L’Ue frena il Montenegro
Nonostante le note positive, nell’ultimo rapporto annuale della Commissione europea si indica che il Montenegro non è ancora sufficientemente pronto per richiedere lo status di candidato all’Ue. Necessario applicare le riforme in ambito giudiziario
Secondo il recente rapporto annuale della Commissione europea, il Montenegro ha fatto dei progressi nella cooperazione regionale e nella crescita economica ma deve ancora impegnarsi per applicare alcune riforme, soprattutto quelle in ambito giudiziario.
Nel rapporto si sottolinea che bisogna trovare la volontà politica per ottenere dei risultati nelle riforme, soprattutto quando si tratta di lotta alla corruzione. Anche se il rapporto ammette che ci sono stati dei progressi nella lotta contro il riciclaggio di denaro sporco e contro il crimine organizzato, c’è ancora motivo di essere preoccupati. "La dedizione dichiarativa del Governo alla lotta contro la corruzione non è stata sostenuta da misure energiche e da risultati chiari, nonostante sia cresciuto il numero delle sentenze. La corruzione è punita in maniera poco efficace, soprattutto i casi di corruzione ad alto livello".
Per la Commissione europea, il Montenegro, come la Serbia e il Kosovo, resta ancora uno stato dove si originano traffici illeciti e destinatario di traffico di esseri umani.
Inoltre, il Paese è criticato, come negli anni precedenti, per non aver rafforzato le sue capacità amministrative.
Il Governo montenegrino ha valutato il rapporto della Commissione europea in maniera positiva, spiegando che "il rapporto non sarà usato per scoraggiare il Paese" nella sua intenzione di chiedere lo status di paese candidato all’Ue.
Il primo ministro, Milo Ðukanović, ha dichiarato che il rapporto annuale della Commissione europea "parla senza dubbio di un progresso su tutti i livelli". Ðukanović ha dichiarato che "la situazione non è ideale", ma che "in ogni frase del rapporto viene evidenziato il progresso", per cui sarebbe un bene che l’Unione europea "continuasse a tenere la porta aperta per i paesi dei Balcani occidentali".
Il premier montenegrino ritiene che l’Ue dovrebbe offrire la possibilità ad ognuno di avvicinarsi all’Unione con un proprio percorso, nonostante la crisi istituzionale dell’Ue. "In questo momento noi non parliamo di membership dell’Ue, noi parliamo dell’ inizio di un processo. Il processo per ottenere lo status di paese candidato dura un anno, dopodiché iniziano anni di trattative che ci porteranno alla membership dell’Unione europea.", ha spiegato il premier Ðukanović.
Dall’altra parte, l’ambasciatore della Francia in Montenegro, Bernard Granche, paese che in questo momento presiede il Consiglio dell’Unione europea, ha detto che al governo locale sono già state spiegate le ragioni per cui sarebbe meglio che rimandasse la domanda per la candidatura all’Ue e ha valutato che il progresso scritto nel rapporto della Commissione europea "non è sufficiente per ottenere la luce verde per inoltrare la richiesta."
Inoltre, il deputato al Parlamento europeo Marcello Vernola ha dichiarato, dopo l’incontro con i rappresentanti dei partiti montenegrini, che il Montenegro deve aspettare il 2009, per fare richiesta assieme alla Serbia e così evitare di ottenere una risposta negativa sulla domanda di applicazione (Radio Free Europe, 14 novembre).
Anche se il rapporto sul progresso del Montenegro per la candidatura all’Unione europea è stato valutato positivamente, cosa per altro ribadita anche dall’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea Javier Solana, Vernola ha spiegato che la richiesta del Montenegro sarebbe accelerata se la Serbia ottenesse lo status di paese candidato all’Unione europea durante il 2009.
Il presidente del Partito Socialista Popolare (SNP), Srđan Milić, ha insistito sui motivi della raccomandazione per rimandare la richiesta. "Il Montenegro, a differenza degli altri paesi della regione, ha l’obbligo di concretizzare la volontà della maggioranza dei cittadini e di fare la richiesta per la membership all’Ue", ha ribadito Milić.
Ricordiamo che il parlamento del Montenegro ha adottato il 3 ottobre scorso la risoluzione sulla necessità di accelerare l’integrazione euroatlantica, spiegando che l’orientamento europeo del paese è il principio guida della decisione di riconoscere il Kosovo.
L’alto funzionario del partito al potere, il Partito Socialista Democratico (DPS), Miodrag Vuković, ha spiegato che il Montenegro deciderà da solo quando fare la richiesta, nonostante le posizioni di alcuni rappresentanti del Parlamento europeo e dei paesi europei. Secondo Vuković, la domanda verrà fatta nel momento in cui lo stato riterrà di aver realizzato sufficienti criteri politici, economici e standard democratici.
"Con tutto il rispetto per il signor Vernola, noi abbiamo avuto, dallo stesso Parlamento europeo, numerose raccomandazioni di fare la richiesta. Abbiamo anche quelle di Judith Bath fuori dal Parlamento europeo che viene da un importante istituto, le raccomandazioni di numerosi ambasciatori e di molti altri paesi. Dunque, questa è soltanto una opinione che, almeno per come vedo io le cose, rappresenta una minoranza. E soprattutto è scomodo, anche se forse può essere comprensivo, legare il destino di un paese a quello di un altro che ha grossi problemi, e suggerire, quando si parla dell’allargamento dell’Unione europea ai Balcani, che l’Europa prenderà in considerazione il cosiddetto pacchetto", ha spiegato Miodrag Vuković.
Secondo quanto riportato dal quotidiano montenegrino "Vijesti" del 5 dicembre, il governo ha preso in considerazione le raccomandazioni del rapporto della Commissione europea sul progresso del Montenegro per il 2008 e della Strategia per l’allargamento per il periodo 2008 – 2009. Durante la seduta del governo, il 4 dicembre scorso è stato deciso di integrare le raccomandazioni del rapporto nel piano delle attività del governo per il 2009.
"Il governo ha constatato che le valutazioni finali della Strategia per l’allargamento della Commissione europea offrono lo spazio per rafforzare le prospettive europee del Montenegro nei prossimi mesi, affinché, adempiendo i criteri per l’adesione, il Montenegro possa ottenere anche lo status di paese candidato e la liberalizzazione del regime dei visti entro la fine del 2009" dice la comunicazione del governo montenegrino.
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