotta su due fronti, Sanader spera ancora che i negoziati con l’Unione Europea possano avere luogo come previsto. Lui stesso, tuttavia, dichiara che le possibilità si sono ridotte significativamente, stimandole a 40:60. Kolinda Grabar Kitarovic, il nuovo Ministro degli Affari Esteri che ora sta collaborando anche ai progetti del Ministero per la Integrazione Europea, ha dichiarato venerdì scorso che lo stato del processo di adesione della Croazia all’UE è probabilmente il "più preoccupante mai verificatosi fino ad ora."
Il Primo Ministro Sanader, tuttavia, sta cercando di fare tutto il possibile per arrestare o perlomeno localizzare il generale latitante Gotovina. Venerdì scorso, l’assistente del Ministro degli Interni responsabile per le forze di polizia ha convocato tutti i responsabili di polizia delle 21 contee, per coordinare le attività di ricerca e arresto di Gotovina; tutte le agenzie di informazione sono impegnate in questo compito: è in atto una ricerca dei sostenitori di Gotovina, e il governo ha dichiarato che avrebbe congelato nella giornata di lunedì 28 febbraio tutti i beni del ricercato.
Sanader spera che queste azioni dimostreranno che il governo croato sta facendo tutto quanto è in suo potere per adempiere all’unica condizione, e rimuovere l’ostacolo finale per l’inizio dei negoziati il 17 marzo. Il Primo Ministro continua a ripetere che la Croazia coopera pienamente con il Tribunale dell’Aja, e che non può arrestare Gotovina se quest’ultimo non si trova in Croazia.
Negli ultimi giorni, la diplomazia croata sta cercando energicamente di convincere i più importanti membri dell’UE che sta facendo tutto il possibile per localizzare e arrestare Gotovina. Fonti vicine all’Ufficio del Presidente Stjepan Mesic parlano di una nuova iniziativa franco-tedesca, secondo la quale sarebbe sufficiente che Zagabria offrisse prove convincenti che Gotovina non si trova in Croazia. Questa iniziativa suggerisce che i negoziati potrebbero ancora avere inizio il 17 marzo, con la rinnovata condizione che potrebbero essere interrotti in ogni momento se venisse scoperto che Zagabria non ha cooperato pienamente con l’Aja.
Tuttavia, da Bruxelles non sono arrivate conferme rispetto a queste iniziative ottimistiche. Al contrario: Erhard Busek, coordinatore del Patto di Stabilità, ha dichiarato sabato scorso di essere "abbastanza scettico" rispetto all’avvio dei negoziati tra Zagabria e Bruxelles. Carla del Ponte, parlando alla televisione austriaca la settimana scorsa, ha dichiarato esplicitamente che Gotovina "non potrebbe trovare un posto migliore per nascondersi di quello che ha in Croazia". Del Ponte non ha quindi alcun dubbio su dove si trovi il generale latitante, e Zagabria dovrà fare uno sforzo enorme per convincere Bruxelles del contrario.
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